La protesta nelle università: «Un’alleanza contro i tagli»

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In un incontro organizzato ieri all’Università per gli stranieri di Siena dalla rete delle 122 società scientifiche che denunciano i rischi del ridimensionamento della ricerca italiana i rettori delle università toscane (Firenze, Pisa, Siena Stranieri e Siena statale, Sant’Anna e Normale) e quello di Roma Tre hanno denunciato i tagli all’università e alla ricerca del governo Meloni. Complessivamente sono oltre 500 milioni di euro ai quali vanno aggiunti circa 300 milioni di mancato adeguamento Istat degli stipendi. Altri 702 milioni di tagli all’università arriveranno con la prossima legge di bilancio. «Sono un attacco al futuro del paese» hanno commentato le società scientifiche. Rientrano nella macelleria da 7,7 miliardi, chiamata «spending review», che riguarderà tutti i ministeri. Altri tagli saranno fatti agli enti locali: oltre 5 miliardi. Tutto questo è contenuto nella legge di bilancio che applica le regole del nuovo patto di stabilità europeo.

LA PRESA DI POSIZIONE dei rettori, sostenuta dalle mozioni dei Senati accademici, è significativa perché smentisce la ministra dell’università Annamaria Bernini la quale, ancora la settimana scorsa, ha negato l’esistenza dei tagli. «Per dare una proporzione: quello che è stato speso per i centri di trattenimento in Albania corrisponde a quanto complessivamente è stato tagliato all’università – ha detto Massimiliano Fiorucci, rettore di Roma Tre – Sono tagli insostenibili che bloccheranno il reclutamento. Il definanziamento della ricerca è un processo di lunga durata in Italia. In più oggi stanno aumentando le spese militari».

«LA SITUAZIONE era nota a luglio, siamo arrivati a Natale è ancora discutiamo se c’è o meno un taglio. Io per mestiere sono abituato a leggere i numeri e i nostri bilanci dicono che c’è un taglio da 8,2 milioni di euro – ha detto Roberto Di Pietra, rettore dell’università di Siena – Tutti gli atenei possono dimostrare che questi tagli esistono. Sarebbe il caso di uscire da questa discussione bizzarra e non confondere i fondi straordinari per la ricerca con quelli stabili destinati agli atenei. Continuare a dare fondi in maniera straordinaria, invece di aumentare il finanziamento ordinario rende la gestione più difficile. Questa situazione è avvilente. Spero che un movimento parta nella società, tutto questo non porta nulla di buono».

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«SONO DISPOSTO a incatenarmi al ministero, ma dovremmo essere in tanti, bisogna catalizzare un movimento che porti all’attenzione dell’opinione pubblica un problema essenziale. Non ci dividiamo, bisogna invertire questa tendenza» ha detto il rettore dell’università di Pisa Riccardo Zucchi. Al suo ateneo «sono stati tagliati 16,5 milioni di euro».

«AL MIO ATENEO sono stati tagliati 17 milioni di euro – ha raccontato Alessandra Petrucci, rettrice dell’università di Firenze – Ciò comporterà una grande difficoltà nel programmare le attività». Dall’intervento di Petrucci è emersa una differente valutazione sul commento alla «riforma Bernini» fatto dai rettori della Crui in un’audizione parlamentare che introdurrà nuove forme di precariato. «Non siamo sulla linea di questo documento» ha detto Petrucci. «Agli Stati generali dell’università organizzati venerdì a Roma dalla Crui chiederà di rivedere la sua posizione sulla riforma del “pre-ruolo”» ha detto Sabina Nuti, rettrice del Sant’Anna di Pisa. I rilievi dei rettori sono stati contestati anche dalla segretaria della Flc Cgil Gianna Fracassi perché «peggiorativi» dell’impianto scelto dalla ministra Bernini.

«SIAMO COLPITI da queste posizioni – ha argomentato Alice Federico dell’assemblea precaria di Pisa – Chiediamo ai rettori che non sono d’accordo con la Crui di pubblicare una rettifica. Noi precari siamo il 40% dell’intero corpo docente italiano, molti di noi saranno espulsi. Non siamo sulla stessa barca, oggi l’università è piena di diseguaglianze. Ai rettori chiediamo fatti concreti: per contrastare i tagli si può iniziare a ridurre le indennità e aumentare i prelievi delle risorse conto terzi dei dipartimenti. Bisogna creare un movimento trasversale, non corporativo».

«È IL MOMENTO di combattere – ha detto Tomaso Montanari, rettore dell’università per stranieri di Siena – Nonostante il negazionismo sistematico sui tagli da parte del governo i numeri che sono stati dati dai rettori sono ineludibili. Sta emergendo un disegno convergente in cui si affamano le università, si aumenta il precariato, si contraggono le libertà per trasformare gli atenei in fondazioni com’è accaduto in Ungheria sotto Orban. Un attacco simile si prepara negli Stati Uniti con Trump. Non riguarda solo gli atenei, è un problema della democrazia».

 

***

Gli stati di «agitazione» dell’università e gli stati «generali» dell’università. Sono le due iniziative che saranno organizzate a Roma venerdì 20 dicembre. La prima sarà indetta dai ricercatori precari, sindacati e associazioni che protestano contro i tagli all’università contenuti nella legge di bilancio e contro dall’annunciata riforma Bernini sul «pre-ruolo». Si svolgeranno in due tempi: alle 11 alla facoltà di architettura al Mattatoio a Roma e alle 15 in un presidio al ministero dell’università. Alla Camera i rettori della Crui hanno convocato gli stati «generali» dell’università. Inizieranno giovedì 19, ci saranno i ministri Anna Maria Bernini e della Salute Orazio Schillaci, oltre che i vertici delle istituzioni che governano la ricerca.



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