“La droga della risata è una pandemia tra i giovani”

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La cosiddetta ‘droga della risata’ sta diventando una vera e propria pandemia tra i giovani. Questo soprannome, apparentemente innocuo, si riferisce al gas esilarante, un anestetico utilizzato in ambito medico che si è trasformato in una pericolosa moda tra gli adolescenti. Accessibile a basso costo, facilmente reperibile online e persino nei supermercati, il gas esilarante è percepito come innocuo, ma i suoi effetti sulla salute e sulla psiche dei giovani stanno suscitando allarme in tutta Europa, Italia compresa. Per approfondire questa emergenza sociale e culturale, Interris.it ha intervistato Luciano Squillaci, presidente della FICT (Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche), un’organizzazione presente su tutto il territorio nazionale con circa 600 servizi dedicati alla prevenzione, cura e riabilitazione dalle dipendenze. Con Squillaci abbiamo affrontato il tema delle nuove dipendenze, le preoccupanti statistiche sugli adolescenti e il ruolo cruciale delle famiglie e delle istituzioni formative nell’ascolto dei giovani e nella promozione di modelli educativi positivi.

L’intervista a Luciano Squillaci presidente FICT

Che cos’è la FICT e di cosa si occupa principalmente?

“La FICT (Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche) è presente in tutta Italia con circa 600 servizi. La sua attività principale riguarda le dipendenze, intese in senso ampio: non solo quelle da sostanze illegali, ma anche da sostanze legali e dipendenze comportamentali come gioco d’azzardo e internet. La federazione si occupa anche di giovani, offrendo percorsi educativi strutturati con servizi residenziali e diurni per minori e giovani. Inoltre, gestisce iniziative rivolte ai migranti e altre attività sviluppate nel corso dei suoi 40 anni di storia, rispondendo ai bisogni emergenti”.

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Si parla sempre più spesso della droga della risata: cos’è e quali sono i rischi?

“La ‘droga della risata’ è il gas esilarante, un anestetico usato in ambito medico per anestesie brevi su soggetti fragili per fare operazioni, come per esempio ai denti. Negli ultimi anni, è diventato oggetto di allarme in Europa, specialmente in Gran Bretagna, e ora sta emergendo anche in Italia. Si tratta di una sostanza facilmente reperibile sul mercato legale, poiché utilizzata anche per la produzione di panna montata.Dunque, è possibile reperirla anche nei supermercati, oltre che in internet, a bassissimo costo”.

Chi riguarda questa problematica?

“Il problema riguarda soprattutto i giovani: il gas è accessibile e la percezione del rischio è bassa. Dai dati dell’ultima Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze in Italia si evince che gli adolescenti tra i 15 e i 19 anni consumano inalanti come colle e gas in una percentuale superiore al 10%, collocandosi tra le sostanze più utilizzate dopo la cannabis e le nuove sostanze psicotrope. La facilità di acquisto, anche online, e l’abbassamento della percezione del rischio stanno creando una vera e propria ‘pandemia’ tra i giovani. Inoltre, è emerso che il 70% degli adolescenti non considera rischioso fumare cannabis, mentre il 50% ritiene che neanche l’uso di sostanze pesanti, come eroina e cocaina, sia pericoloso. C’è’ dunque un problema sociale che è anche culturale ed educativo”.

Quali consigli per i genitori?

“È fondamentale comprendere che il consumo di sostanze è solo il sintomo di un disagio più profondo. Le cause vanno cercate nel contesto familiare, scolastico e sociale. I genitori, ma anche la scuola, le parrocchie e le organizzazioni del terzo settore, devono tornare a svolgere un ruolo educativo attivo. Tre sono le chiavi principali. Primo, stare con i ragazzi: questo significa ritrovare la capacità di ascoltare e osservare. La relazione con i figli e con i giovani in generale è spesso superficiale, il che impedisce di cogliere i segnali di disagio. Secondo, la coerenza educativa: i messaggi degli adulti devono essere chiari e univoci. Oggi si assiste a una contraddizione tra la paura per il futuro dei figli e la tolleranza verso comportamenti a rischio, come il gioco d’azzardo o l’uso eccessivo di internet e social media. Infine, occorre tornare a investire in percorsi educativi strutturati. La loro assenza ha generato fragilità nei giovani, riflesso di una società più fragile nel suo complesso. La vera sfida oggi è dunque educare con l’esempio, rimanendo accanto ai ragazzi e offrendo loro modelli di comportamento coerenti, credibili, positivi”.



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