La povertà anche a Terni continua ad essere su livelli record. Ecco l’identikit di chi non ce la fa: “In prevalenza sono persone di nazionalità italiana, in larghissima parte uomini (solo l’11% donne). L’età prevalente tra le persone di nazionalità italiana è quella tra i 40 e i 65 anni, a seguire quella tra i 18 e i 20, e infine gli over 65 (22%); per le persone di nazionalità straniera, la fascia di età prevalente è quella tra i 18 e 40 anni, a seguire quella tra i 40 e i 65 e gli over (2%)”.
La Caritas diocesana di Terni-Narni-Amelia e l’associazione San Martino impresa sociale hanno tracciato un bilancio dell’attività svolta nel corso degli ultimi dodici mesi, segnalando come – anche nel contesto locale – si “evidenzia il perdurare di una crisi profonda a livello sociale ed economico”.
Per inquadrare il fenomeno, prima qualche numero. Nel 2024 le persone che si sono rivolte alla Caritas – associazione San Martino impresa sociale, sono state 6.287, con 1.273 in più rispetto al 2023. Gli interventi effettuati nel 2024 risultano incrementati del 37% rispetto a quelli del 2023. I dati rilevano un calo dell’area lavoro e di richieste di indumenti e igiene personale, ma c’è un incremento del 167% nell’area sanità, sia per acquisto di medicinali che pagamento di visite mediche e del 60% di prodotti alimentari. Sono anche aumentati dell’80% gli interventi per affitti e del 34% quelli per il pagamento di bollette interventi quest’anno ammontano a più di 22mila euro.
Cresce il disagio psicologico e psichiatrico tra gli assistiti Caritas: dal 2022 al 2023 il numero di persone affette da depressione o malattie mentali è aumentato del 15,2%. Sono in aumento le problematiche abitative. Sono state 259 le persone che hanno usufruito del contributo 8×1000 della carità (gestito direttamente dalla Caritas) con 155 contributi per il pagamento delle utenze, 36 contributi per il pagamento degli affitti, 68 contributi per interventi vari. Sono stati 36mila i pasti consumati alla mensa di San Valentino a Terni ( per una media di circa cento al giorno) e 10mila i pasti consegnati da asporto e sono state effettuate in emergenza 50 spese.
L’Emporio della solidarietà
Nel corso dell’anno sono stati distribuiti 85.066 pezzi di prodotti alimentari (il 3% in più rispetto al 2023) presso l’Emporio della solidarietà di via Vollusiano a Terni e in quello di Amelia, gestito dalla parrocchia San Francesco. I beni sono stati reperiti con i contributi della Fondazione Carit, della Caritas italiana, del fondo di solidarietà del Comune di Terni, dell’8 per mille della diocesi di Terni-Narni-Amelia, di raccolte presso supermercati effettuate durante l’anno, e l’iniziativa “Dona la spesa” e “Regalo sospeso” con il patrocinio del Comune di Terni. Sono stati distribuiti 25.354 capi di vestiario presso l’Emporio della solidarietà a Terni, 262 persone hanno usufruito del servizio doccia aperto al centro Caritas di via Vollusiano. Nel centro di ascolto del carcere di Terni sono stati effettuati 167 nuovi colloqui, con la consegna a 250 detenuti di 3.264 beni di prima necessità. Sono stati accolti 263 immigrati, di cui 23 minori stranieri non accompagnati. Sono seguite 28 persone vittime di tratta, in accoglienza 11 donne con 10 minori, per sfruttamento sessuale e 7 uomini per sfruttamento lavorativo, nell’ambito del progetto Free Life (Fuori dal rischio emarginazione ed esclusione). Sono 119 le donne maltrattate prese in carico nei servizi di contrasto alla violenza di genere gestiti a Terni e Narni. Di queste, 7 sono in accoglienze residenziali con i loro 6 figli minori; inoltre 4 donne in pronta emergenza con 5 minori.
