AGCOM * OSSERVATORIO 2024 – QUOTIDIANI: «NEL PERIODO GENNAIO-SETTEMBRE VENDUTE GIORNALMENTE 1,29 MILIONI DI COPIE, IN FLESSIONE SU BASE ANNUA DEL 9,4% E DEL 30,0% RISPETTO AL 2020»

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11.34 – venerdì 27 dicembre 2024

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(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni pubblica oggi l’Osservatorio sulle Comunicazioni relativo ai primi nove mesi dell’anno.

 

COMUNICAZIONI ELETTRONICHE

A fine settembre 2024 nella rete fissa gli accessi complessivi su base trimestrale non mostrano variazioni di rilievo, e rimangono attestate intorno ai 20,25 milioni di linee. Le linee in rame si sono ridotte di circa 150 mila unità su base trimestrale e di 700 mila rispetto al settembre 2023, e nell’ultimo quadriennio sono diminuite di 4,60 milioni di accessi.

Pur se in flessione su base annua (-670 mila linee), gli accessi FTTC rappresentano il 45,9% della base clienti complessiva. Quelli FTTH crescono su base trimestrale di oltre 290 mila unità e di 1,18 milioni su base annua, mentre rispetto al settembre 2020 l’incremento è di 3,86 milioni di linee.
In aumento, anche se in misura più contenuta (circa 220 mila unità su base annua), risultano le linee Fixed Wireless Access che, alla fine dello scorso settembre, risultavano stimate in circa 2,30 milioni di accessi.

Le linee broadband complessive sono stimate in circa 19,20 milioni di unità, risultando in crescita sia su base trimestrale (per poco meno di +40 mila linee) che su base annua (+217 mila); da inizio anno la flessione delle linee DSL (circa -400 mila unità) è stata pertanto più che controbilanciata (+580 mila unità) dalla crescita delle linee in altra tecnologia.

Le dinamiche illustrate indicano un consistente aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commercializzata: il peso delle linee con velocità pari o superiori ai 100 Mbit/s è salito, tra il settembre 2020 e quello 2024 dal 48,8% al 76,5%. Da evidenziare la crescita del peso delle linee commercializzate con capacità trasmissiva ≥1GB/s, passato, corrispondentemente, dal 7,6% al 26,2% nel periodo 2020-2024.

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Continua la crescita del consumo di dati: in termini di volume complessivo, il traffico medio giornaliero nel periodo gennaio-settembre 2024 ha segnato una crescita del 16,2% rispetto al corrispondente valore del 2023, segnando, allo stesso tempo, un +68,8% rispetto al corrispondente valore del 2020. Ciò si riflette sul traffico giornaliero per linea broadband; i dati unitari di consumo, infatti, sono aumentati del 58,3% rispetto al 2020, passando da 5,88 a 9,30 GB per linea in media al giorno.

Per gli accessi broadband e ultra-broadband, a fine settembre 2024, Tim si conferma il maggiore operatore con il 36,4% degli accessi, seguito da Vodafone con il 16,1% e da Wind Tre e Fastweb rispettivamente con il 14,3% ed il 13,3%; seguono Sky Italia (3,8%), Eolo (3,6%) e Tiscali (3,4%).

È da segnalare che Sky Italia, tra i principali player presenti sul mercato, è quello che ha mostrato, su base annua, il maggiore dinamismo guadagnando 0,6 punti percentuali. In crescita anche il segmento degli operatori di minori dimensioni, che si valuta rappresentino oltre il 9% del mercato.
Relativamente al segmento delle linee in fibra, Tim detiene il primo posto con il 26,3% del mercato, ed è seguita da Wind Tre (17,2%), Vodafone (17,1%), Fastweb (15,4), Iliad (5,7%) e Sky Italia (5,5%).

Nella rete mobile, a fine settembre 2024, le sim attive (Human e M2M) sono 109 milioni, in crescita per oltre di 500 mila unità su base annua. Più in dettaglio, le sim M2M crescono di 730 mila unità, mentre le linee Human (cioè, “solo voce”, “voce+dati” e “solo dati” che prevedono iterazione umana) mostrano una flessione di circa 220 mila sim.

