È il gol dell’anno! Si fa tutto il campo da solo e fa impazzire la squadra della sua vita

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Quando bisogna tirar fuori paragoni con George Weah, Leo Messi o Maradona le opzioni sono due: o si è impazziti, o l’hai fatto veramente bello. Nel caso di Michael Caligiuri la soluzione è un mix. Sì perché è da fuori categoria partire da poco fuori la propria area di rigore, farsi una settantina di metri palla al piede e segnare, però è pazzia pensare di farlo contro la seconda in classifica nella partita più surreale del 2024, quella che va chiusa per forza con il gol dell’anno.

ENCARA CALIGIURI

«Messi, Messi, Messi, Messi, Messi, Messi. Immens Messi! Encara Messi, encara Messi, encara Messi, encara Messi, encara Messi, encara Messi, encara Messi, encara Messi! Goal, goal, goal…» e via dicendo. Una di quelle telecronache che si sanno a memoria, frame per frame, diventate leggenda proprio come la rete di Leo in Copa del Rey contro il Getafe, illogicamente simile a quella di Diego nel Mondiale dell’86: palla presa a metacampo, mezza squadra avversaria dribblata, portiere compreso, e conclusione vincente in caduta a porta vuota. Un paragone irriverente, come disse Marco Cattaneo? Sicuramente, visto il calibro di due dei giocatori più forti di sempre e dei due palcoscenici, ma il primo pensiero vedendo Caligiuri in azione non può che essere quello.

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Al 34′ di Arcellasco-Leon, partita che in poco più di mezz’ora è già indimenticabile, con i padroni di casa, chiamati a salvarsi, avanti 3-1 contro la seconda potenza del campionato, il numero 10 riceve palla quasi all’altezza della panchina biancorossa, accelera il passo, brucia Brambilla (che non spende il fallo perché già ammonito), arriva nei pressi dell’area avversaria, sterza sul destro evitando Fiorin e con il piede debole incrocia in scivolata battendo il portiere ospite. Qualche dribbling in meno rispetto ai due fenomeni argentini, certo, ma anche qualche metro di cavalcata in più per andare a segnare un gol sensazionale, per difficoltà, tecnica, qualità e significato.

«Quando mi sono trovato là davanti mi sono detto: “Perché no dai, mi butto“. – con semplicità, come se fosse la prassi, sintetizza così i pensieri di quella sgroppata Caligiuri, che aggiunge – È stato un grandissimo gol, sono contento. Oggi mi sentivo bene, andavo più degli altri». Sì, perché se la rete resterà incastonata nella memoria sua e di tutti quelli che l’hanno vista, il contorno è una prestazione da diez vecchia scuola: controlli precisi, dribbling ubriacanti, strappi in velocità e pure qualche pallone recuperato. Con ogni probabilità la migliore del girone d’andata, mentre sul gol il dubbio viene guardando alla carriera: «Il più bello di sempre? Ne avevo fatto uno in rovesciata contro il Calolziocorte quando eravamo in Promozione, però, sì, possiamo metterlo alla pari».

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CUORE BIANCOROSSO

Difficoltà, tecnica e qualità, si diceva del gol segnato da Caligiuri, ma pure significato. Non solo quello relativo alla partita, vinta da sfavoriti 5-2 contro una Leon a caccia del ritorno in Serie D, anche e soprattutto quello di cuore. «Sono qui da quando ho 15 anni, anzi, di più perché ho fatto tanto settore giovanile. – scava nella memoria Michael, classe 1996 che con la maglia biancorossa delle Poiane ha vissuto praticamente tutta la sua vita, lasciandola solo per un anno con il passaggio ai rivali dell’AltaBrianza –  C’è stato un periodo in cui mi sentivo di dover cambiare, l’ho fatto e non è andata nel migliore dei modi. Alla fine la chiamata è arrivata e sono subito tornato, anche perché questa è casa mia».

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Un ritorno avvenuto proprio quest’estate, dando il via all’11esima stagione con la prima squadra degli erbesi, condotti alla vittoria di un campionato di Promozione nel 2016/2017 (destino vuole chiuso con tre punti di vantaggio proprio sulla Leon) e alla finale di Coppa Lombardia persa contro il Casteggio nel 2022/2023. Un anno terminato però con il raggiungimento del secondo turno dei playoff e il ripescaggio in Eccellenza, categoria dove l’Arcellasco chiude il girone d’andata in piena zona salvezza, con ben 24 punti in saccoccia, merito proprio della cinquina dell’ultima giornata.

«Sono contento soprattutto per la squadra perché ce lo meritiamo. Siamo partiti male, però non era facile finire l’andata fuori dai playout: abbiamo fatto un grandissimo lavoro. – dice Caligiuri, che chiude parlando dell’altro grande protagonista di giornata, ovvero quel Davide Giugliano, autore di una doppietta e di una partita quasi perfetta, con cui per la terza stagione condivide il classico feeling da duo delle meraviglie in attacco – È un grande giocatore, poi quest’anno anche il mister gli ha fatto cambiare mentalità. Fa tanto lavoro sporco e sono contento che oggi sia riuscito a mettere questa doppietta perché se lo merita per i sacrifici che sta facendo». Gli stessi che bisognerà continuare a fare nel 2025 per evitare la trappola dei playout, e chissà, magari aggiungendo una terza perla alla collana dei gol impossibili.





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