Dichiarazione del presidente Roberto Rampoldi sugli sviluppi in AlpsHL / Rittner Buam SkyAlps

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Presidente Roberto Rampoldi:

… sull’uscita degli Hockey Unterland Cavaliers dalla stagione 2025/26 dell’Alps Hockey League:

“Negli ultimi giorni l’HC Unterland ha comunicato l’uscita dall’AlpsHL. Sebbene questa decisione non sia sorprendente, trovo – anche nella mia veste di presidente della LIHG e di rappresentante della Serie A – che sia un gran peccato. La collaborazione con l’HC Unterland, un’associazione modello non solo nel settore giovanile, è sempre stata buona e costruttiva. Colgo l’occasione per augurare ai nostri amici della Bassa Atesina tanto successo in futuro! Alla fine va rispettata la loro decisione. In linea di principio devo constatare che spesso un addio non può essere ridotto a problemi interni alla lega, che esistono senza ombra di dubbio. In generale può basarsi anche su motivi interni all’associazione, finanziari o personali, spesso però una società ritiene di poter avere una migliore crescita sportiva in un’altra lega, nella quale può realizzare o perseguire le sue ambizioni.”

Conto e carta

difficile da pignorare

 

… sullo sviluppo dell’Alps Hockey League:

“Personalmente e in quanto presidente dei Rittner Buam SkyAlps continuo a essere molto convinto della bontà del progetto AlpsHL, e non solo per mancanza di alternative concrete. Assieme ai collaboratori dell’Alps Board of Governors e ai colleghi degli altri team lavoriamo meticolosamente per migliorare la lega sovranazionale sotto ogni aspetto. L’aumento dei costi è un fatto che va ricondotto anche ai recenti sviluppi globali. Tuttavia, come detto, c’è tanto che può e deve essere ottimizzato. Le trasferte potrebbero essere ancora più raggruppate, forse si potrebbe pensare a un girone preliminare a livello regionale, possiamo crescere ancora nell’ambito della comunicazione e del marketing e si potrebbero azionare delle leve anche nella formula, che quest’anno è stata un po’ improvvisata anche a causa di addii improvvisi. Rimane il fatto che l’Alps Hockey League offre senza dubbio visibilità internazionale ai nostri sponsor e un hockey su ghiaccio di buon livello ai tifosi. Alla fin fine, però, sono soprattutto i nostri giocatori locali a poter crescere ulteriormente attraverso l’alto livello di gioco e il confronto in ambito internazionale. Tutto sommato, secondo me prevalgono gli aspetti positivi, anche se purtroppo è più facile, e si preferisce sempre, enfatizzare i problemi.”

… sulla collaborazione con l’ICE Hockey League:

“Nello sport non si deve sempre inventare tutto, spesso basta guardare oltre il proprio steccato. In Germania e in Svizzera c’è una buona collaborazione tra le due rispettive massime leghe. Naturalmente sono altre realtà, non c’è dubbio, ma penso che sarebbe auspicabile una collaborazione ancora migliore con l’ICE Hockey League. Ritengo che i più recenti sviluppi nell’ICEHL siano positivi, le squadre austriache in particolare hanno ridotto in modo graduale il numero di stranieri e anche la recente tendenza nell’HC Val Pusteria segue questa direzione. Alla lunga ne beneficiano anche le rispettive Nazionali. In AlpsHL i giovani giocatori fanno pratica di gioco e alcuni di loro aspirano al salto in ICEHL. Viceversa l’AlpsHL offre ai giocatori che per ragioni anagrafiche o professionali non possono o vogliono giocare in ICEHL la possibilità di proseguire la propria carriera su un buon livello e di trasmettere la propria esperienza a giocatori più giovani.”

… sulla ripresa della Serie A:

“Ho vissuto gli ultimi anni della Serie A e i motivi che hanno portato alla creazione dell’Alps Hockey League sono noti a tutti. Anche oggi continuo a essere dell’opinione che per l’hockey su ghiaccio italiano sia assolutamente necessaria una lega tra l’ICE Hockey League e l’IHL (Italian Hockey League, N.d.R.), l’ex Serie B. L’IHL funziona molto bene, tuttavia è evidente che la differenza di livello rispetto all’ICEHL, sia dal punto di vista organizzativo sia da quello sportivo, è molto grande. Secondo me, e non sono il solo a pensarlo, in Italia continuano a non esserci i presupposti per una Serie, A perché mancano la sicurezza nella pianificazione, un numero di squadre affini e un’organizzazione comune. Trovo riduttivo discutere di ridurre il numero delle importazioni. Ma non escludo che questo scenario possa cambiare tra alcuni anni. Dipende, però, da tanti fattori che che al momento non sono presenti o non sono prevedibili a breve termine.”

Foto: Max Pattis

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