Ansia e dolore dei pazienti oncologici, nasce la start up per il benessere psicologico

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Firenze, 14 dicembre 2024 – Non solo rischi e dubbi etici: l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale possono dare vita a progetti capaci di migliorare concretamente la qualità della vita. Ne è un esempio Lemons in the room, una startup fiorentina che dimostra come la tecnologia possa essere uno strumento di empatia e innovazione. Fondata da quattro giovani universitari – Niccolò Berni, Alessandro Napoli, Milo Zoppini e Niccolò Cesareo-Santoro – Lemons in the room utilizza la realtà virtuale per rendere più umana e meno invasiva l’esperienza terapeutica per i pazienti e per formare i professionisti sanitari.

Come è nata la startup

L’idea di Lemons in the room è nata circa un anno fa, quando i quattro fondatori, che si sono incontrati in ambito universitario, hanno deciso di unire le loro competenze. Alessandro Napoli, aspirante medico con esperienze di tirocinio nel reparto di oncologia dell’ospedale di Careggi, ha portato alla luce problemi ancora irrisolti nella formazione sanitaria e nell’assistenza ai pazienti. “Abbiamo notato come la formazione dei professionisti sanitari richieda tempo, costi elevati e simulazioni non sempre efficaci. Allo stesso modo, ci siamo resi conto che i pazienti affrontano ansia, stress e solitudine durante le terapie”, racconta Niccolò Berni.

Così, hanno deciso di sfruttare la realtà virtuale per creare soluzioni capaci di migliorare sia la formazione degli operatori sanitari che il benessere psicologico dei pazienti. “La tecnologia non deve essere vista come fredda o distaccata, ma come un mezzo per umanizzare le terapie e migliorare il benessere delle persone”, spiega Berni. “Negli Stati Uniti – sottolinea – l’uso della realtà virtuale in ambito medico è già ampiamente diffuso, ma in Italia queste tecnologie rappresentano ancora una novità”. 

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Ma perché questo nome, Lemons in the room? “Lemons – risponde uno dei quattro fondatori della startup – perché i limoni sono spesso associati al benessere e al senso di freschezza (siamo tutti giovani che cercano di portare un po’ di innovazione), in the room perché indossando il visore ci si trova all’interno di una ‘stanza’ virtuale”.

Progetti innovativi per la formazione e il supporto ai pazienti

La startup, che è socia di Cna Toscana e che è arrivata quarta alla finale nazionale del premio Cambiamenti, ha già avviato collaborazioni importanti, per esempio con l’ospedale di Careggi. Con il Total Body Irradiation Trainer VR, un simulatore di realtà virtuale, sono stati formati 30 tecnici di radiologia dell’ospedale fiorentino.  Si tratta di uno strumento che permette di esercitarsi in un ambiente sicuro, privo di rischi clinici, migliorando precisione e competenze.

L’attenzione di Lemons in the room si è poi spostata sui pazienti oncologici, per i quali è stata sviluppata Lemovie, un’esperienza immersiva di mindfulness che accompagna i pazienti durante le sedute di chemioterapia. Attraverso visori di realtà virtuale ad alta definizione i pazienti possono immergersi in paesaggi esotici o città europee, riducendo ansia e stress e migliorando la qualità della vita. Questa tecnologia si dimostra anche utile nella gestione di sintomi come nausea e dolore.

Empatia e divertimento per i più piccoli

Un altro settore cruciale per Lemons in the room è quello delle cure pediatriche. Con il progetto Rabbits Playground, i bambini possono affrontare procedure mediche come i prelievi di sangue in un ambiente virtuale popolato da simpatici coniglietti. Grazie alla sincronizzazione con la procedura medica, i piccoli pazienti vengono distratti e accompagnati con serenità, rendendo l’esperienza meno traumatica sia per loro che per il personale sanitario.

Un altro progetto, ancora in fase di sviluppo, è Telly’s Bubbles, un gioco che porta i bambini in un’avventura sottomarina insieme a Telly, una tartaruga marina che li guida tra giochi interattivi e storie coinvolgenti. Questo progetto, nato per donarlo a Cure2Children, punta a donare un’esperienza ludica e terapeutica ai bambini in oncologia, umanizzando ulteriormente le cure e creando momenti di divertimento e aiutando il bambino a tirare fuori il suo coraggio.



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