A Casa Parrabbi sono stati accolti 19 uomini, di cui 5 italiani e 14 stranieri e 42 persone, di cui 15 italiani e 27 stranieri di varie nazionalità accolti all’interno delle strutture del pronto intervento sociale per senza fissa dimora e persone in precarietà abitativa in convenzione con il Comune di Terni.
Sono state 139 le persone (239 accessi) che si sono rivolte al centro servizi di contrasto alla povertà di via Vollusiano per l’acquisto di farmaci e per visite mediche specialistiche, per l’espletamento di pratiche burocratiche, per i buoni libro degli studenti, allo sportello di orientamento al lavoro, allo sportello di supporto psicologico, mediazione linguistico-culturale.
Un anno di emergenza e ripartenza per il direttore della Caritas
“Nel nostro territorio la povertà e i bisogni crescono in maniera considerevole – sottolinea il direttore della Caritas di Terni-Narni-Amelia don Giuseppe Zen – La povertà assoluta continua a essere su livelli record, vari e multiformi fenomeni di disagio sociale continuano a colpire in modo particolarmente allarmante, come il problema dell’abitazione. Le persone presentano sempre più marcatamente vari ambiti di disagio con prevalenza di bisogni occupazionali e abitativi, problemi famigliari, di salute, soprattutto fragilità e disagio psicologico. Mi preme rimarcare però che, al di là dei numeri e delle problematicità, i poveri sono persone con un volto e un’anima e per chi crede, questa persona, chiunque essa sia, è preziosa agli occhi di Dio e, nonostante le criticità, si intravvedono nelle crepe dei fili d’erba, dei segnali di speranza: le tante riposte, opere e servizi messi in campo dalla Chiesa, dalla società civile, dall’associazionismo e dal volontariato, e che contribuiscono con il loro apporto a rendere più umano e dignitoso il nostro vivere. Semi di speranza, in particolare in occasione del Giubileo, sono quelli che la delegazione Caritas dell’Umbria dedica all’emergenza abitativa, e quelli che la Caritas diocesana intende sviluppare nella collaborazione sempre più stretta con il carcere affrontando in particolare il tema della giustizia riparativa, o con la creazione di un dispensario farmaceutico per i bisognosi della diocesi”.
La riflessione del vescovo Soddu
“Non c’è persona che non sia amata dal Signore e che non debba avere attenzione da parte dei credenti e delle altre persone, nella vicinanza e nel mettersi al servizio degli altri. Nell’anno del Giubileo siamo chiamati a porre segni speranza e a fare di tutto perché ciò non sia solo un desiderio, ma segni concreti a cominciare dalla pace che deve tradursi in operatività, perché la pace possa regnare a cominciare dal piccolo di ogni persona, dal proprio cuore, che deve essere non dilaniato, ma tutto orientato a Dio. E poi un’attenzione, come ci esorta papa Francesco, ai detenuti, ai malati, ai giovani, agli immigrati, agli anziani e ai poveri che mancano del necessario per vivere. Tutti i battezzati, ognuno con il proprio carisma e ministero deve essere corresponsabile, affinché molteplici segni di speranza testimonino la presenza di Dio nel mondo. L’anima di ciò che significa mettersi accanto ai fratelli bisognosi, ciò che è la testimonianza della carità che non si appaltata, ma della quale tutti siamo corresponsabili. Da qui deriva il desiderio di trasformare la negatività che è evidente, in positività di comunione. Quando le ingiustizie e la povertà aumentano, non bisogna tirare i remi in barca, ma dare ancora di più segni speranza. Anche oggi di fronte all’aumento delle povertà, vediamo come ci sia stato contestualmente un aumento della solidarietà. Essere compartecipi di una collettività che deve mettere a frutto la solidarietà, che deve riguardare tutti, perché nessuno può delegare l’amore ad altri”.
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