Badanti e colf, numeri in calo

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Lavoro domestico in lenta e progressiva flessione. Secondo i dati dell’analisi del Rapporto 2024 «Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico», presentato di recente a Roma da Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico), in collaborazione con Fondazione studi Consulenti del lavoro, l’aspetto che riassume le difficoltà del settore è la scelta di tante donne di rinunciare al lavoro a causa dell’incompatibilità con gli impegni familiari.

I dati e l’evoluzione

Tra 2018 e 2023, nonostante l’incremento dell’occupazione femminile, è aumentato, infatti, il numero di donne tra i 55 e i 64 anni che hanno scelto di non lavorare per tale motivo (+219mila, il 34,7% in più rispetto al 2018). Tra le motivazioni, la difficoltà nel conciliare il lavoro con la cura di casa e degli anziani, il costo talvolta insostenibile per assicurarsi la collaborazione di una badante, con l’aggravante che spesso tali figure scarseggiano.

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Per i datori di lavoro si aggiungono poi le problematiche relative alle lungaggini burocratiche, le difficoltà economiche connesse all’aumento dei costi, il calo delle nascite che porta ad una minore richiesta, lo smart working. Tutti fattori che hanno portato ad avere meno interesse

«Il problema – osserva Marcello Razzino, presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Bergamo – è ancora cresciuto ed ormai è diventato sociale, con anziani soli e che non possono permettersi una badante. Una questione dai tantissimi risvolti. Difficoltà anche a trovare personale, una volta più facile con soggetti che venivano dall’Est Europa e che ora si orientano verso altre attività».

La burocrazia non aiuta

Per i datori di lavoro si aggiungono poi le problematiche relative alle lungaggini burocratiche, le difficoltà economiche connesse all’aumento dei costi, il calo delle nascite che porta ad una minore richiesta, lo smart working. Tutti fattori che hanno portato ad avere meno interesse. «Un problema – aggiunge Razzino -, che fatica a trovare soluzioni e necessita di una riforma del sistema, un ripensamento su queste figure professionali da mettere in atto. Il mercato del lavoro è in continuo cambiamento, occorre adeguarsi, snellire le procedure, rendere più appetibili gli sgravi e farli conoscere maggiormente. Poi occorre favorire ulteriori ingressi, incrementare i flussi dell’immigrazione. È ormai indispensabile Intervenire anche sulle norme, alla luce del profondo cambiamento del mercato del lavoro. Il fondato rischio è che il sistema non tenga più».

Incide il calo delle nascite

«Le motivazioni che hanno portato al calo – conferma Simona Paris, delegata Bergamo-Brescia di Assindatcolf – vanno dalla diminuzione delle domande, dal calo delle nascite e l’adozione dello smart working. Fattori che hanno impattato nella cura della prima infanzia, degli anziani, della casa. Inoltre, l’incremento dei costi ha inciso. Altro tema importante è l’aumento degli anziani non autosufficienti, magari non in grado di sostenere i costi per l’assunzione di una badante». Senza contare la «problematica dell’incremento delle irregolarità: una posizione su due è in nero. Per badanti e lavoratori domestici il timore, se regolarizzati, di perdere privilegi (come, ad esempio, la Cassa integrazione guadagni) incide. Il rovescio della medaglia è che per i lavoratori in nero non ci sono tutele».

«Una battaglia vinta riguarda l’inserimento nel decreto flussi di una quota aggiuntiva di 10mila ingressi rispetto ai 9.500 normalmente previsti per le badanti»

Paris suggerisce alcuni possibili interventi per migliorare la situazione, come, ad esempio, la totale deducibilità dei costi sostenuti per badanti (ora limitata al 19%), «che consentirebbe un risparmio fiscale e l’emersione del lavoro irregolare». Infatti, resta irrisolto il nodo del sommerso, così come ha evidenziato l’Istat: l’elevata quota di irregolarità che ancora caratterizza il comparto è stimata, infatti, al 54% nel 2023.

Paris segnala infine un punto a favore messo a segno dall’associazione: «Un’importante battaglia vinta riguarda l’inserimento nel decreto flussi di una quota aggiuntiva di 10mila ingressi rispetto ai 9.500 normalmente previsti per le badanti. Come organizzazione proponiamo anche corsi di formazione per badanti per la cura della persona, per coprire a tutto tondo le esigenze della famiglia».



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