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Di Andrea Caldart(Quotidianoweb.it) Cagliari, 15 gennaio 2025 – Un sistema che si nutre di bellezze naturali, arte e cultura, ma che nasconde un lato oscuro inquietante. Il turismo in Italia, pilastro dell’economia nazionale, è sempre più sotto la minaccia delle infiltrazioni della criminalità organizzata, che nel 2024 ha raggiunto un valore stimato di 3,3 miliardi di euro.
Questo è il dato allarmante che emerge da un recente studio condotto da Demoskopika, che ha analizzato il rischio di infiltrazione mafiosa nei sistemi turistici regionali.
Sono nove le regioni che presentano i maggiori rischi di penetrazione mafiosa nel tessuto economico turistico: Campania, Lombardia, Lazio, Puglia, Sicilia, Liguria, Emilia-Romagna, Piemonte e Calabria. Questi territori, ricchi di attrattive e con un forte afflusso di turisti, si trovano anche a fronteggiare una pericolosa commistione tra economia legale e attività illecite.
Secondo lo studio, la Campania, il Lazio e la Lombardia risultano particolarmente vulnerabili, rappresentando dei veri e propri crocevia per il welfare criminale legato al turismo. I dati evidenziano un’ampia presenza di imprese turistiche, come alberghi e ristoranti, confiscate alla criminalità organizzata, un indicatore che riflette la capacità delle mafie di infiltrarsi in settori strategici per il territorio.
La ricerca di Demoskopika si basa su una serie di indicatori ritenuti particolarmente sensibili, tra cui:
- Imprese confiscate: strutture turistiche come hotel e ristoranti passati sotto controllo dello Stato dopo essere stati utilizzati dalla criminalità
- Operazioni finanziarie sospette: transazioni segnalate per possibili legami con attività mafiose.
- Richieste di istruttorie antimafia: legate ai progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
- Provvedimenti interdittivi antimafia: emanati dagli uffici territoriali del governo per bloccare attività sospette.
Questi parametri dipingono un quadro chiaro: il turismo non è solo una fonte di guadagno legale, ma anche un terreno fertile per il riciclaggio di denaro, la gestione di attività illecite e il controllo del territorio da parte delle organizzazioni criminali.
Il fenomeno del welfare criminale nel turismo ha un impatto devastante non solo sull’economia, ma anche sull’immagine dell’Italia. Ogni attività infiltrata mina la concorrenza leale e riduce le opportunità per gli imprenditori onesti. Inoltre, la presenza mafiosa disincentiva gli investimenti esteri e può influire negativamente sulla percezione del Paese a livello internazionale.
La lotta a questo fenomeno richiede un approccio integrato. Rafforzare i controlli sulle attività economiche, implementare strumenti di monitoraggio più efficaci e promuovere la cultura della legalità sono passi fondamentali. Il turismo è un patrimonio da proteggere, e ogni euro sottratto al crimine organizzato rappresenta un guadagno per l’intera comunità.
Mentre le cifre di Demoskopika ci offrono una fotografia inquietante del problema, è fondamentale che l’intero sistema Paese – dalle istituzioni agli imprenditori, passando per i cittadini – si impegni per strappare alla criminalità questo settore cruciale per il futuro dell’Italia.
«Il turismo italiano è sotto attacco. Oltre 7mila aziende vulnerabili – commenta il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – rischiano di diventare ghiotta preda dei sodalizi criminali, con la ‘Ndrangheta, Cosa Nostra, Camorra, criminalità pugliese e lucana che si infiltrano nei settori dell’ospitalità, dalla ricettività alberghiera alla ristorazione passando per l’intermediazione. Debiti erariali, prestanome legati ai clan e una fragilità imprenditoriale sempre più diffusa creano le condizioni ideali per un controllo mafioso. Eventi internazionali come le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e il Giubileo 2025 non fanno che amplificare il rischio di infiltrazioni. L’Italia – precisa Raffaele Rio – è oramai un paese a quasi assoluta dominanza ‘ndranghetista. Soltanto il sistema camorristico sembra minare il predominio delle ‘ndrine sul sistema turistico italiano. In questo scenario, le mafie stanno costruendo un welfare criminale che piega gli imprenditori in difficoltà. Promettono sopravvivenza finanziaria, coprono i debiti e garantiscono liquidità facendo pagare un prezzo altissimo, il controllo o l’acquisizione totale delle aziende. Questo sistema perverso non solo rafforza il potere delle famiglie criminali sul territorio, ma alimenta un circuito di riciclaggio, usura ed estorsioni che soffoca l’economia legale del nostro Paese. Non possiamo permetterci di sottovalutare questa emergenza. Salvaguardare il settore turistico non è solo una questione economica, ma un intervento strategico per tutelare la legalità e garantire la sostenibilità del nostro modello socio-economico. Fondamentale è rafforzare, a più livelli istituzionali e territoriali, una costante attenzione nell’attività di prevenzione dei relativi tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata. Una risposta decisa – conclude Raffaele Rio – è indispensabile per proteggere la sicurezza delle imprese e la credibilità del Paese sul piano internazionale».
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