09.18 – sabato 11 gennaio 2025
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Caro bollette: per le imprese +13,7 miliardi rispetto al 2024. Penalizzato soprattutto il nord. Quest’anno, le bollette potrebbero costare all’intero sistema imprenditoriale italiano ben 13,7 miliardi di euro in più rispetto al 2024, pari a un aumento del 19,2 per cento. In totale, la spesa complessiva dovrebbe toccare gli 85,2 miliardi: di questi, 65,3 sarebbero per l’energia elettrica e 19,9 per il gas. A pagare il conto più salato dovrebbero essere le imprese del Nord. Questa ripartizione geografica, infatti, “ospita” buona parte dello stock delle imprese presenti nel nostro Paese e, conseguentemente, dovrà farsi carico della quota parte di aumento più consistente; praticamente quasi quasi due terzi dell’aggravio complessivo.
Queste stime arrivano dall’Ufficio studi della CGIA e si basano su un’ipotesi del prezzo medio dell’energia elettrica nel 2025 di 150 euro per MWh e del gas a 50 euro per MWh; mantenendo così una proporzione di tre a uno tra le due tariffe, come si è verificato nei due anni precedenti. Per quanto riguarda i consumi, si è fatto riferimento ai dati del 2023 e si è ipotizzato che rimangano costanti anche nei successivi due anni . Se analizziamo questo costo aggiuntivo stimato di 13,7 miliardi di euro per quest’anno, notiamo che quasi 9,8 miliardi (+17,6 per cento rispetto al 2024) riguarderebbero l’energia elettrica e 3,9 miliardi (+24,7 per cento) il gas.
In un anno e mezzo abbiamo speso 92,7 miliardi di soldi pubblici per mitigare i rincari
Anche se quest’anno ci aspettiamo un aumento importante dei costi energetici, questo sarà comunque molto inferiore a quanto abbiamo vissuto durante il periodo più critico della recente crisi energetica che ha colpito tutta Europa tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2023. È importante ricordare che oggi non abbiamo più quelle misure pubbliche adottate all’epoca che hanno aiutato a contenere gli aumenti delle bollette sia per le famiglie che per le imprese: stiamo parlando di un totale di ben 92,7 miliardi di euro . Solo la Germania ha stanziato una cifra maggiore pari a 157,7 miliardi; va detto, però, che i tedeschi hanno il comparto manifatturiero più importante d’Europa e affrontano inverni più lunghi e freddi rispetto ai nostri.
Dobbiamo evitare l’aumento dell’inflazione
Quest’anno gli effetti dell’aumento delle bollette potrebbero farsi sentire pesantemente sui bilanci sia delle imprese che delle famiglie. Ma c’è un altro aspetto negativo da considerare. Così come accaduto negli anni passati, potremmo trovarci davanti a un’impennata dei prezzi del gas e dell’energia che rischiano di provocare una spirale inflazionistica. Ricordiamoci che nel biennio 2022-2023, la crisi energetica ha causato una significativa perdita del potere d’acquisto per lavoratori dipendenti e pensionati; senza contare l’aumento dei tassi d’interesse e quindi il costo maggiore del denaro che ha messo in difficoltà investimenti e crescita del Pil. Ma c’è dell’altro. Gli esperti paragonano l’inflazione a una “tassa ingiusta”: infatti, riduce la quantità di beni e servizi acquistabili da tutti noi ed è particolarmente dura con chi è già economicamente fragile.
Difendere i consumi e spendere bene tutti soldi del Pnrr
Per contrastare efficacemente il rallentamento economico in corso, in primo luogo dobbiamo evitare il crollo dei consumi interni, obbiettivo che potrebbe non essere conseguito se l’inflazione, a causa di un forte impennata dei prezzi dei prodotti energetici, dovesse tornare a crescere. In secondo luogo è necessario spendere bene ed entro la scadenza (31 agosto 2026) le risorse del Pnrr ancora a nostra disposizione; praticamente 130 miliardi di euro. Secondo la BCE, l’utilizzo di tutti i prestiti e le sovvenzioni che ci sono stati erogati da Bruxelles farà aumentare in via permanente il nostro Pil nello scenario migliore dell’1,9 per cento fino al 2026 e dell’1,5 per cento fino al 2031 rispetto a un Pil senza questi speciali sostegni post-pandemici.
