FOLLONICA. Lo hanno tenuto fermo, lo hanno preso alle spalle in cinque o sei, lo hanno colpito con le spranghe, con le bottiglie rotte. Lo hanno preso a calci e pugni, fino a procurargli due profonde ferite alla testa.
È un racconto dell’orrore quello della mamma di un ventunenne che domenica 22 dicembre, alle 3 del mattino, vicino alla discoteca Sox a Follonica, ha rischiato di perdere suo figlio. «Ha avuto paura di morire», dice la donna. Le ferite alla testa sono vistose: otto i punti di sutura, escoriazioni in tutto il corpo, un occhio nero a causa di un pugno.
Il ventunenne, insieme ad altri quattro amici, tre dei quali diciassettenni, sabato 21 dicembre avevano deciso di passare la serata in discoteca. Sono saliti in auto e hanno puntato dritto verso Follonica. Una volta nel locale, un gruppetto di una ventina di ragazzi, maggiorenni e minorenni, italiani e stranieri, hanno cominciato a spintonarli, a pestare loro i piedi mentre ballavano. «Pareva che la loro voglia di scatenare rissa – dice la donna – dipendesse dal fatto che mio figlio e i suoi amici fossero di Grosseto. Più volte nel corso della serata, hanno chiesto loro di dove fossero».
Durante la serata, tre dei giovani grossetani sono stati chiusi a chiave nel bagno della discoteca dal solito gruppetto che aveva dato loro fastidio prima. «Li minacciavano – prosegue il racconto – dicendo loro che se non stavano zitti li avrebbero pestati». I due amici, quando si sono accorti di cosa fosse successo sono andati a chiedere aiuto al buttafuori. I tre ragazzi sono usciti dal bagno, l’addetto alla sicurezza si è diretto al tavolo occupato dalla comitiva per redarguirli.
La stretta di mano prima del pestaggio
È un racconto dell’orrore quello che il ventunenne ha fatto alla madre, una volta soccorso con l’ambulanza e portato al Sant’Andrea di Massa Marittima.
Uno dei ragazzi del gruppo di follonichesi, si è avvicinato alla comitiva di grossetani. «Ha stretto la mano a mio figlio – dice ancora la mamma del 21enne – dicendogli che avevano solo scherzato e che ora era il momento di divertirsi e basta». Purtroppo, non era finita lì. Quella stretta di mano, non aveva significato nulla.
Alle tre del mattino, quando i cinque amici sono usciti dal locale, si sono trovati di fronte il gruppo di venti ragazzi. Uno di loro ha chiesto a un amico del ventunenne perché lo stesse guardando. Aveva con sé un manganello a scatto pieno di punte di vetro e con quello ha cominciato a colpirlo su una spalla. Il ventunenne si è quindi messo in mezzo per proteggere l’amico e in un attimo si è trovato addosso sei ragazzi. Qualcuno lo stava colpendo con dei pezzi di vetro, altri lo prendevano a calci e pugni.
Poi sono scappati. Quando la comitiva ha visto arrivare un’auto si è messa in mezzo alla strada a chiedere aiuto: ma su quella vettura c’erano gli aggressori. «Sorpresa», hanno gridato ai ragazzi che però, grazie al localizzatore sul cellulare, avevano già dato l’allarme alle forze dell’ordine. «I carabinieri e le ambulanze sono arrivate subito – dice la donna – Mio figlio è stato portato all’ospedale di Massa Marittima dov’è stato medicato. Il personale non era stupito di quanto successo. Ci hanno detto che non passa sabato sera che non arrivi qualche giovane vittima di aggressioni».
La rabbia della madre: «Voglio incontrare il sindaco»
Spranghe, bottiglie, manganelli proibiti. Il gruppo di ragazzi che ha massacrato il ventunenne si era presentato nel locale armato di tutto punto. «Quello che è successo a mio figlio – dice la donna – non deve succedere a nessun altro ragazzo. Chiederò un appuntamento al sindaco. È compito suo garantire la sicurezza in città e se di fronte ai locali succedono cose come questa, deve intervenire».
I carabinieri hanno raccolto la denuncia del ventunenne e hanno avviato le indagini per dare un nome e un volto agli aggressori del ragazzo, dimesso dall’ospedale di Massa Marittima con una prognosi iniziale di 15 giorni.
«Non penso solo alle ferite – dice la donna – penso al trauma che ha subito, alla paura. Spero solo che possa metterla via piano piano, che possa relegarla a un posto lontano nella memoria».
Soltanto un paio dei ragazzi che hanno aggredito il giovane erano a volto scoperto. «Gli altri invece erano incappucciati», dice ancora la donna. La famiglia del ragazzo, si è rivolta anche a un avvocato. «Non vogliamo che questo fatti passi sotto traccia – dice ancora la donna – quando i ragazzi escono per divertirsi devono farlo in sicurezza. Quello che è successo a mio figlio non deve capitare a nessun altro».
Il direttore del locale: «Siamo vicini al ragazzo»
Il feroce pestaggio è avvenuto vicino alla discoteca ma non davanti, dov’è presente anche una telecamera di videosorveglianza e dove gli addetti alla sicurezza sarebbero intervenuti subito se avessero visto quello che stava succedendo.
«Siamo davvero dispiaciuti per quanto successo – dicono il proprietario Mattia Passini e il direttore del Sox, Filippo Carpentiero – Per quasi tutta la sera di fronte al locale c’è stata anche la pattuglia dei carabinieri. Investiamo nella sicurezza per garantire un luogo di divertimento per i ragazzi».
«Vogliamo manifestare la nostra vicinanza al ragazzo e alla sua famiglia – dicono ancora Passini e Carpentiero – Fatti come questo non devono accadere dove ci sono giovani che vogliono solo divertirsi».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link