Bonus affitto, torna nel 2025 il contributo per chi ha difficoltà a pagare

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Dal 2025 torna con il bonus affitto anche un contributo molto importante per tutti coloro che, in qualità di inquilini, si trovano in difficoltà a pagare l’affitto.

Grazie al rifinanziamento di un fondo apposito, molti contribuenti potranno tirare un sospiro di sollievo il prossimo anno se si ritrovano in stato di morosità.

Ma vediamo meglio di cosa si tratta, e come richiedere questo contributo.

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Per saperne di più in merito all’argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Informazione Fiscale.

Bonus affitto 2025, rifinanziato il fondo morosità incolpevole: di cosa si tratta

Come riporta Fanpage, il prossimo anno il fondo morosità incolpevole torna per tutti coloro che si trovano in una condizione di disagio economico tale da non poter sostenere le spese dell’affitto.

Ma che cos’è il Fondo morosità incolpevole? Si tratta di uno stanziamento istituito nel 2013 e quasi ogni anno rifinanziato per sostenere le famiglie in difficoltà con l’affitto non pagato.

Abolito nel 2022, solo dopo 3 anni torna disponibile grazie ad un emendamento presentato in sede di Manovra e, stando a Fanpage, recentemente approvato dalla Commissione Bilancio.

Con un finanziamento di 30 milioni, il fondo prevede il prossimo anno una copertura iniziale di 10 milioni di euro, mentre il secondo anno salirà a 20 milioni.

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Non pochi soldi, ma nemmeno così tanti da coprire le migliaia di persone che si trovano in morosità incolpevole, requisito principale per accedere a questo contributo.

E non soltanto questi: come per molti altri bonus, bisognerà rispettare diversi requisiti per poter accedere al contributo.

Bonus affitto 2025, come accedere al fondo morosità incolpevoli

Come già anticipato sopra, il fondo è destinato a coloro che risultano “morosi incolpevoli”, ovvero tutti coloro che non possono pagare l’affitto perché si trovano con pochi o senza soldi.

Stando a Fanpage, coloro che fanno richiesta devono trovarsi in uno stato di bisogno

“connesso alla perdita o alla consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare tali da non permettere o rendere particolarmente difficoltoso il pagamento del canone di locazione”.

Per capacità reddituale si deve intendere quanto previsto nel decreto interministeriale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 2016. Ovvero che la capacità reddituale può ridursi a causa della

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    perdita del lavoro per licenziamento,

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    mancato rinnovo di contratti a termine,

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    cessazione di attività d’impresa,

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    malattia grave, infortunio o decesso di uno dei componenti del nucleo familiare.

Oltre a ciò, non risultano al momento altri requisiti chiave per richiedere l’accesso al fondo. Stando all’emendamento, spetterà ai ministeri competenti aggiornare il decreto sopraccitato del 2016 per stabilire i criteri e le modalità di utilizzo delle risorse.

Anche perché i precedenti requisiti potrebbero non essere aggiornati con l’attuale situazione in cui versa l’Italia.

Infatti prima era richiesto non solo l’ISEE fino a 26mila (o un reddito Ise fino a 35 mila euro), ma anche il possesso della cittadinanza italiana e dell’atto di sfratto per morosità, con tanto di titolarità del contratto di locazione.

Bonus affitto 2025, a quanto ammonta il contributo

Nel caso del Fondo morosità incolpevoli, dato l’esiguo finanziamento annuo, il bonus può arrivare a coprire fino al 40% del reale fabbisogno.

Nella maggior parte dei casi, si può ottenere fino a 12mila euro di copertura annua, di cui 8 per sanare le morosità pregresse, e 4 per stipulare un nuovo contratto di locazione a canone concordato.

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Rispetto al bonus affitto tradizionale, questo contributo è richiedibile presso il proprio Comune di residenza. Per la richiesta si dovrà seguire le regole previste dagli specifici bandi emanati dagli enti locali, consultabili negli avvisi dell?Albo pretorio online di ogni Comune.

In alternativa, è possibile presentare la richiesta anche attraverso CAF (Centro di Assistenza Fiscale) e Patronati locali.



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