le sfide dell’Italia per il 2025, tra decarbonizzazione e competitività industriale

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L’Italia si trova di fronte a importanti sfide energetiche per il 2025, in un contesto internazionale profondamente mutato dalla recente vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi del 2024. Il settore siderurgico italiano, cruciale per l’economia nazionale, deve ora bilanciare gli obiettivi di decarbonizzazione con la necessità di mantenere la competitività a livello internazionale, in un quadro geopolitico ed energetico in rapida evoluzione. Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha portato a un significativo cambio di rotta nelle politiche energetiche e climatiche americane.

La sua amministrazione mira a quella che chiama “dominanza energetica”, puntando a rendere gli Stati Uniti un potente rivale di Russia, Arabia Saudita e altri grandi esportatori di petrolio dell’Opec+. Si prevede che Trump ritirerà nuovamente gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima, permetterà le trivellazioni nelle riserve naturali dell’Alaska e promuoverà l’uso di combustibili fossili. Questo approccio potrebbe ampliare ulteriormente il divario competitivo tra Usa ed Europa in termini di costi energetici. In questo nuovo scenario, la criticità del divario nel costo dell’energia elettrica tra l’Italia e gli altri paesi europei diventa ancora più rilevante. Nel 2023, le imprese energivore italiane hanno pagato l’elettricità a oltre 110 euro/MWh, contro i circa 65 euro/MWh delle omologhe tedesche.

Questo gap rappresenta un serio svantaggio competitivo per l’industria italiana, in particolare per settori ad alta intensità energetica come la siderurgia. Nonostante le nuove sfide poste dalla politica energetica di Trump, il settore siderurgico italiano mantiene l’ambizioso obiettivo di diventare il primo al mondo nella produzione di acciaio totalmente “verde” entro il 2025-2026. Per raggiungere questo traguardo in un contesto internazionale meno favorevole, si stanno intensificando le strategie di sfruttamento delle energie rinnovabili nazionali, utilizzo del meccanismo di Energy Release, investimenti in impianti di produzione propri e esplorazione di accordi per l’importazione di energia nucleare dalla Francia. Per affrontare queste sfide, il settore sta puntando su progetti innovativi come la creazione di consorzi per l’utilizzo di biometano, l’esplorazione dell’uso dell’idrogeno nei processi produttivi e investimenti in impianti di Direct Reduced Iron.

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Questi sforzi si inseriscono in un contesto europeo che richiede un delicato equilibrio tra le politiche di decarbonizzazione e la necessità di mantenere la competitività dell’industria continentale. La vittoria di Trump rende ancora più cruciale il ruolo delle politiche europee nel sostenere la competitività dell’industria continentale. Si richiede una revisione urgente di alcune norme, come il sistema Ets (Emission trading system) e il Cbam (Carbon border adjustment mechanism), per evitare la delocalizzazione o la deindustrializzazione, specialmente alla luce delle politiche energetiche meno restrittive che si prevedono negli Stati Uniti. In questo contesto, l’Italia sta anche esplorando nuove opportunità di collaborazione internazionale.

Ad esempio, il progetto del cavo elettrico con la Tunisia potrebbe consentire l’importazione di energia rinnovabile dal Nord Africa, contribuendo agli obiettivi di decarbonizzazione e diversificazione delle fonti energetiche. Le sfide energetiche dell’Italia per il 2025 richiedono ora un equilibrio ancora più delicato tra sostenibilità ambientale e competitività industriale. Il settore siderurgico si propone come pioniere nella transizione verso una produzione totalmente green, ma chiede al contempo un supporto normativo e politico rafforzato per non perdere terreno rispetto ai concorrenti internazionali, in particolare quelli statunitensi. La capacità di innovare, investire e collaborare a livello europeo sarà cruciale per il successo di questa transizione energetica in un contesto globale sempre più complesso e competitivo. L’Italia dovrà dimostrare agilità e resilienza nel navigare queste acque turbolente, bilanciando gli imperativi ambientali con le esigenze di competitività economica in un panorama energetico globale in rapida evoluzione.

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