Stellantis dimentica Termoli, sale la mobilitazione dei 5s

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Annunciano mobilitazione e aumentano il pressing sul governo regionale i consiglieri 5s di Palazzo D’Aimmo con l’obiettivo di ottenere «rispetto per lo stabilimento di Termoli». Vale a dire impegni precisi sulla produzione nel sito da qui allo stop ai motori endotermici.
Roberto Gravina, Andrea Greco e Angelo Primiani hanno illustrato ieri, due giorni dopo un tavolo al Mimit che non hanno esitato a definire deludente, le prossime mosse. Tra queste una manifestazione con il coinvolgimento dei sindacati – alla conferenza stampa era presente anche una delegazione della Fiom Cgil – e un altro atto consiliare.
«Un terzo del Pil regionale viene prodotto dallo stabilimento Stellantis e dall’indotto, è folle continuare a nascondere ciò che sta accadendo, vedere cioè sfumare un investimento strategico per il Molise e per tutta Italia», ha detto l’ex sindaco di Campobasso candidato governatore dei progressisti nel 2023.
«Abbiamo assistito alla boutade del presidente della Regione quando, all’indomani del taglio dei fondi Pnrr, si affrettò a dire che avrebbe coperto quell’investimento, che è di circa 500 milioni, con i fondi Fsc regionali. Ammontano a circa 700 milioni in totale, pensate che possano sostituire l’investimento del governo. Anche la cosiddetta filiera istituzionale avrebbe dovuto ottenere qualcosa in più di semplici promesse. Stellantis e Acc hanno detto ancora una volta che rinviano il loro piano industriale al 2025. Inoltre, credo abbiate ascoltato le dichiarazioni del ministro Urso. Conti alla mano, stiamo parlando di briciole. Il fondo automotive di 4,6 miliardi è stato stralciato per finanziare investimenti in armamenti e Urso ha promesso 200 milioni per l’anno a venire e altrettanti per il 2026 riservandosi di appostare altre risorse in un successivo momento. Nel frattempo – ancora Gravina – assistiamo all’investimento di Stellantis in Spagna, il governo spagnolo ha investito 450 milioni e altre risorse per oltre un miliardo sono pronte per un nuovo bando. Il governo italiano ci sta capendo poco o nulla, stiamo assistendo solo a rinvii».
La preoccupazione principale, ha detto ancora l’esponente pentastellato, riguarda il fatto che mentre stabilimenti come Mirafiori, Pomigliano, Melfi sono stati individuati per nuovi prodotti, «su Termoli invece non c’è nessun tipo di riferimento a cosa si farà in questo periodo. Se è vero che Urso chiederà lo slittamento della data del 2035 come anno entro il quale finirà produzione di motori endotermici ci chiediamo cosa ne sarà di Termoli».
Per quanto riguarda la transizione energetica, «ci può essere diffidenza da parte di qualcuno ma il tema è ormai inarrestabile, una volta che i cinesi hanno investito trascinano gli investimenti anche in Europa. Siamo ancora in tempo per evitare che la Cina invada coi suoi prodotti il mercato europeo».
Quindi, Gravina ha concluso: «È imbarazzante assistere a foto di rito o dichiarazioni che non disturbano il politico nazionale. Ci saremmo aspettati che il governatore pretendesse che al tavolo, anziché promesse facili, ci fosse un piano industriale che consentisse allo stabilimento di Termoli di continuare a lavorare. Se la soluzione è la cassa integrazione, penso sia avvilente. Torneremo perciò a chiedere al governo regionale, con un nuovo atto, di ottenere fondi certi. Coinvolgeremo i sindacati per una manifestazione a sostegno dello stabilimento di Termoli. Non siamo figli di nessuno e pretendiamo lo stesso rispetto riservato ad altri siti».
Sull stessa linea d’onda Primiani e Gravina. «Saremo al fianco dei lavoratori in questa battaglia, il clima di incertezza è inaccettabile. Ci saremo aspettati una presa di posizione forte da parte del governatore. Senza un chiaro investimento su Termoli, il Molise vivrà una situazione economica senza precedenti. Oggi bisogna dismettere i panni della politica e fare la battaglia per tutelare l’economia di questa regione», ha sottolineato il capogruppo 5s.
Il riferimento di Greco era alle parole del vicepresidente della giunta, presente a Roma insieme a Roberti: «Non ho capito le parole dell’assessore Di Lucente. Secondo me ai tavoli romani li hanno messi di fronte a delle scelte, la filiera che hanno paventato non esiste. Il Molise è uscito dal tavolo Mimit con le ossa rotte. Il governo regionale sostiene di aver ottenuto risultati e invece non è stato ottenuto alcun risultato».

r.i.



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