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Nato in Ghana, si è spostato in Italia con il fratello in giovane età. Racconta il suo percorso quotidianamente sui social e in un libro con leggerezza, ironia e sensibilità, dando risalto a temi spesso ignorati dal grande pubblico. «Ho sempre pensato che la mia esperienza potesse servire a qualcun altro», afferma Arnold
In un mondo spesso dominato dall’apparenza e dai filtri, Arnold Cardaropoli ha scelto di raccontare la sua storia con ironia e autenticità. Nato in Ghana, Arnold arriva in Italia a soli 2 anni insieme ai suoi genitori biologici. Tuttavia, la sua infanzia si trasforma, quando lui e il fratellino vengono affidati a una casa famiglia. Questo segna l’inizio di un percorso che, tra difficoltà e momenti di crescita, lo porta a sviluppare una forte consapevolezza interiore su temi come identità, adozione e razzismo. «Ho sempre pensato che la mia storia potesse servire a qualcun altro, per capire che non siamo soli nelle difficoltà».
L’intervista a Arnold Cardaropoli
La sua esperienza personale lo ha spinto proprio a parlare di questi argomenti sui social, con un obiettivo specifico: sensibilizzare il pubblico sui temi a lui più vicini. Oggi Arnold è uno dei creator più seguiti in Italia nel suo genere, con una community che apprezza il suo stile divertente e il suo talento nel parlare di temi complessi senza mai risultare pesante, anzi rendendoli accessibili a tutti, grazie anche alla partecipazione di tutta la sua famiglia nei contenuti. Dai racconti sull’essere un ragazzo straniero cresciuto in un piccolo paese italiano di provincia fino alle riflessioni sull’adozione, Arnold riesce a dare voce a una realtà che spesso rimane inascoltata.
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Raccontami un po’ del tuo percorso e della tua storia
Sono nato nel 2001 in Ghana, un Paese che, nonostante abbia lasciato da piccolo, rimane ancora una parte importante della mia identità. Quando avevo circa due anni, i miei genitori biologici si sono trasferiti in Italia, mentre mia madre stava aspettando mio fratello. Tuttavia, una volta arrivati qui, hanno avuto difficoltà e divergenze che li hanno portati a separarsi. Una situazione che li ha costretti a chiedere aiuto alle istituzioni. Mio fratello ed io siamo arrivati, quindi, in una casa famiglia, un’esperienza che, se pur difficile, ha rappresentato il primo passo verso una nuova vita. Successivamente, una coppia italiana che non riusciva ad avere figli ci ha accolti in affido familiare. Prima me, ma appena hanno scoperto che anche il mio fratellino era lì nella casa, si sono affrettati ad accogliere anche lui. Questa nuova famiglia è riuscita a darci la stabilità e l’amore di cui avevamo bisogno. Nel 2009 si è unita a noi una bambina di appena 18 mesi, creando una famiglia ancora più unita e completa. Tuttavia, il processo di adozione non è stato immediato: solo nel 2019, dopo anni di attesa, l’adozione è diventata ufficiale. Questo ha segnato per me e la mia famiglia un momento molto importante.
Come sei riuscito a costruire la tua community?
Nel 2020 ho iniziato la mia carriera da creator quasi per caso. Durante il periodo del Covid, in casa, ho iniziato a provare TikTok, dove creavo contenuti soprattutto ironici e semplici. La svolta arriva quando inizio a coinvolgere anche la mia famiglia, andando a ricostruire scene quotidiane nelle quali tutti si possono rivedere. In particolare, provavo a fare molta autoironia, che poi nel tempo, è diventata la chiave principale dei risultati raggiunti. In particolare cerco sempre di fare autoironia sui temi che mi riguardano principalmente: adozione, integrazione, razzismo. Così da riuscire a trasmettere i messaggi a quante più persone possibile. Questo, secondo me, è il metodo più bello per combattere l’ignoranza che sui social è molto diffusa. Infatti, da quando ho iniziato a creare contenuti ,ho sempre pensato che la mia storia potesse servire a qualcun altro, per capire che non siamo soli nelle difficoltà.