Le linee Human sono rappresentate per l’86,3% dall’utenza residenziale, mentre, con riferimento alla tipologia di contratto, oltre il 90% dei casi ricade nella categoria “prepagata”. Relativamente alle sim complessive, Tim è il leader di mercato con il 27,1%, seguita da Vodafone (26,4%), Wind Tre (23,7%), Iliad (10,5%), PostePay (4,0%) e Fastweb con il 3,7%.

Considerando il solo segmento delle sim “human”, Wind Tre rimane il principale operatore con il 24,0%, seguita da Tim (23,5%), Vodafone (21,0%) e Iliad che, con una crescita di 1,3 punti percentuali su base annua, raggiunge il 14,6%; con quote inferiori seguono PostePay (5,5%), Fastweb (5,1%) e CoopVoce (2,8%).
Sono valutabili in circa 58,9 milioni le sim “human” che hanno prodotto traffico dati nel corso dei nei primi nove mesi del 2024, valore superiore di circa 1,6 milioni di unità rispetto al corrispondente periodo del 2023.
Nel periodo gennaio-settembre 2024 il traffico dati giornaliero della telefonia mobile è cresciuto su base annua del 15,6% e di oltre il 160% rispetto al 2020. Corrispondentemente, il consumo medio unitario giornaliero è stimabile in circa 0,86 GB, in crescita del 12,1% rispetto al 2023. Tale valore risulta superiore di oltre il 150% nei confronti del corrispondente periodo del 2020, quando il consumo giornaliero di dati risultava stimabile in 0,34 GB.

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TELEVISIONE

Nel settore televisivo gli ascolti medi giornalieri relativi nei primi nove mesi del 2024 rispetto al corrispondente periodo del 2023 mostrano una leggera crescita sia nel “intero giorno” (da 8,07 a 8,12 milioni) che nella fascia oraria “prime time” (da 18,64 a 18,78 milioni); tale incremento sembra legato, in particolare ad eventi sportivi a grande richiamo di pubblico quali i campionati europei di calcio (giugno-luglio) ed i giochi olimpici di Parigi (luglio-agosto).

Ampliando l’arco temporale dell’analisi al 2020, gli ascolti medi del 2024 si sono ridotti, nell’“intero giorno” e nella fascia “prime time”, rispettivamente di 1,84 milioni (-18,5%) e di 3,96 milioni di unità (-17,4%).
Con riferimento al pre-pandemico 2019, anche se con intensità minore, si conferma il tendenziale calo degli ascolti della televisione generalista: in questo caso la riduzione dei telespettatori è di 900 mila nel giorno medio e di 2,2 milioni nella fascia “prime time”.

Con riferimento ai principali gruppi televisivi, gli spettatori medi dell’“intero giorno”, nei primi nove mesi del 2024 vedono Rai superare Mediaset (3,01 vs 2,96 milioni di spettatori), con la concessionaria pubblica che rispetto al 2023 non evidenzia variazioni di rilievo mentre Mediaset mostra una flessione di circa 70 mila telespettatori (-2,2%). Ampliando l’arco temporale dell’analisi, tra il 2020 e il 2024 Rai perde 820 mila telespettatori (-21,5%) mentre per Mediaset si registra una riduzione di circa 510 mila telespettatori (-14,6%).

Con riferimento allo share, nei primi nove mesi dell’anno Rai supera Mediaset di 0,6 punti percentuali (37,1% contro il 36,5%), mentre nel 2020 la quota di Rai risultava superiore di 3,7 punti percentuali (38,5% contro il 34,8%).
Dopo i due principali gruppi televisivi seguono, WB/Discovery che con circa 760 mila spettatori giornalieri mostra una crescita del 12,1% su base annua, Comcast/Sky i cui ascolti (intorno ai 610 mila spettatori) rispetto al 2023 mostrano un lieve aumento (+1,0%) e Cairo Communication/La7 che cresce del 9,8% (da 310 a 340 mila telespettatori circa).

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Nella fascia “prime time”, nel periodo gennaio-settembre 2024, Rai si conferma principale editore televisivo con ascolti medi giornalieri pari a 7,26 milioni (38,7% di share), contro i 6,63 di Mediaset (35,3% share).
Gli spettatori di Rai mostrano su base annua un leggero aumento (da 7,13 a 7,26 milioni di spettatori), mentre Mediaset vede ridursi gli ascolti di 380 mila spettatori (da 7,00 a 6,63 milioni).

