la prevenzione parte da scuola

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Bilancio positivo, in termini di attenzione degli studenti e capacità di elaborazione delle tematiche e degli spunti emersi, nella giornata dedicata alla prevenzione dei fenomeni di violenza fra i banchi di scuola, promossa dalla Fondazione I figli degli Altri che, guidata dalla psicologa e psicoterapeuta Rosetta Cappelluccio, sviluppa progetti di aiuto e di ascolto, rivolti a bambini e adolescenti che hanno vissuto o stanno vivendo tra abusi e violenze.

Il Progetto P.a.r.l.a, acronimo di Prevenzione di aggressività, rischi legalità e abusi), è stato ospitato dalla Fondazione Morra- Greco e ha visto protagonisti 120 studenti napoletani dell’Istituto Antonio Esposito Ferraioli di Napoli: ragazzi dai 14 ai 19 anni chiamati, in dodici tavoli e con l’assistenza di almeno uno psicologo per ogni tavolo, a un confronto sui fenomeni di aggressività tra i giovani, purtroppo in aumento. 

“ I dati parlano chiaro – ha spiegato la presidente della Fondazione I figli degli Altri – Nel 2023 in Italia sono stati trattati 291 casi di cyberbullismo. Per le vittime diventa difficile denunciare perché in molti casi non sanno di avere diritto a una tutela, a volte credono di meritarsi certi insulti e non vogliono apparire fragili di fronte ai loro genitori. I nostri incontri nascono proprio con l’obiettivo di  accrescere le competenze di gestione emotiva e dei comportamenti più responsabili tra gli adolescenti”.

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Per quanto riguarda bullismo e cyberbullismo, secondo i dati nazionali, e la Campania non si discosta da essi, c’è almeno il 20 per cento degli studenti della scuola secondaria che riferisce di essere stata vittima di bullismo.

Sono tante soprattutto le forme di violenza e di aggressione on line a danno dei minorenni: “Nel 2023, in Italia – ha spiegato la Cappelluccio –   le denunce che hanno riguardato forme di aggressione online, a danno di minorenni, sono state 3444: un numero davvero impressionante. Non a caso, i momenti di incontro che promuoviamo servono anche per sensibilizzare i più giovani sull’importanza della sicurezza digitale e  sulla diffusione di contenuti pedopornografici tra gli adolescenti”.

Nei tavoli di confronto gli studenti hanno discusso dell’uso improprio delle armi a scuola e sono state poste loro domande mirate per spingerli a riflettere sulla violenza da diversi punti di vista: della vittima ma anche del carnefice. Agli studenti sono stati anche mostrati brevi video-clip di processi giudiziari, dove a parlare sono proprio i ragazzi che hanno commesso reati; con l’obiettivo di riflettere sul tema dell’aggressività tra pari.

“Non dimentichiamo – ha proseguito Cappelluccio –  che i nostri studenti si trovano ad affrontare quotidianamente situazioni di stress, ansia da prestazione, depressione, bullismo, cyberbullismo, violenza e incitazione alle armi e che spesso non hanno gli strumenti emotivi per recepire e gestire temi così complessi”.

Il mese scorso, infatti, dopo il via libera della Camera e l’approvazione a Senato, è entrata in vigore la legge sulle competenze non cognitive, definitive dall’Oms “Life Skills”, che ha stabilito che anche a scuola si insegneranno empatia e gestione dell’ansia e dello stress. La nuova norma prevede una sperimentazione triennale di queste attività, che partirà dal prossimo anno scolastico, proprio nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. 

Gli studenti hanno discusso anche del preoccupante fenomeno della sextortion, che ha investito centinaia di adolescenti, soprattutto maschi, di età compresa tra i 15 e i 17 anni, trasformando l’esplorazione sessuale tipica in fase adolescenziale in un incubo fatto di ricatti e somme di denaro estorte sotto minaccia.

“Nel 2023   – denuncia Cappelluccio  – nel nostro Paese sono stati trattati 137 casi di sextortion, la maggior parte dei quali nella fascia 14-17 anni, ma anche il dato che riguarda i minori di età compresa tra i 10-13 anni desta preoccupazione per la particolare fragilità di queste giovani vittime. Per non parlare delle social challenge, sfide di coraggio altamente pericolose che si diffondono via web per acquisire popolarità: tra esse, l’ingestione di detersivo, il binge drinking, ovvero bere molto alcol in poco tempo, il knockout, ossia colpire con un pugno uno sconosciuto senza motivo e, non ultima, la folle sfida di cospargere il corpo con liquidi infiammabili in prossimità di un rubinetto d’acqua. A volte diventa veramente difficile – osserva la presidente della Fondazione I Figli degli altri – percepire le parole e i segnali di aiuto che lanciano i nostri ragazzi. Per questo motivo abbiamo attivato, nella sede della Fondazione, lo sportello gratuito di ascolto, che si può contattare telefondando al numero 081-3534885”. 
 

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