Rincari top al Nord: in particolare in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto
A livello regionale, visto che la maggioranza delle attività produttive e commerciali sono ubicate al Nord, i rincari relativi al 2025 di luce e gas interesseranno, in particolare, le aree che presentano i consumi maggiori: vale a dire la Lombardia con un aggravio di 3,2 miliardi di euro, l’Emilia Romagna con +1,6 miliardi, il Veneto con +1,5 e il Piemonte con +1,2. Sull’incremento di costo previsto per quest’anno che, ricordiamo, a livello nazionale dovrebbe essere pari a 13,7 miliardi, 8,8 (pari al 64 per cento del totale), saranno in capo alle aziende settentrionali
Più cara l’energia del gas
Come dicevamo più sopra, la variazione di spesa rispetto l’anno scorso interesserà maggiormente l’energia elettrica del gas. Gli imprenditori pagheranno le bollette elettriche 9,8 miliardi in più e del gas solo, si fa per dire, 3,9 miliardi. Per l’elettricità gli incrementi più significativi riguarderanno sempre il Nord, in particolare la Lombardia con 2,3 miliardi aggiuntivi, il Veneto con +1 miliardo e l’Emilia Romagna con +986 milioni. Il settentrione dovrebbe farsi carico di oltre il 61 per cento dell’incremento di costo. Per quanto concerne il gas, invece, i costi aggiuntivi interesseranno soprattutto la Lombardia con +887 milioni, l’Emilia Romagna con +660 milioni e il Veneto con +480 milioni. Dei 3,9 miliardi di rincari relativi alle bollette del gas, 2,8 miliardi (pari al 70,8 per cento del totale) dovrebbero gravare sulle imprese del Nord.
In Lombardia quasi un quarto dei consumi di energia e gas del Paese
Con 49.331 GW/h di consumi elettrici registrati nel 2023, pari al 23,8 per cento del totale nazionale, la Lombardia è la regione che ha le imprese più energivore d’Italia. Seguono le realtà produttive del Veneto con 22.578 GW/h (10,9 per cento del totale) e l’Emilia Romagna con 20.934 GW/h (10,1 per cento del totale). Sui 207.434 GW/h consumati a livello nazionale, il 61,3 per cento è attribuibile alle imprese del Nord. Anche per quanto riguarda il gas, la regione che nel 2023 ha censito i consumi più elevati è Lombardia con 48.201 GW/h (22,4 per cento del totale nazionale). Seguono l’Emilia Romagna con 35.828 GW/h (16,7 per cento) e il Veneto con 26.057 GW/h (12,1 per cento).
• Ecco i settori più a rischio rincari
Con un’eventuale impennata dei costi delle bollette elettriche, i settori più “colpiti” potrebbero essere quelli che registrano i consumi più importanti. Riferendoci ai dati dei consumi pre-Covid, essi sono:
• metallurgia (acciaierie, fonderie, ferriere, etc.);
• commercio (negozi, botteghe, centri commerciali, etc.);
• altri servizi (cinema, teatri, discoteche, lavanderie, parrucchieri, estetiste, etc.);
• alimentari (pastifici, prosciuttifici, panifici, molini, etc.);
• alberghi, bar e ristoranti;
• trasporto e logistica;
• chimica.
Per quanto concerne le imprese gasivore, i comparti che potrebbero subire gli effetti economici maggiormente negativi potrebbero essere:
• estrattivo (minerali metalliferi ferrosi e non ferrosi, etc.);
• lavorazione e conservazione alimenti (carni, pesce, frutta, ortaggi, oli e grassi, etc.);
• produzione alimentare (pasta, pasti, gelati, etc.)
• confezione e produzione tessile, abbigliamento e calzature;
• fabbricazione/produzione legno, carta, cartone, ceramica, utensileria, plastica e chimica;
• fabbricazione apparecchiature elettriche ed elettroniche, macchine utensili e per l’industria, etc.;
• costruzione di navi e imbarcazioni da diporto.
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