Tether investe 775 milioni di dollari in Rumble, il social di destra che fa concorrenza a YouTube

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«Abbiamo un bel po’ di idee fighissime», dice solo questo Paolo Ardoino, ceo di Tether, al termine di una giornata ancora più densa del solito in cui la società che emette la stablecoin Usdt (139,8 miliardi di dollari di capitalizzazione) ha annunciato un investimento da 775 milioni di dollari in Rumble, un social media che punta a fare concorrenza a YouTube.

Rumble era salita all’onore delle cronache quando Donald Trump era stato bannato dai più diffusi social media tipo Facebook, Instagram e Twitter (così si chiamava prima che venisse acquistato da Elon Musk, che l’ha ribattezzato X) a seguito dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 attuato dai suoi seguaci più sfegatati. Alla fine Trump aveva trovato rifugio social in Rumble, aprendosi un profilo lì. «È un ottimo modo per raggiungere il popolo americano in un momento di assalto senza precedenti alla libertà di parola nel nostro Paese da parte dei tiranni delle Big Tech», aveva dichiarato all’epoca un portavoce dell’ex presidente, ora presidente eletto. 

Ovviamente, secondo Stuart A. Thompson, stimato giornalista del New York Times, Rumble è «l’alternativa di estrema destra a YouTube». Non appena Trump è stato rieletto presidente, gli influencer di Rumble hanno inondato la piattaforma con un semplice slogan: «Ora i media siamo noi». Forse non è un’esagerazione: i sondaggi mostrano che negli Sati Uniti la fiducia nei media tradizionali è crollata e che quasi la metà dei giovani riceve le notizie dagli influencer piuttosto che dai giornalisti. Al posto di questi ultimi, osserva Thompson, «ci sono creatori digitali di destra che hanno trovato orde di fan online. Rumble, per esempio, è minuscolo rispetto a YouTube, ma è una fonte primaria di notizie per milioni di americani, secondo il Pew Research Center. Nella notte delle elezioni, il numero di spettatori attivi ha superato i due milioni e la società ha dichiarato di aver raggiunto una media di oltre 67 milioni di utenti attivi mensili nell’ultimo trimestre del 2024».

Il ruolo delle criptovalute

«L’investimento di Tether in Rumble», dice Ardoino, «rispecchia i nostri valori condivisi di decentralizzazione, indipendenza, trasparenza e il diritto fondamentale alla libertà di espressione. Nel mondo di oggi, i media tradizionali hanno perso credibilità, creando l’opportunità per piattaforme come Rumble di offrire un’alternativa credibile e senza censura». Poi il ceo di Tether, il cui maggiore azionista è un altro italiano, Giancarlo Devasini, sottolinea che «al di là della nostra partecipazione azionaria iniziale, Tether intende puntare su un rapporto significativo con Rumble per quanto riguarda la pubblicità, il cloud e le soluzioni di pagamento in criptovalute».

Sembra proprio che l’ambizione sia quella di costruire un nuovo modello di media, dove fondamentale sarà il ruolo delle criptovalute. Lo sottolinea lo stesso fondatore e ceo di Rumble, Chris Pavlovski, che anche dopo l’investimento di Tether manterrà la sua carica e continuerà ad avere il potere di voto maggioritario: «Non potrei essere più entusiasta di questa collaborazione con Tether per molte ragioni. In primo luogo, molte persone potrebbero non rendersi conto del legame incredibilmente forte tra le criptovalute e le comunità free speech, radicate nella passione per la libertà, la trasparenza e la decentralizzazione. In secondo luogo, l’impegno immediato di aggiungere 250 milioni di dollari in contanti al nostro bilancio non solo conferma il livello di sostegno e di impegno per una collaborazione tra le nostre società, ma alimenta anche le nostre iniziative di crescita mentre continuiamo a muoverci materialmente verso il pareggio dell’Ebitda nel 2025. In terzo luogo, questa transazione fornisce liquidità immediata a tutti i nostri attuali azionisti che decidono di partecipare all’offerta pubblica di acquisto. Credo davvero che Tether sia il partner perfetto per mettere un razzo sulla schiena di Rumble mentre ci prepariamo alla nostra prossima fase di crescita».

I dettagli dell’operazione

Ed ecco i dettagli dell’accordo: Tether acquisterà 103.333.333 azioni ordinarie di classe A di Rumble a un prezzo per azione di 7,50 dollari (venerdì 20 dicembre il titolo ha chiuso a 7,19 dollari, in ribasso dell’1,1%, da inizio anno è invece salito del 65,7% e l’annuncio dell’accordo con Tether è stato fatto dopo la chiusura delle contrattazioni sul Nasdaq) , per un totale di 775 milioni di dollari di proventi lordi per la società. Di questo importo, 250 milioni di dollari saranno utilizzati per sostenere le iniziative di crescita.

Rumble lancerà un’offerta pubblica di acquisto per un massimo di 70 milioni di azioni ordinarie Rumble di classe A a un prezzo per azione di 7,50 dollari, al netto del corrispettivo in contanti. Tutti i possessori di azioni ordinarie Rumble di classe A potranno partecipare all’offerta pubblica di acquisto alle stesse condizioni. Alcuni azionisti di Rumble hanno firmato accordi di sostegno impegnandosi a offrire 70 milioni di azioni in totale, soggetti alla stessa riduzione e agli altri termini dell’offerta che si applicano a tutti gli azionisti di Rumble che partecipano all’offerta. Chris Pavlovski si è impegnato a offrire e non venderà più di 10 milioni di azioni nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto.

Leggi anche : Cantor Fitzgerald compra il 5% di Tether

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Il salotto buono dell’America trumpiana

Tra gli azionisti di Rumble spiccano Peter Thiel, che nel 2016 è stato l’unico esponente della Silicon Valley a sostenere esplicitamente la candidatura di Trump, e JD Vance, il vice presidente eletto degli Stati Uniti. Mentre il figlio del presidente eletto, Donald Trump Jr. tiene regolarmente un podcast sulla piattaforma. Bisogna poi ricordare che il mese scorso Cantor Fitzgerald, la società di Wall Street il cui ceo e primo socio è Howard Lutnick, designato da Trump segretario al Commercio Usa, è entrata in Tether con una quota del 5%. Viste tutte queste relazioni si può ben dire che Ardoino e Devasini abbiano fatto il loro ingresso nel salotto buono dell’America trumpiana. (riproduzione riservata)



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