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Sono dati da non trascurare e che, in qualche modo, accendono una spia di allarme quelli che arrivano – a distanza di sei mesi – dallo studio sul commercio locale ferrarese realizzato, tra maggio e giugno 2024, dagli studenti universitari del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Ferrara.
Secondo il 64% degli esercenti intervistati, 92 su 594 punti vendita di interesse, rispetto a un anno fa, la situazione è leggermente o molto peggiorata. E le statistiche non sono favorevoli neanche per il futuro. Per il 52% dei sottoposti all’indagine infatti, alla domanda «come ritieni la situazione del commercio locale ferrarese tra un anno rispetto ad oggi», la risposta è la stessa: leggermente o molto peggiorata. La situazione quindi risulta essere un po’ meno negativa in termini prospettici che in quelli retrospettivi, ma comunque da attenzionare.
“La fotografia ci restituisce un quadro complicato e urgente, ma non ci sono solo tinte fosche. C’è anche l’opportunità, se ben governata, di poter intervenire e programmare le azioni più efficaci e utili per la città” afferma il vicesindaco Alessandro Balboni. “Stiamo attraversando un momento storico di grandi cambiamenti che si sommano tra loro ma, allo stesso tempo, penso – aggiunge – che sia un ottimo momento di collaborazione con le istituzioni cittadine. A fargli eco sono gli assessori Francesco Carità e Matteo Fornasini. Per il primo i dati emersi “non fanno altro che confermare le idee che avevamo sul commercio già in partenza, facendoci sperare in un miglioramento sempre più evidente”, mentre il secondo insiste sul fatto che “gli eventi e le iniziative creano una ricaduta molto positiva sulla nostra economia, creano indotto e sostengono anche il commercio locale. Un aspetto su cui noi abbiamo creduto sin da subito come amministrazione e che oggi viene dimostrato ancora una volta”.
Speranzoso anche Nicola Scolamacchia, presidente provinciale di Confesercenti: “Questo studio è la base su cui poter costruire politiche commerciali del futuro. Di tutti i dati, quello più allarmante è quel 14% di negozi sfitti, anche se saranno tanti gli aspetti su cui lavorare in futuro. Come associazione di categoria ne faremo tesoro sicuramente di quanto emerso che ci restituisce la fotografia di un commercio che non è in crisi, ma che comunque sta vivendo un periodo di difficoltà poiché in un momento di importanti cambiamenti. Chi sta fermo, mentre il mondo cambia velocemente, andrà sicuramente incontro alla crisi. Mentre crediamo, invece, sia necessario stare sulla cresta dell’onda. C’è un prospettiva di positività nel commercio, ma la sfida che ci aspetta è importante“.
Di seguito, nel dettaglio, tutti i dati dello studio Unife illustrati dal professor Stefano Bonnini di Unife.
L’indagine sui consumatori
Per l’indagine sui consumatori, i dati sono stati ottenuti mediante somministrazione di un questionario con intervista diretta ai passanti (maggio-giugno 2024). Questa indagine riguarda in particolare i comportamenti di consumo, i fattori che guidano i comportamenti di consumo e le strategie di acquisto. Le interviste sono state effettuate in quattro diversi punti di rilevazione, due più centrali (piazza Trento e Trieste-angolo via Mazzini e via Garibaldi presso piazza del Municipio) e due più periferiche (via Bologna presso Chiesa della Sacra Famiglia e Barco-Pontelagoscuro).
In totale sono state intervistate 826 persone (su 197030 passanti).
Per quanto riguarda i comportamenti di consumo, emerge che la tipologia di punto vendita dipende fortemente dal tipo di prodotto. Per acquistare alimentari, prodotti per la pulizia, la salute, la cura del corpo e prodotti per la casa, l’84% dei consumatori si rivolge al supermercato o ipermercato. Per abbigliamento, calzature e tendaggi, la situazione è più eterogenea: la metà si rivolge al piccolo o medio dettagliante, una percentuale rilevante (28%) acquista in internet e un 13% al supermercato o ipermercato. Tv, telefonia e elettrodomestici invece vengono prevalentemente acquistati su internet (47%), il 23% li acquista in supermercato e il 18% presso il piccolo-medio dettagliante.
La mappatura dei punti vendita
La mappatura dei punti vendita che ha preceduto l’indagine sugli esercenti (14 maggio -18 giugno) ha riguardato un sottoinsieme selezionato di vie riguardanti quattro zone: centro storico, via Bologna, Quartiere San Giorgio e Barco-Pontelagoscuro. Sono stati rilevati 1624 indirizzi, di cui 46% non corrisponde ad alcuna attività commerciale e il 54% è stato classificato per tipologia di attività. Le tipologie di negozi più diffuse sono bar e ristoranti (21%), abbigliamento (15%) e servizi (13%). Da evidenziare i 14% di locali inutilizzati e il fatto che al di fuori del centro storico prevalgano i servizi sui bar e ristoranti.
