“Ci sono tanti modi di giudicare Milano ma occorre guardare ai lati positivi, lavorare su di essi: chi dà per spacciata Milano deve sempre ricredersi”. È il messaggio lanciato da Daniela Mainini, avvocato e da 22 anni presidente del Centro Studi Grande Milano, realtà nata per “valorizzare una Milano più grande e autorevole” che attualmente conta oltre 1500 soci e partner. Ne fanno parte anche tutti gli ex sindaci ancora in vita, nominati Ambasciatori della Grande Milano nel mondo. Tra i progetti lanciati “un’ora da Milano e Milano in un’ora”, una rete di sindaci di città a un’ora di distanza da Milano – da Bergamo a Genova, da Torino a Brescia – per discutere su temi comuni tra cui il grande nodo infrastrutture e trasporti.
Mainini, partiamo dalle ombre. L’immagine della città, in questo periodo, è un po’ offuscata. “Winston Churchill consigliava di non sprecare mai una buona crisi ma Milano, che ha sempre dimostrato grande capacità di ripresa dopo ogni caduta, è forse tornata troppo velocemente al suo ritmo post Covid, passando da una week all’altra, attraendo milioni di turisti e capitali esteri, con prezzi delle case alle stelle e con qualche problema di sicurezza percepita e comprovato disagio sociale in più. Ha riflettuto meno su che modello di città volesse essere. Una delle prime riunioni di Pensaremilano è stata infatti incentrata sul “crinale di Milano“, ovvero il pericolo di trasformarsi in una città solo per ricchi e la necessità di mantenere la tradizionale vocazione all’accoglienza e all’inclusività. Durante le discussioni è emerso che Milano ha sempre meno cittadini e sempre più city users e l’impetuoso rialzo dei prezzi fa in modo che il ceto medio venga di fatto espulso”.
Una città, quindi, da ripensare. A quali riflessioni siete arrivati? “È evidente che la Grande Milano ha bisogno di una nuova dimensione, e qui mi ricollego alla “Milano in un’ora“. Posso vivere molto bene a Varese e Torino se, però, posso raggiungere Milano nell’arco di un’ora. In questa partita giocano un ruolo fondamentale le infrastrutture e il sistema del trasporto pubblico. Forse il fattore più preoccupante è l’inverno demografico: Milano è una città che invecchia. Il 2024 sarà il terzo anno di seguito in cui a Milano nascono meno di 10mila bambini. Eppure il nostro pensiero resta positivo, confortato dalla storia della città, dalla sua cultura. Milano, come mi ha insegnato l’indimenticato sindaco Carlo Tognoli, che ha fatto l’onore di passare il testimone del brand Amaremilano proprio al Centro Studi Grande Milano, mostra una tempra straordinaria, una caratteristica che le deve essere storicamente riconosciuta, ovvero quella di essere una città tenace”.
Quali sono i punti di forza per ripartire? “Partiamo dal fatto che Milano è una grande città universitaria. Il fatto che la città sia stata in grado, per prima, di esprimere 4 rettrici donne è una grande notizia anche per il Paese. Milano, o meglio la Grande Milano, continua ad essere molto attiva nel volontariato: i volontari che operano nell’area metropolitana sono oltre 250mila. Milano è la città più Europea d’Italia. Occorre però un maggior rispetto del bene pubblico, della legalità, dando più spazio ai giovani in una società troppo vecchia e ripiegata su se stessa”.
Una città trasformata anche dal boom degli affitti brevi. Sta diventano una “Disneyland“ per turisti? “Sono felice che il turismo premi Milano, ma gli affitti brevi sono una vera piaga, soprattutto in alcune zone. Il fenomeno rovina interi palazzi, anche nel loro valore. Una regolamentazione si impone”.
Mainini, perché amare Milano? “Personalmente amo Milano perché mi ha dato tutto ciò che potevo desiderare: un lavoro, la famiglia, una casa, e addirittura l’Ambrogino per la mia attività civica. Amo Milano perché pur non essendo una città d’arte, come Firenze o Roma , è una grande città di cultura. La amo anche in questo periodo di grande trasformazione. Milano, pur essendo stata amministrata da giunte diverse, è stata in realtà governata a partire dal 1899 nel quadro di una positiva continuità, da una classe dirigente accomunata da valori ed obiettivi che hanno assicurato una stagione di straordinario progresso”.
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