Fondazioni, inghippo sul credito d’imposta in Finanziaria: a rischio erogazioni e filantropia

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In pericolo Art bonus, Fondi per la povertà educativa e per la repubblica digitale. L’ipotesi di intervento in extremis con un Dpcm

Quello che si apre sarà un anno importante per le fondazioni di origine bancaria. Le questioni da affrontare sono tante e vanno dalla governance alla filantropia ai rapporti con l’esecutivo Meloni: in ballo c’è la continuità e l’esercizio di un sistema — anzi di un corpo intermedio — che garantisce il sostegno a cultura, sanità, terzo settore e che compensa con i suoi interventi, le sue erogazioni e i suoi progetti gli svantaggi di cui soffre una buona fetta di popolazione. Un apporto non disgiunto dai legami con gli istituti conferitari.
Il 2025 — salvo sorprese dell’ultima ora — sarà l’anno del rinnovo di Giovanni Azzone al vertice di Acri fino al 2027. Il numero uno di Cariplo, ed ex rettore del Politecnico di Milano, ha raccolto il testimone nel 2022 dopo le dimissioni di Francesco Profumo dalla presidenza di Compagnia di San Paolo e ha completato il mandato 2022-24. Ora l’associazione delle 86 fondazioni bancarie deve procedere a una nuova elezione: le candidature entro il 4 marzo, ma è improbabile che qualcun altro si faccia avanti. La nomina dovrebbe avvenire tra l’assemblea di maggio e il congresso di giugno di Gorizia. Segno che proprio attorno alla figura di Azzone l’Acri ha ritrovato quella coesione non così scontata quando a contendergli la poltrona c’era l’allora presidente di Crt Fabrizio Palenzona.

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Non sostenere interventi sorretti da incentivi fiscali

Unanimità quanto mai necessaria, e guida vieppiù salda, ora che un inghippo nella Legge di Bilancio rischia di condizionare l’attività erogativa delle Fondazioni: i commi da 846 a 849 e da 856 a 859 introducono previsioni che incidono sull’autonomia degli enti, degli organismi e delle fondazioni che ricevono, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, un contributo di entità significativa a carico dello Stato. Tra tali contributi potrebbero rientrare anche gli incentivi fiscali e, in particolare, i crediti d’imposta
Se fosse, quindi, confermata l’applicabilità delle norme alle fondazioni di origine bancaria, potrebbe risultarne condizionata l’attività erogativa, nel senso che potrebbero vedersi costrette a non sostenere più interventi assistiti da incentivi fiscali. 
Per le fondazioni più grandi come Compagnia, Crt, Verona e Cariplo ballano decine di milioni. Una cosa del genere metterebbe a rischio il meccanismo dell’Art Bonus, riconosciuto a fronte di erogazioni che vanno principalmente a vantaggio di soggetti pubblici, ma anche i Fondi per il contrasto della Povertà Educativa e per la Repubblica Digitale, frutto di iniziative in partnership con lo stesso governo. È tutto rimandato a un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dovrà stabilire l’ambito di applicazione.




















































Nozze tra enti con l’idea delle fondazioni di comunità

Il tema del credito di imposta si ripresenterebbe anche nel caso delle nozze tra fondazioni, viatico escogitato per aiutare quelle in difficoltà. Dopo Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna con Lugo, questo potrebbe essere l’anno del salvataggio di Fondazione Estense da parte di Modena. L’idea che circola è quella di creare una fondazione di comunità: l’ente di Modena rileverebbe il patrimonio di Ferrara e ne lascerebbe in città una parte, come la quadreria. Il rendimento, con il credito di imposta per le nozze, verrebbe impiegato per sostenere attività sul territorio. L’altra partita che si sta riprendendo a giocare è quella dell’aggiornamento del protocollo Acri-Mef, che data al 2015, stoppata dopo la crisi (poi rientrata) della Fondazione Crt. Alla Giornata del Risparmio il ministro Giancarlo Giorgetti ha fatto una sostanziale apertura all’Acri. Si sta ragionando con il Tesoro per portare a tre i mandati degli organi di governo o allungarli impedendo un ritorno con altra carica oppure ancora di non considerare mandati parziali. Quanto alla quota nella banca conferitaria — oggi incrementata grazie ai corsi di Borsa e al ciclo dei tassi che ha agevolato i bilanci delle banche — si starebbe pensando di innalzarla o di non considerare il superamento dei limiti se solamente legato agli andamenti dei listini o addirittura di rimuovere il vincolo nel caso di comprovata solidità patrimoniale.


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13 gennaio 2025

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