Qual è il tuo processo creativo per la creazione di contenuti giornalieri?
Le idee mi vengono soprattutto pensando o vivendo direttamente una situazione in casa o in giro, specialmente quando sono con la mia famiglia. Dopodiché cerco il modo migliore per poterla rappresentare in video, provando a ricreare una scenetta che le persone possano sentire propria o che potrebbero vivere nella quotidianità. In generale, non mi piace affrontare una situazione in modo troppo diretto. Piuttosto cerco sempre un modo per poterla rappresentare in modo leggero, ma chiaro, così da riuscire a far arrivare il messaggio a più persone.
È uscito da poco il tuo libro, perchè e come hai deciso di scriverlo?
Sono contentissimo dell’uscita del mio libro, “Mamma, stai calma! Storie a colori di una famiglia in bianco e nero”. Avevo la volontà di raccontare e raccontarmi, per ampliare il mio pubblico e soprattutto per mettere in fila la mia storia raccontata a sprazzi sui miei social. Come faccio sui miei canali, ho voluto scriverlo in modo leggero e divertente. Questo è un bellissimo traguardo raggiunto e sono davvero orgoglioso del risultato finale. In particolare vorrei arrivare ai ragazzi più giovani, che credo possano rivedersi nella mia situazione, ma soprattutto prendere spunto per affrontare meglio determinate situazioni, oppure capire meglio il punto di vista dei propri amici e compagni di scuola.
Quali sono i progetti di questi anni che ti sono rimasti nel cuore?
Sicuramente il libro è stato uno dei miei progetti preferiti. In particolare, mi piace avere tutti i giorni la possibilità di parlare e interagire con i ragazzi più giovani nei DM, ma anche dal vivo, cercando sempre di poter lasciare loro qualcosa di bello. Per certi aspetti li trovo più aperti e disposti a imparare e confrontarsi rispetto agli adulti. Spesso, non ci accorgiamo della loro maturità e con loro possiamo toccare aspetti veramente importanti di cui non si parla molto nella vita quotidiana.
Ricevi moltissimi commenti e messaggi. Cosa ti chiede maggiormente la tua community?
La community apprezza il modo con il quale riesco a trasmettere il bel rapporto che ho con la mia famiglia. Spesso mi chiedono come poter superare momenti complicati, oppure consigli su situazioni riguardanti l’integrazione e l’adozione. Ma la cosa che mi piace di più è quando le persone mi ringraziano dicendo che tramite i miei contenuti si è alleggerita la loro giornata. Quindi, diciamo che sono contento che i miei contenuti riescano ad avere un effetto positivo su chi li guarda.
Quali progetti futuri vorresti fare?
Al momento non ho niente di concreto in programma, se non la volontà di parlare sempre di più nelle scuole e ai giovani. Questo mio desiderio si sta realizzando nel concreto e mi permette ogni settimana di conoscere realtà scolastiche con le quali scambiare opinioni interessanti che arricchiscono sia me sia loro. Nelle esperienze che ho fatto in questi mesi, ho apprezzato come i ragazzi hanno partecipato in modo attivo, facendomi domande e raccontando anche le loro esperienze personali. Mi piace sapere di poter essere d’aiuto ad altre persone e al momento mi concentro soprattutto su questo.
Cosa possiamo apprendere dal suo percorso? Per comunicare temi e messaggi importanti, non per forza bisogna fare contenuti “impegnativi” che rischiano di essere dimenticati facilmente e di non raggiungere un pubblico elevato. Riuscire a trovare la chiave giusta, invece, per trasmetterli è la vera sfida e Arnold ci è riuscito con la sua autoironia. Il legame con la community è un aspetto fondamentale. Rispondere ai commenti e ai DM è un modo per essere vicino alle persone che ogni giorno decidono di dare la loro attenzione ai nostri contenuti. Trovare idee di contenuto dalla vita quotidiana permette agli utenti di potersi immedesimare nella situazione aumentando così notevolmente le condivisioni e in generale le interazioni.
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