il consigliere supplente cancella il taglio dei seggi

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Il “consigliere supplente” per aggirare l’ostacolo del taglio da 50 a 40 dei seggi alle prossime Regionali e continuare a “garantire una maggiore rappresentanza territoriale” in Aula. La proposta di legge per cambiare il sistema elettorale pugliese è stata depositata ieri, come anticipato dal Nuovo Quotidiano di Puglia. A presentarla il gruppo di Azione e sono tre i principali aspetti: abbassamento della soglia di sbarramento per le liste dal 4 al 3%; introduzione della figura del consigliere supplente; cambio del calcolo del premio di maggioranza. Se la proposta dovesse essere approvata, il numero dei consiglieri eletti, quindi, resterebbe quasi immutato, nonostante la riduzione dei seggi da 50 a 40 per via della diminuzione della popolazione residente.

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Cosa accadrebbe? Per ogni consigliere regionale scelto dal futuro governatore come assessore subentrerà il primo dei non eletti. Potenzialmente, quindi, altri otto posti che si liberano nel mini parlamento, ed ecco che si andrebbe a “ripristinare” quasi del tutto il numero dei 50 eletti (si arriverebbe in questo modo a 48, minimo 46 se il prossimo presidente di Regione dovesse optare per due assessori esterni). Cosi, anche i costi della politica resterebbero sostanzialmente immutati, euro più, euro meno.

«Noi di Azione – sostengono i consiglieri regionali Ruggiero Mennea e Sergio Clemente – vogliamo che la Regione Puglia abbia un sistema elettorale più chiaro e trasparente e che garantisca la governabilità, e per questo, come avevamo preannunciato, abbiamo depositato una proposta di legge che apporta alcune modifiche necessarie alla legge elettorale pugliese». Tra i punti salienti, quello del consigliere supplente: «È sancita – spiegano i due calendiani – l’incompatibilità della carica di consigliere regionale e quella di assessore regionale. Chi si assume una responsabilità di governo, non può al contempo essere legislatore e attuatore delle leggi che approva. A tal fine, è istituita la figura del consigliere supplente, che subentra al consigliere eletto che entra in Giunta, e fino a quando ricopre tale carica. Tale modifica consente altresì una maggiore rappresentanza territoriale in Consiglio, alla luce della possibile diminuzione del numero dei consiglieri, che potrebbero passare da 50 a 40». Il gruppo di Azione ricorda che «all’esito delle elezioni regionali del 2020, e alla luce dei numerosissimi ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, in molti avevano lamentato l’inefficacia e la difficoltà di interpretazione di alcune norme della legge elettorale pugliese, annunciando repentini e decisi correttivi, ma finora nulla si è mosso, forse perché a qualcuno fa comodo l’ambiguità di una legge che, a distanza di mesi dalle elezioni, non consente di sapere chi sono i rappresentanti eletti».

La stilettata sembra essere indirizzata al Pd, che non ha molto interesse a modificare la legge elettorale, soprattutto nella parte in cui si prevede la soglia di abbassamento per le liste. «Va inserita – incalzano Mennea e Clemente – nella legge la doppia preferenza di genere, che nel 2020 fu imposta dal Governo con i poteri sostitutivi, e mai recepita formalmente». Inoltre, «il premio di maggioranza per chi vince le elezioni deve essere calcolato sulla base dei voti ottenuti dal presidente eletto, nel rispetto della volontà degli elettori». «Naturalmente – concludono i calendiani – siamo aperti ad ulteriori miglioramenti e correttivi della legge vigente da parte di tutti i colleghi consiglieri, senza alcuna distinzione tra maggioranza ed opposizione, ma è necessario consentire agli elettori pugliesi di veder riconosciuto il rispetto della propria scelta democratica più e meglio di quanto lo sia stato finora. Per questo chiediamo che la discussione sia aperta immediatamente». Resta da capire chi convergerà su questa proposta: il Partito democratico è sempre stato contrario all’abbassamento della soglia di sbarramento, potendo contare sui successi elettorali degli ultimi 20 anni che lo hanno posto, quasi sempre, come primo partito in Puglia. Più facile che la pdl di Azione incontri il favore dei civici: da “Per la Puglia” a “Con”. Lo stesso M5s potrebbe sostenere la necessità di rivedere la legge elettorale pugliese.

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