WB/Discovery con 1,68 milioni di ascolti giornalieri (+23,5% su base annua) conferma il “sorpasso” su Comcast/Sky i cui ascolti (1,40 milioni giornalieri) mostrano una lieve flessione rispetto al 2023 (-1,3%).
Il gruppo Cairo Communication/La 7 nel “prime time” registra ascolti pari a 1,09 milioni, in aumento di circa 140 mila ascoltatori rispetto al 2023 % (+14,3%). Gli ascolti degli altri gruppi televisivi nei primi tre trimestri del 2024 hanno mostrato, su base annua, una flessione sia nell’“intero giorno” (-10 mila ascolti) che nel “prime time” (-60 mila ascolti). Tra il 2020 e il 2024 il loro peso sugli ascolti complessivi è sceso dal 6,6% al 5,3% nella fascia oraria “intero giorno” e dal 4,8% al 3,8% nel “prime time”.

Con specifico riferimento all’andamento complessivo dei principali canali dei gruppi editoriali analizzati (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rete 4, Canale 5, Italia 1, La7, TV8 e Nove), nella fascia “intero giorno”, gli ascolti nei primi nove mesi del 2024 mostrano una leggera crescita (+50 mila telespettatori) rispetto al corrispondente periodo del 2023 (da 5,18 a 5,23 milioni) con flessioni per Rai 3 (-6,4%), TV8 (-3,5%), Canale5 (-2,6%). Incrementi si registrano per Rai 2 (+11,1%), Italia 1 (+0,2%), Rete 4 (+3,7%), risulta più robusta la crescita degli ascolti di La7 (+13,0%) e soprattutto quella di Nove (+24,8%), mentre gli ascolti di Rai 1 si mantengono sostanzialmente costanti (pari a 1,48 milioni di telespettatori).

Con riferimento ai primi nove mesi del 2020, i tre canali della concessionaria pubblica riducono gli ascolti di 590 mila spettatori (-19,4%), quelli Mediaset di 450 mila unità (-17,7%); i canali La7 e TV8 mostrano entrambi una flessione superiore l 19%, mentre per il canale Nove si registra in crescita dell’1,1%.

Nella fascia “prime time”: gli spettatori complessivi dei nove canali considerati, su base annua, passano da 12,66 a 12,94 milioni, con una crescita di 280 mila spettatori giornalieri. Come sopra ricordato, tale aumento sembra attribuibile, almeno in parte, ai campionati europei di calcio, iniziati a metà giugno ed ai giochi olimpici di Parigi, iniziati in luglio: gli ascolti giornalieri medi di Rai1 passano, nel periodo gennaio-settembre, infatti dai 3,78 milioni del 2023 ai 4,11 del 2024.

Cresce anche Rai 2 (+40 mila ascolti, 4,3%) mentre Rai 3, che mostra una flessione di 190 mila spettatori (-15,9%), riduce la crescita dei tre principali canali Rai a 170 mila ascolti (+2,9%). Corrispondentemente, i principali canali di Mediaset mostrano una diminuzione di circa 180 mila spettatori (-3,6%), con ascolti in lieve crescita (+0,6%) per Italia 1 (da 1,11 a 1,12 milioni) mentre quelli di Canale 5 e Rete 4 si riducono rispettivamente del 5,2% (da 2,99 a 2,84 milioni) e del 3,5% (da 820 a 800 mila). Crescono gli ascolti di La 7, (da 860 a 990 mila spettatori giornalieri, +15,7%) e quelli di Nove (da 390 a 570 mila, +47,7%), mentre gli ascolti di TV8 flettono del 7,7% (da 490 a 450 mila).

