Il Cai Bismantova impegnato dalla Pietra in su: «Custodiamo 130 chilometri di sentieri»

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«Percorsi attrezzati come le vie ferrate e le escursioni in ambiente invernale, anche quelle che sembrano più semplici come le ciaspolate, fino a quelle più probanti come le arrampicate su neve dura o cascate ghiacciate, richiedono grande attenzione alla sicurezza. È necessario un alto grado di prudenza e dotarsi di un’attrezzatura sempre corretta». Con queste parole il vicepresidente del Cai Bismantova Gino Montipò invita alla cautela tutti coloro che in queste settimane si preparano a un’escursione in montagna. «Non è un caso – evidenzia – se il Soccorso Alpino nasce come articolazione del Cai: Castelnovo è sede del comitato regionale e della squadra Monte Cusna. Professionalità come le guide alpine della Pietra o le guide ecologiche ambientali sono in costante crescita perché c’è molto bisogno di queste figure, che nell’ultimo anno hanno portato anche persone e famiglie a scegliere di vivere in montagna. Dobbiamo ricordare che in montagna, però, la sicurezza assoluta non esiste mai, come in ogni occasione in cui si affronta come sfida l’ambiente naturale. Noi insegniamo anche a valorizzare le emozioni al di là delle prestazioni e, per questo, stare sempre attenti alla sicurezza». Il Cai Bismantova di Castelnovo Monti è una delle due sezioni (l’altra è quella del capoluogo, la principale) del Club Alpino Italiano presenti nel reggiano. Lo status importante del Cai castelnovese è legato a fattori molto concreti: sotto la sua supervisione, infatti, ricadono alcuni dei monumenti naturali di maggior richiamo, come la Pietra di Bismantova, ma anche la rete sentieristica, dalla Pietra fino al crinale, che per sua natura è la più battuta dagli escursionisti.

La sezione di Castelnovo ha una storia radicata, è stata fondata esattamente 40 anni fa, nel 1984, ed oggi è composta da più di 300 soci. Il presidente è Enzo Rizzo, il vicepresidente, come già ricordato, Gino Montipò, e la sezione è cresciuta negli anni grazie all’impegno di alcuni soci storici che oggi non ci sono più, come Alfredo Sentieri e Giuseppe Magnani. Il lavoro del Cai Bismantova va nella direzione di valorizzare l’Appennino Reggiano e svolgere un’azione di aggregazione sociale e culturale all’interno del contesto montano nel quale l’associazione è inserita. Lo fa su tutto l’arco dell’anno: anche l’inverno è una stagione ricca di eventi e proposte per il Cai castelnovese. Come spiega Montipò, le sue attività, che si sviluppano per tutto l’anno, non coinvolgono solo tutto l’arco appenninico (dato che spesso le escursioni sono organizzate nell’ambiente alpino) e sono di ogni grado di difficoltà: da semplici passeggiate passando per alpinismo e ciaspolate fino allo scialpinismo. «Pur essendo una realtà limitata per numero di iscritti – spiega – la nostra sezione, che è l’unica con questo riconoscimento oltre a Reggio nella nostra provincia, denota comunque una grande vivacità e capacità organizzative riconosciute come gruppo di accompagnatori esperti e con un background culturale attento alla salvaguardia delle persone e dell’ambiente». «In provincia di Reggio – prosegue Montipò – possiamo vantare 1.300 km di sentieri che dal Cai vengono custoditi e manutenuti. La nostra sezione ne segue 130 di chilometri, dalla Pietra in su: per conformazione orografica sono i più complicati da gestire e anche i più battuti dai turisti. Vorrei sottolineare che questa rete di sentieri rappresenta la più grande infrastruttura del turismo sostenibile che abbiamo sul territorio, a costo quasi zero per gli enti pubblici. Spesso si è molto colpiti dalle strutture che richiedono grandi investimenti come palazzetti, palestre, campi sportivi, ma la nostra rete è sempre costantemente frequentata da migliaia di persone e negli ultimi anni abbiamo visto una crescita esponenziale del turismo legato ai cammini storici, come la Via Matildica del Volto Santo o la via Francigena che attraversa l’Appennino. Circuiti sempre più frequentati e apprezzati». Su quello che potrebbe migliorare, il presidente del Cai castelnovese risponde così: «A mio parere manca qualche investimento del settore privato sulla ricettività: abbiamo un settore che ormai è strategico, di forte richiamo se guardiamo al turismo sportivo e del benessere nel suo complesso, ma manca qualche nuovo imprenditore che ne approfitti».l © RIPRODUZIONE RISERVATA



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