Guardia anestesiologica, continua la protesta: i medici del Noa pronti allo sciopero il 10 gennaio

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MASSA-CARRARA – Non è usuale che tutti i medici di un intero ospedale si schierino e si espongano così chiaramente e con tale forza in opposizione a una decisione dell’azienda sanitaria. I medici del Noa lo stanno facendo e c’erano tutti, anche chi aveva appena finito il turno di notte, al presidio organizzato dalla Cgil davanti alle porte dell’ospedale Apuano questa mattina. La soppressione di un turno della guardia notturna anestesiologica, già operativa da una settimana, sta mettendo a dura prova i medici e soprattutto le pazienti in sala parto e Nicola Del Vecchio, il segretario provinciale della Cgil, avverte: “Faremo sciopero se la Asl non tornerà sui suoi passi”. Attorno a lui anche tanti consiglieri comunali sia di Massa che di Carrara. Finito il presidio, a testimoniare la propria solidarietà ai medici, poi riunitisi in assemblea sindacale, è arrivata anche la sindaca di Carrara Serena Arrighi (anche presidente della Conferenza Zonale).

“Quando abbiamo deciso insieme ai medici di proclamare questa assemblea con le organizzazioni sindacali di categoria ci siamo domandati se la terza guardia anestesiologica sia un lusso che non possiamo più permetterci ed è con questa domanda che siamo partiti nel fare i nostri ragionamenti: questa domanda ha un’unica risposta e la risposta è no”. Prende la parola, sotto la struttura sanitaria tra lo sventolare delle bandiere rosse della Cgil, Nicola Del Vecchio, circondato dai medici oggi in prima linea in questa battaglia. Il segretario racconta quindi cosa sta succedendo in sala parto con la nuova contestatissima organizzazione: “Anche questa notte è dovuto intervenire il reperibile: è da 7 giorni che è in corso la riorganizzazione e sono 6 notti che interviene il reperibile. Non si è trattato di chiamate sporadiche, gli interventi hanno una necessità di durata ben superiore alle tre ore, addirittura nella notte tra venerdì e sabato l’anestesista che è intervenuta si è dovuta fermare in reparto per  ben 12 ore. All’azienda quindi diciamo con forza e determinazione di tornare indietro, non ci sono altre alternative. A dirlo non siamo solo noi ma un intero territorio. E’ con questo spirito che voglio ringraziare tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione che hanno votato unanimamente il sostegno alla nostra rivendicazione, della Cgil, della Aaroi, delle Anaao e mi domando come si possa ignorare tutto questo, mi domando come si possa perseverare, perché l’azienda sta perseverando nonostante tutto questo. In  questi giorni stiamo assistendo a una prepotenza da parte dell’azienda sanitaria che il territorio non merita – attacca i vertici Asl Del Vecchio -. Qualcuno ai tavoli in Prefettura ci ha pure detto che l’azienda è un’istituzione che per sua natura non è democratica e quindi ci ha invitato a rassegnarci: forse qualcuno ha sbagliato mestieri se pensa queste cose in un’azienda pubblica. Sappiano queste persone che noi non ci rassegniamo né oggi né domani. Hanno provato a dirci che avrebbero monitorato la nuova organizzazione e che non avremmo potuto esprimerci prima dell’esito del monitoraggio: ma quale monitoraggio serve? Abbiamo invitato l’azienda, il primario soprattutto ad essere più prudente perché pensiamo che la creazione di una squadra di lavoro necessiti anche di  determinate modalità e nonostante questo è stata inviata una comunicazione dove si dice che la procedura improvvisamente è cambiata e questa procedura avrebbe il parere favorevole delle organizzazioni sindacali perché è stata comunicata al tavolo in Prefettura: se avessimo maturato il parere favorevole avremmo revocato lo stato di agitazione, ma noi non lo abbiamo revocato perché crediamo che quella procedura non risponda ai requisiti di sicurezza. Continuano a dire falsità – accusa Del Vecchio -, hanno provato a dire tutto e il contrario di tutto senza però fornire dati e specificità del nostro ospedale. Qualcuno ha addirittura detto che si è trattato di un problema di metodo e di comunicazione: ma qua si sta togliendo un servizio e ogni volta che si toglie un servizio si taglia qualcosa. Se come dicono questa nuova organizzazione servirebbe per recuperare un turno così da snellire alcune liste di attesa, perché non hanno preso in considerazione alcune ipotesi alternative  che assieme alle anestesiste e agli anestesisti abbiamo formulato? Ipotesi che siamo ancora disponibili a formulare se l’azienda si degnasse di convocare un tavolo e di tornare indietro rispetto a questa organizzazione. Ci dicono che già altri ospedali sono organizzati in questo modo, dimenticandosi però di aggiungere che quegli ospedali hanno la metà o un terzo dei posti letto in terapia intensiva, oppure che nella stessa area hanno più punti nascita. Omogeneizzare al ribasso non va bene, si mantengano le peculiarità del territorio, questo è quello che noi chiediamo! – ribadisce il segretario -. Forse meriterebbe una riflessione compiuta sui servizi che vengono erogati in tutto il territorio di competenza della Asl Toscana Nord Ovest e allora meriterebbe vedere a tutto tondo cosa si fa, come lo si fa e se lo si può fare meglio. Noi siamo disponibili ad accettare questa sfida, sappiamo bene che i problemi della sanità sono anche altri e che gran parte delle responsabilità derivano dalle scelte di questi ultimi anni e al definanziamento al servizi sanitario nazionale, ma ci ricordiamo anche bene quando a livello regionale c’è stato detto lo scorso anno che l’aumento dell’Irpef  serviva a garantire il modello toscano. Questa vertenza che abbiamo iniziato non cesserà fino a quando l’azienda non tornerà indietro rispetto a questa organizzazione – avverte Del Vecchio -. A chi ci dice che i problemi della sanità territoriale sono anche altri diciamo che è vero, però si parta dal risolvere questo. Altrimenti verrebbe la tentazione di pensare che allargare lo sguardo serve solo a distoglierci da questo obiettivo. Oggi in discussione non c’è solo il terzo turno di anestesista in orario notturno, c’è molto di più: c’è la dignità di un territorio, la dignità di chi lavora, la qualità dei servizi erogati, la sicurezza delle pazienti e dei pazienti, pertanto se Asl continuerà a mantenere questa posizione fregandosi dei medici,  dei sindacati, dei Consigli comunali, dei sindaci e delle sindache, dei cittadini a noi non resta altro che proclamare sciopero e noi lo proclameremo il giorno 10 gennaio in occasione dello svolgimento della Conferenza Zonale , perché in quella sede manifesteremo il nostro dissenso. E’ la Asl che ha voluto tutto questo ed è la Asl a cui ci rivolgiamo per evitarlo. C’è ancora spazio per evitarlo, la Asl faccia qualcosa”.

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