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Key data – canali TV

Guardando agli ascolti delle edizioni dei principali telegiornali nazionali nei primi nove mesi dell’anno le edizioni serali (fascia oraria 18:30-20:30) mostrano, rispetto al corrispondente periodo del 2023, una riduzione di circa 270 mila unità (da 14,68 a 14,41 milioni di spettatori). Il TG più visto rimane il TG1 delle 20:00 (con 4,08 milioni di ascolti giornalieri), seguito dal TG 5 delle 20:00 (con 3,39 milioni) e dalle edizioni della TGR delle 19:30 (trasmesse su Rai 3), che complessivamente raggiungono 2,15 milioni di ascolti.
In media, i TG Rai della sera perdono, su base annua, il 2,7% degli ascolti giornalieri (da 9,14 a 8,89 milioni di spettatori), con una riduzione per il TG1 delle 20:00 del 3,7% (da 4,24 a 4,08 milioni di spettatori), del 7,4% per il TG2 delle 20:30 (da 1,11 a 1,03 milioni di spettatori), mentre per il TG3 delle 19:00 gli ascolti rimangono sostanzialmente stabili (poco sopra 1,60 milioni di spettatori).

I TG serali di Mediaset registrano una complessiva riduzione del 5,1% (da 4,59 a 4,35 milioni di spettatori): nello specifico, gli ascoltatori del TG5 delle 20:00 passano da 3,54 a 3,39 milioni (-4,2%), quelli di Studio Aperto delle 18:30 da 500 mila a 470 mila (-7,2%), mentre gli ascolti del TG4 delle 19:00 passano da 540 a 490 mila spettatori giornalieri circa (-9,1%). In controtendenza, il TG La7 delle 20:00 nel 2024 registra ascolti in aumento del 22,1% rispetto all’anno precedente (da 0,96 a 1,17 milioni).

Guardando alle edizioni della fascia oraria 12:00-14:30, si osserva una flessione su base annua di oltre 300 mila spettatori (da 12,28 a 11,98 milioni di spettatori). Il TG più visto è il TG1 delle 13:30 (3,07 milioni di ascolti), seguito dal TG5 delle 13:00 (2,65 milioni) e dalle edizioni della TGR delle 14:00 (anch’esse trasmesse su Rai 3), che raggiunge 2,09 milioni di ascolti.

I TG della Rai perdono complessivamente 200 mila spettatori (da 7,56 a 7,36 milioni, -2,7%) mentre quelli del gruppo Mediaset mostrano una riduzione del 4,9% (da 4,24 a 4,03 milioni circa). Nei primi nove mesi del 2024, l’andamento degli spettatori medi giornalieri dei due principali telegiornali, il TG1 delle 13:30 e il TG5 delle 13:00, evidenzia per entrambi ascolti in flessione rispetto all’analogo periodo del 2023. Quelli del TG1 diminuiscono del 5,1% (da 3,23 milioni a 3,07 milioni), mentre quelli del TG5 flettono del 6,9%, (da 2,84 a 2,65 milioni di spettatori giornalieri). Gli ascolti del TG La7 delle 13:30 passano da 490 a 600 mila circa (+21,9%).

Ampliando l’arco temporale dell’analisi (2020-2024), emerge come gli ascoltatori medi giornalieri dei TG considerati risultino nettamente inferiori ai livelli registrati nel 2020. Nella fascia 18:30-20:30 gli ascolti complessivi dei TG analizzati si riducono di 5,2 milioni (-26,4%), passando da 19,59 a 14,41 milioni di ascolti giornalieri . La concessionaria pubblica in questo caso registra una flessione del -28,6% (da 12,45 a 8,89 milioni), riduzione simile (-27,0%) è fatta segnare dai TG del gruppo Mediaset (da 5,96 a 4,35 milioni). Gli spettatori del TG La7 mostrano in questo caso una marginale flessione dello 0,6%, con ascolti di poco inferiori, in entrambi i casi, a 1,2 milioni. Di maggiore intensità risulta la contrazione degli ascolti del TG2 delle 20:30 (-43,9%, da 1,83 a 1,03 milioni di ascolti) e di Studio Aperto delle 18:30 (-47,3%, da 0,88 a 0,47 milioni).

