Fondi europei e sanità territoriale. NurSind punta sull’infermiere di famiglia e nelle scuole – Infermieristicamente

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Fondi europei e sanità territoriale. NurSind punta sull’infermiere di famiglia e nelle scuole

Durante un incontro tra i rappresentanti della Regione Toscana e il sindacato autonomo degli infermieri NurSind, sono arrivate rassicurazioni significative sull’impiego dei fondi europei per rafforzare l’assistenza sanitaria territoriale. 9 milioni di euro saranno destinati all’implementazione del piano dell’infermiere di famiglia, figura chiave per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini sul territorio.

Ma le novità non finiscono qui: il sindacato autonomo degli infermieri Nursind ha presentato anche un progetto innovativo per introdurre la figura dell’infermiere nelle scuole, ispirato al modello spagnolo. Un’iniziativa che punta a migliorare l’accesso ai servizi sanitari per i più giovani, promuovendo prevenzione e salute direttamente nei contesti scolastici.

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Abbiamo intervistato Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale di Nursind, per capire meglio quali saranno i prossimi passi e quali benefici porteranno questi progetti alla comunità.

Durante l’ultimo incontro con la Regione Toscana sono arrivate rassicurazioni importanti sull’utilizzo dei fondi europei. Ci può spiegare meglio?
Certamente. La Regione Toscana ci ha informato di aver destinato 9 milioni di euro di risorse comunitarie per l’implementazione dell’assistenza territoriale. Questo è un segnale molto positivo, perché significa che le aziende sanitarie hanno ora a disposizione gli strumenti finanziari necessari per attivare il piano dell’infermiere di famiglia, una figura che come sindacato Nursind chiediamo da anni. Ora l’importante sarà utilizzare queste risorse in maniera appropriata e con tempistiche adeguate, così da dare una risposta concreta ai bisogni di salute dei cittadini sul territorio.

Può spiegare meglio il ruolo dell’infermiere di famiglia e perché è così importante implementarlo?
L’infermiere di famiglia è una figura professionale che opera a stretto contatto con le famiglie e con il territorio. Ha il compito di garantire assistenza continuativa e capillare, soprattutto per i pazienti cronici, gli anziani e le persone fragili. Questo modello permette di alleggerire la pressione sugli ospedali, migliorando al contempo la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. Il piano è già stato sperimentato con successo in altre realtà europee e può rappresentare una soluzione vincente anche per la Toscana.

Avete parlato anche di un nuovo progetto dedicato alla presenza dell’infermiere nelle scuole. Di cosa si tratta?
Sì, abbiamo presentato alla Regione un progetto innovativo su cui stiamo lavorando da tempo: l’infermiere nelle scuole, ispirato al modello spagnolo. L’obiettivo è ampliare l’accesso ai servizi sanitari nei contesti scolastici, fornendo una risposta organizzata e professionale alle esigenze di salute degli studenti. La figura dell’infermiere scolastico può svolgere un ruolo cruciale sia nella prevenzione sia nella gestione delle emergenze sanitarie all’interno degli istituti.

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Quali potrebbero essere i benefici concreti di questo progetto nelle scuole?
L’infermiere nelle scuole rappresenta una soluzione strategica per migliorare la prevenzione sanitaria e promuovere la salute dei più giovani. Questa figura può occuparsi di educazione sanitaria, gestire piccoli interventi di emergenza e coordinare l’accesso ai servizi sanitari per gli studenti che ne hanno bisogno. Nei paesi europei dove è già attivo, come la Spagna, ha dimostrato di essere un modello di successo, capace di migliorare il benessere degli studenti e di supportare il personale scolastico.

 

Quali saranno i prossimi passi per questi due progetti, l’infermiere di famiglia e l’infermiere nelle scuole?
Per quanto riguarda l’infermiere di famiglia, adesso l’attenzione è tutta sulla destinazione delle risorse con l’auspicio che si possa davvero implementare questa figura centrale nella gestione e la presa in carico a livello territoriale. Per il progetto dell’infermiere nelle scuole purtroppo non abbiamo positivi riscontri dall’amministrazione regionale che invece sta dirottando risorse su altri progetti per la gestione dei codici minori come i “pir”  sui quali esprimiamo forte perplessità.

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Vuole lanciare un messaggio alla Regione e alle istituzioni?
Il messaggio è chiaro: ora abbiamo risorse e progetti concreti che possono davvero migliorare la sanità territoriale e scolastica. È fondamentale agire con determinazione e pragmatismo per trasformare queste idee in risultati tangibili a beneficio della comunità.

 



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