Olbia, meno aree a rischio alluvione: «Si può tornare a costruire»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


Olbia. La città non ha più paura del cielo e programma la sua sicurezza idraulica in simbiosi con lo sviluppo urbanistico. Lo hanno spiegato in coppia il sindaco Settimo Nizzi e Simone Venturini, direttore tecnico di Technital, durante l’incontro di ieri 16 gennaio, nell’aula magna di UniOlbia, per la conferenza pubblica “Il nuovo Pai di Olbia: sicurezza e sviluppo per la città – Presentazione per la popolazione e indicazioni operative”. Proprio il Pai, il Piano di assetto idrogeologico, diventato esecutivo dopo l’approvazione da parte della Regione, rappresenta la chiave di volta della messa in sicurezza della città e dello sviluppo urbanistico.

Verso i lavori. I primi effetti si hanno sul quadro in cui si innesta il piano “Olbia e le sue acque” di Technital, per la messa in sicurezza e la mitigazione del rischio idraulico. Il piano è già in procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale), sono in corso le ultime osservazioni. La Conferenza di servizi ha già dato l’ok e sono stati acquisiti i pareri degli enti interessati. Entro 20 giorni la Commissione Via si riunirà per dare il via libera definitivo. Partiranno insieme i lavori sui lotti dei tre grandi comparti del progetto: il grande canale scolmatore che riduce la portata del Rio Seligheddu portandola verso il Padrongianus, a Sa Corroncedda, partendo da Putzolu; il secondo canale scolmatore che dalla zona di Abbafritta intercetta la portata del Rio San Nicola e porta l’acqua di piena verso Cabu Abbas. Infine, Il terzo intervento che riguarda l’adeguamento dei canali e dei ponti in città.

Urbanistica. Il Pai, però, spalanca le porte anche per la nuova versione del Piano urbanistico comunale, fermo da anni a Cagliari, e del Piano del centro storico, pronto alla pubblicazione dopo il via libera al Piano di utilizzo dei litorali, che ha visto la comunicazione degli espropri. In pratica, il futuro di Olbia è tutto qui. «Anche in luoghi dove vi sono rischi limitati, come le zone Hi*previste dal Pai, ora si potrà costruire, con il progetto e la relazione di rischio idraulico, facendo il piano terra a un livello più alto in base agli studi condotti fino ad oggi – ha spiegato Settimo Nizzi –. Tutte le zone vicine al Rio Gaddhuresu e Seligheddu, quelle più colpite dall’alluvione, ne beneficeranno. Presentando un progetto edilizio e una relazione idraulica, oggi si può costruire». Esistono, ovviamente, dei divieti assoluti: non esisteranno più, per esempio, i piani interrati nelle nuove costruzioni. «Con la pubblicazione sul Buras del decreto della presidente della Regione, che rende esecutivo il Pai di Olbia, il Piano urbanistico comunale ha una corsia accelerata – conferma il sindaco di Olbia –. Le carte le abbiamo già modificate, abbiamo avuto una interlocuzione proficua con la Regione, e in pochi mesi riadotteremo il Puc e pubblicheremo il Piano del centro storico, dopo aver dato il via libera al Piano di utilizzo dei litorali con la comunicazione degli espropri».

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Meno vincoli. L’approvazione della variante al Pai, infatti, libera da alcuni vincoli di tipo edilizio una importante parte della di città, che con il nuovo Pai, voluto dalla giunta Nizzi e approvato a luglio in consiglio comunale con 19 voti a favore e 6 astensioni, vede diminuire, rispetto a quello del 2015, i chilometri quadrati delle zone Hi4 (da 7,5 a 2,4). Aree che passano da una fascia di alta pericolosità – e sulle quali esisteva il vincolo di inedificabilità assoluta – alla nuova classificazione HI*, considerata a rischio, ma non pericolosa. Tutto questo sulla base di nuovi calcoli emersi dallo studio Technital. La riduzione delle aree a pericolosità idraulica a Olbia varia tra il 70 e l’80 per cento, un notevole monte di chilometri quadri a disposizione per nuove costruzioni, a partire dalle zone turistiche e più di pregio, come Porto Rotondo e San Pantaleo. «L’impatto sulla città e sul suo sviluppo è notevole perché tre quarti di Olbia vengono liberati e i cittadini potranno consapevolmente realizzare interventi, esclusi manufatti interrati – ha sottolineato Venturini –. Abbiamo concluso il nostro progetto, calcolando le portate dei canali, lo abbiamo fatto considerando il Pai, grazie al quale una gran parte delle aree prima connotate con pericolosità idraulica, sono ora considerate critiche, quindi edificabili, tra le quali Porto Rotondo e San Pantaleo». La perimetrazione delle aree di pericolosità è stata valutata applicando le più recenti e restrittive normative, tenendo conto del valore della vulnerabilità delle persone determinato attraverso modelli matematici e considerando sia i livelli di allagamento, sia la velocità dell’acqua che si muove sul terreno.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link