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Per le edizioni dei telegiornali nella fascia 12:00-14:30 gli ascolti complessivi si riducono di 4,7 milioni passando da 16,67 a 11,98 milioni giornalieri (-28,1%). Più in dettaglio, i TG di RAI hanno perso 3,11 milioni di spettatori giornalieri (-29,7%), la flessione dei TG Mediaset risulta di intensità lievemente più contenuta (-27,0%), mentre la riduzione registrata dal TG La7 delle 13:30 risulta del 12,5%.
Key data – TG

Nel complesso, i principali canali “all news” (Rai News 24, TGcom24 e Sky TG24) nell’“intero giorno” riducono gli ascolti dell’8,3% su base annua. Pressoché stabili risultano gli ascolti nella fascia oraria 07:00-09:00, mentre in quella 18:00-20:30 diminuiscono del 7,3%. Rai News 24 è il canale più seguito sia nell’“intero giorno” che nelle fasce orarie 07:00-09:00 e 12:00-15:00, mentre TGcom 24 lo è in quella 18:00-20:30. Nel giorno medio è Rai News 24 il canale “all news” che su base annua mostra la flessione maggiormente rilevante (-14,9%) . TGCom24 e Sky TG24 registrano più contenute flessioni, rispettivamente del 2,7% e del 4,2%.

 

QUOTIDIANI

La crisi dell’editoria quotidiana si prosegue anche nei primi nove mesi del 2024. In media, nel periodo gennaio-settembre 2024, giornalmente, sono state vendute 1,29 milioni di copie, in flessione su base annua del 9,4% e del 30,0% rispetto al corrispondente periodo del 2020.

Suddividendo la distribuzione tra testate nazionali e locali, nel confronto con i primi nove mesi del 2023 i quotidiani nazionali hanno registrato una riduzione leggermente inferiore rispetto a quelli locali (-9,2% vs -9,8%). Tendenza che si conferma anche con riferimento all’intero periodo analizzato (2020-2024), con le testate nazionali che riducono le vendite del 29,0% mentre i quotidiani locali registrano, corrispondentemente, un più accentuata flessione del 31,3%. Le copie vendute giornalmente in formato cartaceo (1,10 milioni) su base annua si sono ridotte del 9,4% (risultavano pari a 1,22 milioni nel 2023) e del 32,8% rispetto al 2020 (quando ne venivano vendute giornalmente 1,64 milioni di copie).

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La scarsa attrattiva dei quotidiani venduti in formato digitale si conferma anche con riferimento ai dati dei primi nove mesi dell’anno, con una media di circa 190 mila copie giornaliere. La vendita di copie digitali è maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: nel 2024, le prime cinque testate del segmento digitale (“Corriere della Sera”, “Il Sole 24Ore”, “La Repubblica”, “Il Fatto quotidiano” e “La Stampa”), infatti, rappresentano poco meno del 60% delle copie complessivamente vendute. Il corrispondente valore per la versione cartacea (in questo caso i primi cinque quotidiani sono il “Corriere della Sera”, “La Gazzetta dello Sport”, “La Repubblica”, “Avvenire” e “La Stampa” e) è invece pari al 34,0%.

In relazione ai diversi “generi” editoriali, i principali cinque quotidiani a diffusione nazionale considerati “generalisti” (in ordine di diffusione: “Corriere della Sera”, “La Repubblica”, “La Stampa”, “Avvenire” e “Il Messaggero”), nei primi nove mesi del 2024 hanno registrato una flessione nella vendita di copie cartacee pari all’8,5% rispetto ai corrispondenti volumi del 2023 (tale flessione si amplia al 35,2% con riferimento al 2020). Stabili su base annua risultano le vendite giornaliere di copie in formato digitale mentre crescono del 10,0% rispetto al 2020.

Va osservato che tutte le altre categorie individuate (“altri quotidiani nazionali generalisti”, “testate a diffusione regionale o pluriregionale”, “quotidiani di informazione economica” e quelli “sportivi”) hanno registrato su base annua una riduzione nella vendita giornaliera di copie digitali (in media del 15,6%).

L’analisi per gruppi editoriali in termini di copie complessivamente vendute vede, da inizio anno, Cairo/RCS quale principale player sul mercato (19,1% che include Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport), seguito da GEDI con il 14,7% (il dato comprende, al 30 settembre 2024, 6 testate tra cui “La Repubblica” e “La Stampa”) , da Caltagirone Editore (“Il Messaggero”, “Il Mattino” e altre tre testate) e Monrif Group (che sotto il marchio “QN-Quotidiano Nazionale” comprende “Il Resto del Carlino”, “Il Giorno”, “La Nazione”) rispettivamente con il 9,2% e l’7,8%.

