ISEE 2025, ecco come puoi abbassarlo legalmente per fruire dei benefit fiscali: la guida completa con tutte le soluzioni

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La funzione di questo indicatore, dunque, è quella di determinare in modo equo la partecipazione al costo delle prestazioni sociali e sociosanitarie. Esso è – proprio per questa ragione – soggetto a stringenti controlli da parte dell’amministrazione finanziaria.

Per ottenere la propria certificazione ISEE – si rammenta – è necessario compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), un documento che contiene le informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimoniale necessarie a descrivere la situazione economica del nucleo familiare. Il valore fa riferimento sempre ai due anni precedenti: questo vuol dire che l’ISEE presentato nell’anno in corso prende in considerazione la DSU e i redditi di due anni prima. L’ISEE 2025 viene calcolato, quindi, utilizzando i redditi e le giacenze medie del 2023 e basandosi sui saldi patrimoniali al 31 dicembre 2023. Si fa, invece, riferimento al nucleo familiare così come è composto al momento della richiesta.

Dato che il calcolo avviene in questo modo, può capitare, tuttavia, di trovarsi in una situazione attuale completamente differente. Si pensi, ad esempio, all’evento della sopraggiunta perdita di lavoro di un componente del nucleo familiare. Attraverso l’ISEE corrente è possibile riuscire ad ottenere un nuovo indicatore, aggiornato ad eventuali cambiamenti che sono subentrati nella situazione reddituale della famiglia.

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Ma è possibile abbassare legalmente il reddito anche all’infuori del caso della perdita di lavoro?

La risposta è affermativa. Vediamo insieme le possibili soluzioni che consentirebbero di rientrare nelle specifiche fasce di reddito, indicate dalle norme al fine di accedere ad agevolazioni come bonus bollette, bonus asilo nido, riduzioni delle tasse universitarie, esenzioni nell’utilizzo del sistema sanitario e via dicendo.

Acquistare titoli di Stato e buoni fruttiferi postali
La legge 30 dicembre 2023, n. 213 (c.d. legge di bilancio 2024), all’articolo 1, comma 183, ha previsto l’esclusione dal calcolo dell’ISEE, fino a un valore complessivo di 50.000 euro, dei titoli di Stato e dei prodotti di raccolta del risparmio postale (si veda, per maggiori informazioni, il messaggio INPS 12 gennaio 2024, n. 165). Questi investimenti non rientreranno nell’ISEE: sostanzialmente sarà possibile abbassare il patrimonio e riuscire ad accedere ad alcune agevolazioni, che altrimenti non sarebbero spettate.

Dare gli immobili inutilizzati in usufrutto
Se si è in possesso di beni immobili inutilizzati è conveniente concederli in usufrutto, facendo così abbassare l’ISEE. Occorre precisare, tuttavia, che dare la proprietà in usufrutto, gratuito o a pagamento, comporta il ricevimento di un introito, il quale figurerà comunque nell’ISEE (si vedano gli artt. 978 e ss. del codice civile).

Il cambio di residenza
Ai fini della certificazione della situazione economica del nucleo familiare, sono considerati tutti i soggetti fiscalmente a carico, anche se non conviventi. Pertanto, per abbassare l’ISEE, è necessario spostare la propria residenza e uscire dal nucleo familiare, per non essere considerati ancora fiscalmente a carico. Viceversa, conviene inserire nuovi soggetti all’interno del nucleo se privi di reddito, così che vengano considerate persone a carico.

Per i lavoratori autonomi viene, poi, suggerito di ritardare il momento dell’incasso di una fattura. Attenzione, però: si corre il rischio di commettere un reato per falso ideologico – previsto dall’art. 483 del codice penale – punibile con la reclusione sino a 2 anni.

Infine, un’altra tecnica diffusa è la cointestazione di conti correnti con persone esterne al nucleo familiare. Questa pratica permette di dividere la giacenza media del conto tra più soggetti, riducendo la quota considerata nel calcolo dell’ISEE. Così, ad esempio, se sono due gli intestatari la percentuale considerata nell’ISEE è pari al 50%.
È necessario che il cointestatario sia una persona affidabile e non appartenente al nucleo familiare. In questo modo, si garantisce che la giacenza media sia ripartita correttamente senza rischiare complicazioni legali o contenziosi futuri.

Inoltre, è fondamentale tenere traccia precisa delle movimentazioni del conto per dimostrare la corretta applicazione di questa strategia. Sul punto, infatti, si ricorda che, con recente ordinanza (la n. 16850 del 19 giugno 2024), la Corte di Cassazione ha statuito un principio fondamentale in materia, per cui ogni movimento sul conto corrente, sia in entrata che in uscita, deve essere validamente giustificato. Senza tali giustificazioni, l’Agenzia delle Entrate può avviare i controlli necessari per accertare la commissione di eventuali evasioni fiscali.

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