Gnl per l’America una nuova frontiera economica, o no

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Il gas naturale liquefatto (Gnl o Lng nella sigla inglese) rappresenta una delle risorse chiave per il panorama energetico ed economico del mondo occidentale. Lo studio “Major new US industry at a crossroads: a US Lng impact study – phase 1” promosso dalla compagnia americana di analisi finanziaria S&P Global, sottolinea il ruolo che gli Stati Uniti hanno iniziato a ricoprire nel settore a partire dall’ultimo decennio e analizza le prospettive di crescita di un’industria, quella del Gnl, che negli Usa risulta essere relativamente nuova.

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Opportunità e problematiche per l’industria del Gnl negli Usa

Lo studio evidenzia enormi opportunità di crescita economica offerte dall’industria del GNL, soprattutto in seguito al conflitto russo-ucraino. Investimenti infrastrutturali importanti sono stati fatti dagli Stati Uniti al fine di far accelerare l’incremento dell’enorme motore dell’industria intorno al 2016; industria che si è conseguentemente ritrovata a sostenere con efficienza la maggiore richiesta di Gnl pervenuta dalle nazioni europee in seguito al conflitto. Dal 2016 il settore ha contribuito con 408 miliardi di dollari al Pil nazionale, sostenendo l’impiego di 273.000 posti di lavoro diretti, indiretti e indotti nei soli Stati Uniti. Tuttavia, non è tutto rose e fiori; una serie di rischi normativi e legali stanno mettendo a rischio oltre 250 miliardi di dollari di Pil incrementale, conseguentemente compromettendo più di 100.000 posti di lavoro annui fino al 2040. Inoltre, se il potenziale di crescita delle esportazioni statunitensi non dovesse concretizzarsi a causa di queste problematiche, l’85% del divario risultante da tale perdita verrebbe colmato dall’utilizzo di combustibili fossili provenienti da fonti non statunitensi. Entro il 2040 l’industria del Gnl statunitense dovrebbe avere un impatto economico pari a 1,3 trilioni di dollari nel Pil, 2,5 miliardi in guadagni per le aziende, oltre 900 milioni in investimenti e 165 milioni in tasse e 250 dollari per famiglia di guadagno potenziali; un potenziale rallentamento dovuto a questioni normative potrebbe spaventare potenziali investitori e far spiralizzare negativamente un trend in grande crescita. 

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Prezzi e innovazione tecnologica, un trend positivo

Le enormi risorse di gas naturale statunitensi hanno sostenuto una crescita della produzione interna di oltre 40 bcf/d dal 2010, superando la crescita delle esportazioni di GNL con un rapporto di 3 a 1 rispetto al passato, e hanno al contempo determinato una riduzione sostenuta dei prezzi per i contraenti americani. Questo cambiamento di dinamica nella capacità estrattiva e nell’abbassamento dei prezzi è principalmente dovuto dall’effetto combinato di due tecnologie: la fratturazione idraulica e la trivellazione orizzontale. Conseguentemente, in questo contesto d’innovazione tecnologica e nonostante la crescita di 13 bcf/d del fabbisogno di gas dal 2016, i prezzi all’ingrosso hanno continuato la loro tendenza al ribasso, interrotta solo temporaneamente dalla combinazione della rapida crescita post-COVID e dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022 che ha necessariamente veicolato parte delle risorse agli alleati europei.

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I requisiti ambientali limitano la crescita economica?

Il Gnl è spesso visto come un’opzione più sostenibile rispetto ad altri combustibili fossili, tuttavia il rapporto evidenzia come una regolamentazione inefficace, unita a uno stallo normativo, possano portare ad annullare i benefici positivi di questa risorsa. Lo studio evidenzia che il Dipartimento dell’Energia (DOE) ha messo in pausa le autorizzazioni per i progetti Gnl che non hanno un Fta (Free Trade Agreement). Questa sospensione riguarda in particolare i progetti che non hanno ancora ottenuto le autorizzazioni della Ferc Federal Energy Regulatory Commission) per esportare verso Paesi non appartenenti agli accordi di libero scambio. Più di una mezza dozzina di progetti proposti sono stati colpiti da questa decisione venendo stoppati per conto del FERC dalla DC Court of Appeals, come ad esempio la struttura di esportazione Rio Grande Lng (capacità di 2,3 bcf/d), stoppata nonostante avesse già raggiunto la decisione finale d’investimento (FID) o Il progetto Texas Lng (capacità di 0,5 bcf/d), che prevedeva di raggiungere la FID entro il quarto trimestre del 2024. In fine più recentemente, anche l’autorizzazione al progetto Calcasieu Pass II (capacità di 1,3 bcf/d) è stata revocata dalla FERC, che ha richiesto ulteriori approvazioni ambientali. In seguito a ciò il Doe (United State Department of energy) ha anch’esso sospeso le autorizzazioni per progetti senza FERC approval per esportare verso Paesi non-FTA. Il Doe sta conducendo uno studio, previsto per dicembre 2024, per esaminare se gli impatti economici e ambientali dei progetti Lng siano coerenti con l’interesse pubblico. I risultati di questo studio verranno presi in esame nella seconda parte della ricerca (Phase-2). 

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