Seguono il Sole 24 Ore (4,7%), Nord-est Multimedia (“Il Mattino di Padova”, “La Tribuna di Treviso”, “La Nuova di Venezia e Mestre”, “Il Corriere delle Alpi”, “Il Messaggero Veneto”, “Il Piccolo” con il 4,6%, Amodei (Corriere dello Sport e Tuttosport comprensive delle edizioni del lunedì rappresentano il 4,5% del mercato) e il Gruppo Tosinvest con il 4,0% (con le testate “Il Giornale”, “Libero” e “Il Tempo”). In riferimento all’andamento delle vendite complessive (in formato cartaceo e digitale), negli ultimi 12 mesi (ottobre 2023-settembre 2024) quelle del “Corriere della Sera” (62,5 milioni di copie) sono risultate superiori alla somma delle vendite delle altre due principali testate generaliste (“La Repubblica” e “La Stampa”), pari a 57,6 milioni.
Pertanto, il “Corriere della Sera” risulta la principale testata con il 13,1%, seguita da “La Repubblica” (7,1%), “La Gazzetta dello Sport” (5,9%) e “La Stampa” (4,9%).

 

PIATTAFORME ONLINE

Analizzando i dati di utilizzo delle principali piattaforme online, nel mese di settembre 2024, 44 milioni e 317 mila utenti unici hanno navigato in rete, in media ciascuno per un totale di oltre 71 ore e 20 minuti. Ai primi posti della graduatoria si confermano l’insieme di siti web e applicazioni che hanno a riferimento i big player internazionali (Alphabet/Google, META/Facebook/Instagram, Amazon, Microsoft), seguiti dalle piattaforme afferenti ad alcuni gruppi editoriali e operatori nazionali (GEDI Gruppo editoriale, Cairo Communication/Rcs Mediagroup, Il Meteo, Poste Italiane).

Con riferimento all’andamento delle audience dei siti e applicazioni di informazione generalista, lo scorso settembre si sono registrati 38 milioni e 101 mila utenti unici, con una crescita del 2,3% (+843 mila visitatori) rispetto a settembre 2023. Più specificamente, con circa 29 milioni e 904 mila utenti unici, quello de “La Repubblica” è risultato il sito (e relative applicazioni) maggiormente frequentato (+7,4 rispetto al traffico raggiunto a settembre 2023), seguito da “Corriere della Sera” (28 milioni e 218 mila utenti, -1,4%) e “il Messaggero” (20 milioni e 804 mila internauti, +5,7%).

L’analisi delle piattaforme online di e-commerce evidenzia, con 38 milioni e 803 mila utenti unici registrati a settembre 2024, una crescita di 631 mila visitatori rispetto allo stesso mese del 2023. Nel dettaglio, ai primi posti si collocano i siti e le applicazioni di e-commerce di proprietà di Amazon, con 35 milioni e 767 mila utenti unici (in aumento dell’0,2% rispetto a settembre 2023), seguite da eBay che ottiene 16 milioni e 400 mila visitatori (-1,3%) e da Temu (PDD Holding) con 14 milioni e 823 mila utenti (+4%).

Passando ai portali e communities che offrono in maniera prevalente contenuti generati dai propri membri, fra cui i siti e applicazioni di social network, con oltre 39 milioni e 447 mila utenti unici raggiunti nel settembre 2024, si evidenzia una crescita su base annua, sia dei visitatori (+538 mila) che del tempo da loro dedicato alla navigazione (23 ore e 15 minuti, circa 50 minuti in più rispetto a settembre 2023). Limitando l’analisi ai servizi di social networking, ai primi posti riscontriamo le piattaforme riconducibili al gruppo META: Facebook con 36,9 milioni di utenti e Instagram con 33,8 milioni di visitatori che ottengono, se paragonati ai valori di settembre 2023, una crescita rispettivamente dello 0,5% e del 3,6%. Per la prima volta in controtendenza l’evoluzione di Tik Tok (Gruppo ByteDance) che ha registrato nel confronto con settembre 2023 una contrazione dei propri visitatori (-2,4%). Analogamente per LinkedIn, Pinterest e X (precedentemente denominato Twitter) si riscontrano delle dinamiche negative, rispettivamente, del –7,6%; -4,2% e -23,6%) se si confrontano gli utenti unici raggiunti rispetto a settembre 2023.

