Il 2025 si preannuncia come un anno cruciale per la scuola italiana, con una serie di misure destinate a riscrivere il futuro del sistema educativo, un ambito che si trova da troppo tempo a fare i conti con una serie di sfide strutturali. Quest’anno sarà segnato non solo dal recupero delle competenze, ma anche dall’avvio di una valutazione che toccherà da vicino presidi, insegnanti e studenti. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha anticipato una serie di provvedimenti che promettono di rafforzare l’efficacia del sistema, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno, dove la dispersione scolastica ha raggiunto livelli allarmanti. La tanto attesa “Agenda Sud” sembra finalmente decollare, con risultati tangibili in discipline chiave come italiano, matematica e inglese, in un recupero che, per alcune aree del Paese, è doppio rispetto a quello registrato in altre regioni.
Una nuova era per i concorsi scolastici
Ma non è tutto: un’altra importante novità riguarda i concorsi, che finalmente sembrano decollare dopo anni di stallo. Il Governo ha avviato una serie di selezioni mai viste prima in questo settore: concorsi per docenti, ispettori, presidi, ma anche per personale amministrativo e addirittura nuovi funzionari per gli uffici scolastici regionali. Un intervento tanto necessario quanto atteso, considerando che alcune di queste selezioni non venivano indette da oltre venti anni.
La volontà di dare nuova linfa al sistema educativo, con un rafforzamento concreto delle risorse umane, è chiara. Ma non è solo una questione di numeri: questi concorsi sono il segno di una rinnovata attenzione alle necessità di modernizzazione del settore, in cui l’organico, sempre più carente, necessita di un ricambio generazionale che porti con sé nuove idee e modalità operative.
Lotta alla dispersione e maggiore attenzione agli insegnanti
Uno degli obiettivi più ambiziosi è la lotta alla dispersione scolastica. Il dato rivelato dal ministro, che per la prima volta la dispersione esplicita è scesa sotto la soglia del 10%, è un segnale positivo che indica un trend in miglioramento rispetto agli obiettivi stabiliti a livello europeo e quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La scuola sta cercando di recuperare un gap che sembra, finalmente, meno drammatico.
Parallelamente, si segnala una forte attenzione agli stipendi degli insegnanti, con la chiusura del contratto 2019-2021 e l’approvazione dei finanziamenti per i trienni successivi. Un incremento di circa 300 euro lordi al mese, oltre al taglio del cuneo fiscale, è il primo passo verso il recupero del potere d’acquisto perso dai lavoratori della scuola dal 2009 al 2020. Una misura che fa ben sperare per il futuro, sia per la qualità dell’insegnamento che per il benessere dei professionisti del settore.
Il supporto ai disabili e la digitalizzazione della scuola
Non meno importante è l’attenzione verso il sostegno agli studenti con disabilità. L’aumento delle cattedre per i docenti di sostegno, con un incremento significativo di 256 unità, è un passo concreto verso una scuola davvero inclusiva. Valditara ha sottolineato come l’emendamento alla legge di bilancio, che ha portato a un ulteriore stanziamento di 25 milioni di euro, consenta un incremento significativo degli organici a tempo indeterminato. Non solo numeri, ma anche politiche inclusive che si traducono in un miglioramento delle opportunità per tutti gli studenti, senza distinzione.
In questo quadro, emerge un’ulteriore novità che riguarda le gite scolastiche: l’affidamento della gestione degli appalti agli uffici scolastici regionali, un passo fondamentale per snellire le procedure e alleggerire il carico burocratico delle scuole. Un altro tassello della riforma PNRR, che si inserisce in un progetto più ampio di riorganizzazione del sistema scolastico e amministrativo, al fine di permettere a tutti gli attori coinvolti di concentrarsi meglio sulle proprie competenze e responsabilità.
Il legame tra scuola e impresa
Non meno interessante è la crescita degli investimenti nella filiera tecnologico-professionale, uno degli elementi cardine della riforma “4 + 2”. Con un incremento di 15 milioni di euro destinato alla realizzazione di campus tecnologici, l’intento è chiaro: integrare sempre più la scuola con il mondo dell’impresa, favorendo una formazione che risponda alle reali esigenze del mercato del lavoro. Questo approccio, che pone la scuola al centro di una visione pragmatica e proiettata verso il futuro, potrà offrire agli studenti nuove opportunità di specializzazione e di inserimento nel mondo del lavoro, con una particolare attenzione alle vocazioni tecnologiche e professionali.
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