PORDENONE – Il senatore Marco Dreosto è il capo indiscusso della Lega regionale e sta lavorando su più fronti. A cominciare da quello sulla sicurezza.
Un terrorista arrestato a Monfalcone. C’è da preoccuparsi?
«Noi abbiamo lanciato già da tempo l’allarme con la necessità di effettuare controlli ai nostri confini e nello specifico nell’area della rotta balcanica. Sappiamo, perché lo ha documentato il ministro Piantedosi, che da quella via entrano in Italia e poi in Europa estremisti jahadisti, componenti dell’Isis e terroristi di Al Qaeda che possono minare la sicurezza».
C’è chi afferma che la vostra è una ossessione per sicurezza e pericolo da parte dei migranti. Una questione ideologica. È così?
«No! Abbiamo visto cosa è accaduto pochi giorni fa in Germania, È fondamentale tenere sempre alta l’attenzione. È chiaro che un luogo come Monfalcone dove alcuni componenti della comunità straniera sono particolarmente radicalizzati è un territorio che va tenuto sempre sotto il massimo controllo. Devo fare un plauso al lavoro che ha fatto Anna Cisint. Ricordo che ancora oggi è sotto scorta per le minacce ricevute e che continua a ricevere e che è stata lei, per prima, a sollevare il rischio di questa radicalizzazione».
Si deve continuare con la sospensione del trattato di Schengen?
«Certamente sì. Lo abbiamo chiesto noi, lo ha chiesto il presidente Fedriga. La sospensione di Shengen è necessaria proprio per quanto abbiamo detto. In più i dati che abbiamo ci spiegano che non abbiamo avuto ripercussioni di alcun tipo sia sul fronte del traffico transfrontaliero, sia sul flusso turistico. Non dimentichiamo infine che il prossimo anno avremo eventi importanti, penso a GO 2025, con flussi numerosi di persone. La sicurezza deve essere assolutamente garantita».
Come finisce la questione della sanità?
«Partiamo dalla sanità pordenonese perché è quella che è finita all’ordine del giorno più di altre. La nostra è una regione che garantisce un alto livello di assistenza pubblica e l’obiettivo è di incrementarlo ulteriormente. In provincia di Pordenone abbiamo avuto la fortuna di aver inaugurato un ospedale nuovo di zecca, una struttura che sarà tecnologica, un hub per la provincia, in sintonia con gli altri ospedali di San Vito e Spilimbergo che sono e restano di riferimento».
C’è anche il Cro che molti affermano essere in “pericolo” con il piano oncologico.
«Il Cro è e continuerà ad essere un punto di riferimento nazionale e regionale per la ricerca e la cura delle malattie oncologiche. Un fiore all’occhiello della sanità e noi lo abbiamo sempre difeso e continueremo a farlo. La decisione, peraltro provvisoria e dettata da necessità contingenti, di designare un unico direttore generale non può e non deve sminuire il ruolo e la funzione dell’Istituto oncologico. Tutta la polemica che c’è stata intorno a questa questione è superata dal fatto che per noi il Cro è e resterà un punto di riferimento e continuerà ad occupare il suo importantissimo ruolo come Irccs e in regione. Si tratta solo di un periodo transitorio in cui è necessaria una sinergia più stretta tra Azienda sanitaria e l’istituto per migliorarne ulteriormente le funzioni».
Avete aperto il fronte regionale sul terzo mandato. Perché?
«A nostro avviso è assolutamente indispensabile discuterne e addivenire a una soluzione al più presto. Noi abbiamo posto il tema del terzo mandato, ma vogliamo sgomberare il campo subito: non si tratta di una questione personale legata al presidente Fedriga, ma è un principio per il quale ci battiamo a tutti i livelli. Per noi i cittadini- e solo loro – devono poter scegliere chi li amministra senza alcun vincolo posto dall’alto. Saranno sempre i cittadini, poi, a bocciare o a promuovere chi li ha amministrati male o bene. Non può essere una legge a limitare la candidabilità degli amministratori».
In regione è possibile procedere senza la necessità di leggi nazionali. C’è questa forza?
«In un momento in cui si discute di autonomia differenziata e il Friuli Venezia Giulia ha già una autonomia speciali che gli consente, in tema di legge elettorale, di legiferare in proprio, noi rivendichiamo questo ruolo. Potremo, inoltre, essere i precursori di una modalità che poi potrà essere ripresa anche da altre Regioni».
Parliamo di Province. Torneranno nel 2026, ma ci sarà anche un ripensamento rispetto ai “confini” attuali?
«Avere le Province elettive resta un obiettivo importantissimo e contiamo di concludere l’iter entro il 2025. Il tema delle dimensioni dei territori, invece, non lo abbiamo ancora affrontato. È un tema che va a toccare la sensibilità di tutti e se ci sarà la necessità di dover fare una valutazione la dovremo fare in maniera attenta, ascoltando tutti i territori. Non è comunque un argomento che oggi è posto all’ordine del giorno».
Si pensava a un via libera per i nomi dei candidati nella scorsa riunione di maggioranza. Invece ….
«Noi siamo un movimento fortemente legato al territorio. Provincia e sezione di Pordenone, la stessa cosa valeva per Gorizia dovevano ancora trarre le definitive conclusioni. Noi abbiamo Luca Fasan e Alessandro Basso che sono ottimi amministratori, devono però confrontarsi con gli alleati tenendo anche conto che potrebbero esserci altre persone che magari vorrebbero candidarsi. Io conto che già dalla prossima settimana si possa addivenire a una candidatura unica.
Salvini assolto. Avete brindato?
«Abbiamo brindato in primis a Matteo Salvini come uomo perché ha subito per tre anni un processo politico voluto da 5Stelle e Pd che si sono aggrappati a questa sentenza come se fosse una rivalsa elettorale. Il fatto che sia stato assolto perchè il fatto non sussiste dimostra come tutte le iniziative a difesa dei confini rispettassero la volontà popolare e fossero legittime sotto l’aspetto giuridico».
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