Con riferimento all’andamento degli utenti unici delle piattaforme che offrono servizi di video on demand (VOD) esclusivamente a pagamento, lo scorso settembre, con 15 milioni e 867 mila navigatori unici, si riscontra una crescita (+567 mila internauti) rispetto ai visitatori raggiunti nel settembre 2023. In media, nei primi nove mesi del 2024, Netflix, con 8,1 milioni di utenti unici registra una contrazione del 7,3% rispetto ai visitatori medi registrati nel medesimo periodo del 2023.

Segue, Amazon Prime Video i cui siti e applicazioni sono stati consultati da 7 milioni di visitatori medi (+8,1% sui valori medi dei primi nove mesi del 2023); Disney+ che raggiunge 3,6 milioni di internauti (+4,6%), Dazn visitato da 2,1 milioni di utenti unici (in lieve incremento pari a 0,6%) e, infine, Now (Sky), con visitatori unici medi pari a 1,4 milioni (+28,7%).
Il tempo di navigazione sui principali siti di streaming video che offrono servizi esclusivamente a pagamento, a settembre 2024, è di quasi 39 milioni di ore, in crescita se paragonato al settembre 2023 (+8,9%).

L’analisi delle ore complessivamente trascorse dai navigatori sulle diverse piattaforme da inizio anno, consente di osservare andamenti disomogenei per i principali operatori. Nel dettaglio, Netflix da circa 272 milioni di ore complessive realizzate nei primi nove mesi del 2023 registra una riduzione e passa a 256 milioni di ore nello stesso periodo del 2024.

Analogamente Dazn presenta una flessione delle ore di navigazione degli utenti sui relativi siti e applicazioni (-9,7% nello stesso arco temporale del 2024). Andamenti opposti si evidenziano, invece, nel tempo dedicato alla consultazione dei siti e applicazioni di Amazon Prime Video (che da 40 milioni di ore nei primi nove mesi del 2023, passa a quasi 57 milioni di ore nello stesso periodo del 2024) Disney+ e Sky/Now (che passano, rispettivamente, da 18 a 26 milioni di ore circa e da quasi 3 milioni di ore ad oltre 4 milioni di ore, dei primi nove mesi del 2023 dello stesso periodo del 2024).
Le piattaforme di video on demand (VOD) che offrono servizi gratuiti, con 36 milioni e 532 mila navigatori unici raggiunti lo scorso settembre, risultano in crescita rispetto agli utenti registrati a settembre 2023 (+ 1,5%).

Al riguardo, nei primi nove mesi del 2024, si sottolinea come, tra le piattaforme VOD gratuite, quelle maggiormente visitate in termini di utenti unici medi mensili sono risultate News Mediaset Sites (con 21,4 milioni), Sky TG24 (con 8,4 milioni) e RaiPlay (7,5 milioni). Il tempo di navigazione dedicato a questa tipologia di siti, lo scorso settembre, è stato di 25 milioni e 618 mila ore in lieve contrazione (-0,5%) a distanza di 12 mesi. Analogamente, anche le ore trascorse nella consultazione dei siti e applicazioni di tali piattaforme da parte di ciascun navigatore, pari a 42 minuti, risultano in contrazione (circa 50 secondi in meno rispetto a settembre 2023).

 

POSTE

Nel settore postale, la dinamica dei ricavi nei primi nove mesi del 2024 delle principali imprese presenti sul mercato registra una crescita del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2023, superando i 6,1 miliardi di euro. I servizi di consegna pacchi (comprensivi di quelli nazionali e transfrontalieri, inclusi o meno nel servizio universale) hanno registrato un incremento del 2,9%, mentre i servizi di corrispondenza (rientranti o meno nel servizio universale) mostrano nel complesso una crescita di poco inferiore (2,8%).

