Da marzo a novembre otto terremoti a Piacenza, l’Emilia Romagna regione più sismica

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L’Emilia Romagna è la regione in cui, nel 2024, si sono verificati più terremoti di magnitudo pari o superiore a 2 sulla scala Richter. Lo rileva l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) che ha analizzato i dati della sismicità dell’ultimo anno. In Italia sono state 16mila 826 le scosse registrate nel 2024 dalla Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: in media poco più di 46 al giorno al ritmo di circa 2 ogni ora. Dal 2019, infatti, il numero totale dei terremoti localizzati nel nostro Paese si mantiene stabile fra 16mila e 17mila ogni anno, in calo rispetto al triennio 2016-2018 caratterizzato dalla sequenza sismica in Italia centrale. Nell’anno da poco terminato, la provincia di Piacenza ha registrato otto eventi sismici, tutti di magnitudo inferiore a 3. La prima scossa fu rilevata il 14 marzo nella zona di Mezzano Scotti (Bobbio), di magnitudo 2.1, poi due eventi a maggio nel comune di Coli (il 13 a Barche, magnitudo 1.5, e il 19 a Pescina, magnitudo 1.8). Il 22 settembre la terra tremò a Rivergaro (1.7). Infine, quattro scosse di terremoto a novembre: il 20 a Fiorenzuola (2.5), il 24 a Gropparello (2.4) e a Vernasca (2.3), e infine l’ultima – che è anche la più forte del 2024 – quella del 28 novembre con epicentro nei pressi di Pecorara (2.9).

La vicina provincia di Parma ha registrato oltre 360 scosse nel 2024, tanto da meritare un approfondimento nel report dell’Ingv. Alcune di queste sono state avvertite anche nei comuni dell’appennino piacentino. La più forte (che è anche la sesta più forte in Italia) è quella registrata il 9 febbraio a Calestano, di magnitudo 4.2. Già due giorni prima, il 7 febbraio, la Rete Sismica Nazionale aveva iniziato a registrare una serie di eventi sismici localizzati nel parmense, in particolare nei comuni di Langhirano, Calestano e Fornovo di Taro. Nei giorni successivi al 9 febbraio sono stati numerosi gli eventi registrati, una trentina di magnitudo compresa tra 3.0 e 3.8, tra questi i due più forti sono avvenuti il 9 febbraio (3.7) e il 20 febbraio (3.8). In totale i terremoti localizzati in quest’area durante il 2024 sono stati oltre 360, la maggior parte di magnitudo superiore a 2.0.

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Il terremoto più forte del 2024 è stato quello di magnitudo 5,0 registrato in Calabria, a Pietrapaola (Cosenza), seguito da una delle due sequenze sismiche che hanno interessato l’area ionica della regione tra maggio e settembre. Dei terremoti avvenuti nel 2024, la maggior parte è stata di lieve intensità, 2.082 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2.0 e 248 una magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9: 26, inoltre hanno avuto una magnitudo tra 4.0 e 4.9 e solo il terremoto di Pietrapaola ha raggiunto magnitudo 5.0. Di questi ultimi, 14 terremoti sono avvenuti nel territorio italiano e in particolare nel Mar Tirreno, in Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, in Adriatico al largo della costa marchigiana, sulla costa pugliese del Gargano, in Molise, nei Campi Flegrei in Campania. Due eventi di magnitudo superiore o uguale a 5.0: uno localizzato nel territorio del Montenegro il 14 marzo, di magnitudo 5.5 e un altro nella Calabria Ionica nei pressi di Pietrapaola (Cosenza), il 1° agosto, di magnitudo 5.0.

I terremoti in Italia nel 2024 (Ingv)

Dopo diversi anni la Sicilia ha ceduto il passo all’Emilia Romagna che ha avuto il maggior numero di eventi, 434, di magnitudo pari o superiore a 2.0, seguita dalla Calabria e dalla stessa Sicilia. Se contassimo anche i terremoti molto piccoli (al di sotto di magnitudo 2), il primato sarebbe condizionato dalla densità della rete sismica e “vincerebbero” Marche e Umbria con oltre tremila eventi. Sul numero di terremoti registrati quest’anno in Emilia Romagna ha un peso significativo la sequenza sismica a sud di Parma con circa quattrocento eventi registrati in particolare nel mese di febbraio. La regione con meno terremoti è la Sardegna, come sempre. È la regione d’Italia più lontana dalle fasce in deformazione degli Appennini e delle Alpi caratterizzata da una sismicità più rara che nelle altre regioni italiane. Nel 2024 sono stati localizzati 14 eventi sull’isola, tutti di magnitudo inferiore a 2.0. Tranne in un caso, un piccolo terremoto di magnitudo 1.0 in provincia di Cagliari, gli altri eventi sono stati classificati come scoppi di cava e in un caso come un’esplosione nei pressi di Macomer.

Nel 2024 la Rete Sismica Nazionale ha localizzato alcuni eventi di magnitudo pari a 0.0 e addirittura uno di magnitudo (Richter) negativa (-0.1), quest’ultimo il giorno 30 settembre a pochi chilometri da Scheggia, al confine tra Umbria e Marche. In questo settore dell’Appennino l’Ingv dispone di una rete di sismometri molto fitta, che consente di localizzare terremoti molto piccoli. Anche i due terremoti di magnitudo calcolata 0.0 sono avvenuti nell’Appennino umbro-marchigiano. L’aumento degli eventi di così piccola magnitudo rispetto al 2023 è un segnale del continuo miglioramento della Rete Sismica Nazionale dell’Ingv.





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