L’indagine sugli esercenti
Dall’insieme dei numeri civici mappati, lo studio di Unife ha selezionato 594 punti vendita di interesse (popolazione di indagine) da cui è stato poi selezionato un campione casuale stratificato di 92 esercenti. Gli strati raggruppano settori merceologici simili.
Posto che, secondo gli esercenti a guidare i comportamenti di consumo contano soprattutto le tecniche di vendita, i prezzi e l’accessibilità e che i consumatori confermano questo aggiungendo il fattore sicurezza dei luoghi, tra i fattori indicati dagli esercenti come critici per i consumatori spicca nettamente la voce del caro vita, seguito da prezzi e accessibilità (vicinanza parcheggi e collocazione in Ztl). Le risposte dei consumatori confermano sostanzialmente che le criticità maggiori attengono all’inflazione, ai prezzi e all’accessibilità dei negozi.
Per le scelte di business degli esercenti invece le criticità attengono soprattutto ai costi del locale e delle utenze.
Riguardo invece alle strategie di acquisto, si è indagato sulle pratiche di provare un prodotto in negozio per poi acquistarlo su internet e di informarsi su un prodotto in internet per poi acquistarlo in negozio. Dalle risposte dei consumatori emerge che le strategie adottate dipendono dalla categoria merceologica. Il settore abbigliamento, calzature e tendaggi è quello in cui si registra la propensione più elevata ad adottare queste strategie da parte dei consumatori (45% la prima, 37% la seconda). In linea di massima questa propensione tende a diminuire con l’età o comunque è sensibilmente inferiore negli ultrasessantenni
Secondo gli esercenti, festività (Natale e Pasqua) ed eventi culturali (Mostre d’arte e Internazionale) sono tra le occasioni che stimolano maggiormente gli acquisti. Questo dato è solo parzialmente confermato dalle risposte dei consumatori, per i quali le occasioni che stimolano maggiormente sono Festività (natalizie), Ferrara Summer Festival e Mercati settimanali. Anche in questo caso l’età dei consumatori influisce molto sulle risposte. Sotto i 45 anni le tre voci più gettonate sono Ferrara Summer Festival, Festività Natalizie e Food Festival. Sopra i 45 anni, le % più alte attengono a mercati settimanali, festività e Palio.
Alla domanda «come ritieni la situazione del commercio locale ferrarese oggi rispetto ad un anno fa» la risposta più frequente degli esercenti è stata «Leggermente peggiorata» (42%). A ritenere la situazione (leggermente o molto) peggiorata è il 64% degli esercenti. La percentuale maggiore di chi ha scelto tale risposta è dei gestori di bar e ristoranti (59%), di cui il 74% ritiene che sia (leggermente o molto) peggiorata. La percentuale, nel settore alimentari, ottica, gioiellerie, profumerie e librerie, scende al 44%. In questo settore, il 63% ritiene la situazione (leggermente o molto) peggiorata Nel settore elettronica e informatica la percentuale della risposta «Leggermente peggiorata» è più bassa (33%) ma la percentuale di chi risponde «Molto peggiorata» è la più alta per cui la situazione è peggiorata per il 67%. Nel settore arredamento e abbigliamento si registrano % un po’ inferiori («Leggermente peggiorata» e «Molto peggiorata» 28%), e una situazione più eterogenea e meno negativa anche in virtù del 24% di risposte «Leggermente migliorata».
Alla domanda «come ritieni la situazione del commercio locale ferrarese tra un anno rispetto ad oggi» la risposta fornita più frequente è ancora «Leggermente peggiorata» (38%). A ritenere la situazione (leggermente o molto) peggiorata è il 52% degli esercenti. I più pessimisti sembrano gli esercenti del settore elettronica e informatica (56% «Leggermente peggiorata», 67% peggiorata) Seguono alimentari, ottica, gioiellerie, profumerie e librerie, con 48% di risposte «Leggermente peggiorata» e 56% di (leggermente o molto) peggiorata. Situazione simile per bar e ristoranti con percentuali del 41% e 55% rispettivamente. Nell’abbigliamento e arredamento gli esercenti più ottimisti («Leggermente peggiorata» e «Molto peggiorata» scelte entrambe dal 21%. Settore con maggiore eterogeneità nelle risposte e con il 28% che ritiene che la situazione sarà «Leggermente migliorata».
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