Una legge per la ex-Gkn

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Ridicolo-impossibile-possibile-probabile-reale: è stata questa la sequenza di reazioni scatenate nel corso degli ultimi otto mesi dal disegno di legge regionale elaborato dalle intelligenze solidali messe a disposizione per la reindustrializzazione dal basso dell’ex-Gkn (https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2024/10/22/la-ex-gkn-a-un-svolta/) e definitivamente approvato la notte tra venerdì 20 e sabato 21 dicembre dal Consiglio Regionale della Toscana.

La nuova legge, tesa a regolamentare e promuovere l’istituzione di Consorzi di Sviluppo industriale sul territorio toscano, può rappresentare una svolta per l’approccio delle istituzioni pubbliche locali alle crisi industriali, alla speculazione sugli stabilimenti produttivi e alle minacce di delocalizzazione. Con i Consorzi, Regione, città metropolitana e comuni potranno intervenire e contribuire alla creazione di impresa e alla definizione di piani di sviluppo economico sui territori. La legge, inoltre, mira a promuovere e sostenere il recupero cooperativistico d’impresa attraverso il protagonismo di lavoratori e lavoratrici di aziende in crisi o a rischio di delocalizzazione, proprio come nel caso della ex-Gkn. Il progetto industriale di riconversione ecologica della fabbrica di Campi Bisenzio, promossa dai lavoratori e dalle lavoratrici della ex-Gkn e dalle intelligenze solidali, rappresenta l’esito più alto oggi raggiunto in termini di promozione di uno sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile e integrato all’interno di un territorio.

In un Paese che ha smesso da decenni di programmare e sostenere piani coordinati in tal senso e di promuovere la riconversione ecologica di settori industriali in crisi, la legge rappresenta il precedente di un possibile cambio di visione e – speriamo – anche di rotta su come immaginare politiche di sviluppo e processi di riconversione all’interno dei territori. Ciò che oggi è necessario sfatare è la convinzione sedimentata per cui le politiche pubbliche non possano, o addirittura non debbano, influire sui processi economici all’interno dei confini nazionali e regionali. In questi anni abbiamo assistito inermi a una de-responsabilizzazione costante della politica istituzionale su crisi industriali, delocalizzazioni e fenomeni di speculazione sugli stabilimenti produttivi all’interno del territorio nazionale. La politica è stata incapace di svolgere un ruolo propositivo per invertire i processi di deindustrializzazione in atto in tutto il Paese. I numerosi e generosi aiuti economici concessi alla proprietà delle imprese nell’ultimo trentennio sono stati privi di una qualsiasi progettualità: non deve stupire, quindi, che non abbiano saputo incidere sull’occupazione, sulle condizioni (retributive, contrattuali, organizzative) del lavoro, sulla sua utilità sociale e sulla compatibilità ecologica dei suoi prodotti. Soprattutto, in questi anni è mancata una visione complessiva e d’insieme in termini di pianificazione capace di anticipare o almeno di reagire efficacemente alle crisi industriali.

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La legge approvata dalla Regione Toscana è l’esito di un processo di elaborazione collettiva (https://volerelaluna.it/lavoro/2023/03/09/gkn-un-caso-esemplare-di-protagonismo-operaio/) animato, in particolare, da Comunet-Officine corsare (www.comunet.online). Il caso Gkn ha, inoltre, il grande merito di fare scuola e di essere un esempio per altre realtà e per i tanti lavoratori e le tante lavoratrici di aziende in crisi presenti in Italia. La legge è stata corredata di strumenti per favorire la nascita e lo sviluppo di società cooperative nate da quei lavoratori e quelle lavoratrici che vogliono intervenire per recuperare la propria azienda in crisi. Si è voluto che, oltre agli enti territoriali, potessero aderire ed entrare a far parte dei Consorzi stessi le cooperative dei lavoratori. Con il consorzio si potranno definire gli ambiti di intervento territoriali e determinare la pubblica utilità degli stabilimenti oggetto di crisi o a rischio delocalizzazione. Gli enti comunali potranno, in ultimo, anche espropriare i capannoni industriali grazie alla funzione di pubblica utilità dichiarata dai piani regolatori consortili. Ai consorzi spetta, inoltre, la facoltà di riacquistare la proprietà delle aree cedute per attività industriali o artigianali qualora non sia garantita una continuità produttiva o una riconversione industriale promossa dagli acquirenti degli stabilimenti produttivi (https://volerelaluna.it/lavoro/2024/09/18/caso-gkn-e-vero-va-cambiata-lideologia-ma-quella-neoliberista/).

Gli effetti dell’approvazione della legge sono stati immediati. Proprio in queste ore il sindaco di Campi Bisenzio ha chiesto alla Regione Toscana di accelerare il processo di costituzione di un Consorzio assieme alla Regione e ai comuni della piana fiorentina per intervenire quanto prima sullo stabilimento dell’ex-Gkn, anche attraverso l’esproprio. La priorità ora diventa quella di fornire uno spazio ai lavoratori e alle lavoratrici della ex-Gkn per mettere a terra il piano industriale elaborato dagli stessi lavoratori e dai solidali. Occorre sciogliere il prima possibile il paradosso di un piano industriale senza stabilimento elaborato da, con e per lavoratori e lavoratrici privi di stipendio da dodici mesi in uno stabilimento lasciato senza piano industriale dall’attuale proprietà. La battaglia è arrivata a un punto di svolta e ora ci sono tutti gli strumenti per vincere questo lungo braccio di ferro con la proprietà, che dura da più di tre anni.

L’augurio è che l’esempio della lotta ex-Gkn possa presto avere effetti su tutto il territorio nazionale. La legge sui Consorzi di Sviluppo Industriale può essere uno strumento importante su cui ragionare anche in relazione alla crisi del settore automotive e manifatturiero che interessa la Regione Piemonte. Occorre, dunque, discutere con tutte le realtà interessate all’introduzione di una legge analoga anche in Piemonte. E occorre continuare a sostenere processi di recupero cooperativistico d’impresa da parte di lavoratori e lavoratrici di aziende in crisi o a rischio di delocalizzazione in virtù dell’esperienza accumulata con la Rete Italiana delle imprese recuperate.

(*) Gli autori hanno partecipato alla stesura della bozza del testo di legge per la costituzione e il funzionamento dei Consorzi di sviluppo industriale della Regione Toscana come solidali alla lotta dei lavoratori e delle lavoratrici della ex-Gkn.



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