Il recente annuncio di Federico Riboldi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte, riguardante l’introduzione della figura del direttore sociosanitario ha suscitato grande interesse tra gli infermieri, ma questa iniziativa si inserisce in un contesto di luci e ombre. Se da un lato la creazione di questa nuova figura strategica rappresenta un’opportunità di miglioramento significativo, dall’altro emergono preoccupazioni sulle dinamiche di gestione e cooperazione regionale, in particolare per quanto riguarda le notizie provenienti da Azienda Zero e i rallentamenti nelle relazioni istituzionali.
La nuova figura apicale del direttore sociosanitario rappresenta, come sottolinea Ivan Bufalo (foto), presidente di Opi Torino e del Coordinamento regionale delle professioni infermieristiche, un passo cruciale verso un migliore coordinamento tra i servizi sociali e sanitari, promettendo di elevare gli standard organizzativi a livello regionale e di valorizzare le competenze manageriali acquisite dagli infermieri nel campo del management.
“Se effettivamente sarà introdotta, come annunciato dall’assessore, sarà davvero un gran passo avanti per la nostra sanità – sottolinea Bufalo -. La figura del direttore sociosanitario farà da trait d’union con i sindaci nei distretti e sul territorio per la realizzazione delle case e degli ospedali di comunità, l’avvio di progetti di umanizzazione dei pronto soccorso. Un obiettivo da sempre auspicato, che ora potrebbe far alzare di livello il nostro servizio di cura”.
A preoccupare invece il presidente Bufalo sono le notizie che trapelano da Azienda Zero, così come i rallentamenti nelle relazioni istituzionali tra la Regione e il Coordinamento degli Ordini degli infermieri del Piemonte.
“Se, come annunciato da Lo Spiffero, il dottor Pappalardo lascerà il governo della formazione del personale dell’emergenza e urgenza, che sotto la sua guida aveva raggiunto livelli di indiscussa eccellenza, il direttore generale di Azienza Zero, ingegner Adriano Leli, dovrà evidentemente fare il massimo sforzo per individuare un professionista, auspicabilmente sempre in seno alla professione infermieristica, in grado di dare congrua continuità al rapido processo evolutivo in atto avviato da Pappalardo, inerente le competenze cliniche e le capacità operative del personale infermieristico, e non solo, nel sistema dell’emergenza territoriale”.
Sotto la guida di Pappalardo, responsabile della formazione del personale dell’emergenza sanitaria sin dalla fondazione di Azienda Zero, sottolinea Bufalo: “sono stati incrementati esponenzialmente in pochi anni i livelli qualitativo e quantitativo della formazione professionale del personale del 118, precedentemente caratterizzata da grande disomogeneità e frammentazione. Pappalardo ha contribuito alla realizzazione di progetti innovativi per soddisfare i crescenti bisogni di salute, come gli ACAI, e ha costantemente rafforzato reti interprofessionali e interdisciplinari volte a migliorare la risposta sanitaria ai cittadini. Si auspica che la sua partenza da Azienda Zero non comporti un distanziamento tra le istituzioni politiche sanitarie regionali e la professione infermieristica”.
Sempre Bufalo: “La stessa preoccupazione vale per l’annunciato arrivo di infermieri indiani o da altri Paesi sudamericani o nordafricani. Lungi da noi opporci in maniera pregiudiziale, ma questi interventi vanno governati con attenzione e responsabilità. Ne va della sicurezza delle persone assistite, nonché della dignità dell’esercizio della professione infermieristica”.
Mentre le notizie su cambiamenti interni e rallentamenti nelle relazioni istituzionali tra la Regione e il Coordinamento degli Ordini degli infermieri del Piemonte si susseguono, Bufalo sottolinea la necessità di un maggiore coinvolgimento degli infermieri nei processi decisionali: «Naturalmente gli Ordini infermieristici rinnovano e rilanciano la loro piena disponibilità a una collaborazione istituzionale con le autorità politiche e sanitarie della nostra regione, ma una riflessione è certamente d’obbligo. Soprattutto servono seri segnali di coinvolgimento e, nondimeno, serve garantire una adeguata rappresentanza della professione infermieristica nei tavoli consultivi e tecnici della Regione».
Proprio su questi ultimi punti si è registrato un rallentamento del percorso di collaborazione avviato dall’assessore Riboldi con gli Opi del Piemonte. “La collaborazione sul tema degli algoritmi 118 è stata onesta, costruttiva e indubbiamente proficua. L’assessore Riboldi si è impegnato a promuovere un dialogo aperto che coinvolgesse tutti gli attori interessati dal provvedimento, e questo ha facilitato una soluzione positiva della questione, che è soprattutto merito suo. Ora, però, ci sono temi altrettanto urgenti che hanno un significativo impatto sulla qualità e sulla sicurezza assistenziale, che necessitano di essere affrontati. Mi riferisco alla formazione, all’introduzione della nuova figura dell’assistente infermiere e all’annunciato reclutamento di infermieri provenienti dall’estero per far fronte alla grave carenza di personale nelle strutture assistenziali della nostra regione”.
A fine novembre 2024, infatti, la Direzione Sanità della Regione aveva convocato un incontro per discutere di queste tematiche. Incontro annullato e non più programmato: “Nonostante le sollecitazioni, siamo rimasti in una condizione di stallo – conclude Bufalo -. Le innovazioni in tema di assistenza infermieristica introdotte dal legislatore necessitano di valutazioni approfondite, propedeutiche a scelte delicate che devono essere intraprese a livello regionale. Lo stesso vale per l’annunciato arrivo di infermieri indiani o da Paesi sudamericani o nordafricani. La nostra preoccupazione e che ogni giorno trascorso senza lavorare alle migliori soluzioni risulterà un giorno perso”.
Redazione Nurse Times
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