Una spinta ai nuclei più numerosi e a quelli con redditi medio bassi. Anche grazie all’introduzione del quoziente familiare. La legge di Bilancio modifica in maniera strutturale il meccanismo delle detrazioni attraverso le quali gli italiani riducono le tasse da pagare. Innanzitutto con la manovra il governo ha operato una stretta fissando un limite alle detrazioni per i redditi superiori a 75mila euro.
I nuovi parametri
Così se il reddito rientra nella fascia compresa tra 75 e 100mila euro, il tetto viene stabilito a 14mila euro, se si hanno più di due figli a carico, o un figlio portatore di handicap. Se non si hanno figli, per effetto del meccanismo di quoziente familiare, la cifra va moltiplicata per un coefficiente dello 0,5 e dunque dimezzata a 7mila euro. Se si ha un figlio a carico il coefficiente da applicare è lo 0,7 dunque la somma sale a 9.800 euro e a 11.900 se si hanno due figli a carico. Per i contribuenti oltre 100mila euro di reddito il tetto con più di due figli a carico sarà di 8mila euro, che scende a 4mila euro senza figli a carico.
Per le soluzioni intermedie si applicano questi coefficienti: 0,50 se nel nucleo non ci sono figli a carico; 0,70 in presenza di un figlio; 0,85 con due figli; 1 con più di due figli o almeno uno con disabilità. Come ricordato la legge di Bilancio modifica le detrazioni fiscali con l’introduzione del cosiddetto quoziente familiare: più numerosi i componenti della famiglia e più basso il reddito, maggiori saranno gli spazi per detrarre. La misura penalizza ovviamente i single, le famiglie senza figli a carico e con redditi medio alti. Verranno invece agevolate le famiglie numerose con reddito inferiore a 50mila euro lordi. Alcune semplici simulazioni possono facilitare la comprensione del nuovo regime.
Reddito fino a 50mila euro
Chi ha un reddito fino a 50mila euro potrà portare in detrazione spese pari all’8% del reddito stesso, cioè fino a 4 mila euro. Il tetto di partenza vale per i single. Esso salirà in rapporto al crescere dei carichi familiari. Con tre figli il tetto di spese detraibili dovrebbe raddoppiare, arrivando a 8mila euro annui. Le aliquote per le spese detraibili sono del 19% per quelle mediche e farmaceutiche, scuola, sport e università, mentre si attestano al 50% e 36%, secondo i casi, quelle sulle ristrutturazioni edilizie. Per quest’ultimo caso è prevista una soglia massima di 96mila euro in dieci anni detraibile al 50%, cioè 4.800 euro l’anno. Per le famiglie numerose resta, pertanto, uno spazio di 3.200 euro in cui far rientrare le spese mediche e quelle per l’istruzione e lo sport dei figli.
Reddito di 85mila euro
Altri due esempi relativi a redditi superiori: ipotizziamo un contribuente con un reddito complessivo di 85.000 euro e un figlio a carico. Secondo le nuove disposizioni, l’importo base per la detrazione sarà pari a 14.000 euro, in quanto il reddito rientra nella fascia tra 75.001 e 100.000 euro. Tuttavia, poiché il contribuente ha un figlio a carico, il coefficiente applicabile sarà 0,70. Per calcolare l’importo massimo delle detrazioni spettanti, bisogna quindi moltiplicare l’importo base per il coefficiente: 14.000 × 0,70 = 9.800.
Reddito di 120mila euro
La seconda simulazione riguarda un reddito di 120.000 euro con tre figli a carico (uno con disabilità). Come detto, per un reddito superiore a 100.000 euro, l’importo base per la detrazione sarà di 8.000 euro. E poiché la famiglia ha più di due figli, di cui uno con disabilità, il coefficiente applicabile sarà il massimo, cioè 1,00. Anche in questa circostanza, per determinare l’importo massimo delle detrazioni, bisogna moltiplicare l’importo base per il coefficiente: 8.000 × 1,00 = 8.000 Euro. Tra le novità figura anche una misura per spingere i ragazzi a costruirsi una vita indipendente: da gennaio, infatti, i figli a carico che hanno più di da 30 anni non saranno più detraibili anche se non sono lavoratori. Perciò dal 2025 si potrà usufruire delle detrazioni per figli a carico solo per figli che hanno un’età compresa tra 21 e 30 anni, mentre prima dei 21 anni le detrazioni sono inglobate nell’assegno unico. Quanto al regime per i figli disabili il beneficio fiscale resta anche dopo il compimento dei 30 anni ed è riconosciuto indipendentemente dall’età. Da sottolineare, inoltre, che per i figli disabili dal compimento dei 21 anni le detrazioni fiscali si possono cumulare con l’assegno unico per i figli, che in questo caso spetta a prescindere dall’età. Un’altra novità i riguarda i lavoratori stranieri che non potranno più usufruire delle detrazioni per i figli a carico. In particolare sono esclusi, anche se in regola dal punto di vista fiscale e previdenziale, i cittadini che non appartengono allo Spazio economico europeo. Infine cambiamenti in vista sul versante civilistico con una differenziazione tra genitori coniugati e genitori separati o divorziati. Nel primo caso le detrazioni vanno ripartite al 50% e, solo in caso di accordo, si può decidere di attribuire il 100% della detrazione al genitore che ha il reddito complessivo più alto.
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