Tra i primi, il valore di quelli domestici (con mittente e destinatario nel territorio nazionale) è risultato pari a 3,33 miliardi di euro, e mostra un incremento del 4,1%, mentre i servizi di consegna pacchi transfrontalieri (con mittente nazionale e destinatario estero, o viceversa) crescono di un marginale 0,3%%, con ricavi che, da inizio anno, superano di poco 1,5 miliardi di euro.

Tra i servizi di corrispondenza, quelli non inclusi nel Servizio Universale hanno registrato un valore di poco inferiore ai 600 milioni di euro, con una crescita del 6,2% su base annua, mentre quelli inclusi, pari a circa 460 milioni, si sono ridotti del 2,3%.

Guardando alla composizione del settore per tipologia di servizio, i ricavi da servizi di consegna di pacchi rappresentano nel complesso il 78,8% delle risorse complessive mentre continua la riduzione dei servizi di corrispondenza compresi nel Servizio Universale (scesi al 7,5%).

Con riferimento all’andamento del mercato a 12 mesi (ottobre 2023 – settembre 2024), il valore complessivo ha sfiorato gli 8,5 miliardi di euro, con una crescita del 3,3% su base annua, con i pacchi in aumento del 3,7% e i servizi di corrispondenza dell’1,6%.

Dal lato dei volumi, da inizio anno i pacchi consegnati hanno superato gli 800 milioni (+7,0% rispetto ai corrispondenti valori del 2023) di cui l’86,5% con mittente e destinatario nazionali, mentre quelli transfrontalieri hanno mostrato una crescita inferiore all’1,0%. I volumi dei servizi di corrispondenza, in media, mostrano una flessione del 6,3%, con quelli inclusi nel servizio universale che scendono del 7,1%, mentre quelli esterni a tale perimetro mostrano una riduzione del 6,3%. I servizi di notifica di atti giudiziari, invece, mostrano una crescita rispetto al corrispondente periodo del 2023 del 4,1%.

Con riferimento alle dinamiche degli ultimi 12 mesi, i volumi dei pacchi sono aumentati in media dell’7,7% (oltre 1,1 miliardi di unità consegnate), mentre quelli dei servizi di corrispondenza nel complesso sono diminuiti del 6,5% (a meno di 1,9 miliardi di unità nel 2023-2024).

Sulla base delle dinamiche sopra illustrate, i ricavi unitari medi dei servizi di corrispondenza mostrano, su base annua, una crescita dell’8,6%, determinata soprattutto dai servizi non inclusi nel Servizio Universale (+11,9%). Allo stesso tempo, quelli relativi ai servizi di consegna dei pacchi nazionali e internazionali hanno fatto segnare flessioni, rispettivamente del 3,5% e dell’1,4%.

Il quadro concorrenziale del settore, nel suo complesso (servizi di corrispondenza e di consegna pacchi, rientranti o meno nel servizio universale) conferma il Gruppo Poste Italiane quale principale operatore con una quota complessiva del 34,0% (in crescita di 1,7 punti percentuali su base annua); seguono Amazon (con il 14,3%), BRT (con il 13,4%), DHL (10,6%), GLS (10,2%) e UPS (8,4%).

Guardando all’assetto competitivo delle singole componenti del mercato, il gruppo Poste Italiane domina il settore dei servizi di corrispondenza con una quota del 95,7%. Il segmento dei pacchi si caratterizza per una più accentuata dinamica concorrenziale: i principali operatori risultano Amazon ed il Gruppo Poste Italiane, il primo con una quota del 18,2%, il secondo con il 17,4% (in crescita di 2,2 punti percentuali su base annua), e sono seguiti da BRT con il 17,0%, DHL (13,4%), GLS (13,0%) e UPS (10,6%).

Con riferimento alle direttrici geografiche, nel segmento relativo a mittente e destinatario nazionali (rappresentativo del 68,8% del mercato dei pacchi), con riferimento ai ricavi del periodo gennaio-settembre 2024 Amazon detiene il 26,5%, il Gruppo Poste Italiane il 24,0% e BRT il 21,0%. Allo stesso tempo, nel segmento transfrontaliero, DHL risulta il principale player (32,6%), seguito da UPS (29,5%) e da FedEx-TNT (20,0%).



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