Conflitti: un bambino su 3 non frequenta la scuola

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Durante il 2024, nei Paesi in conflitto e fragili un bambino su tre non ha frequentato la scuola. 
L’istruzione, in contesti di crisi, salva la vita, protegge i bambini dalla violenza, dagli abusi sessuali e di genere, dallo sfruttamento e dal reclutamento in gruppi armati.

Tutte le parti in conflitto devono garantire che le scuole non siano obiettivo di attacchi né utilizzate come basi militari e assicurare che i bambini possano accedere a un’istruzione sicura e di qualità, indipendentemente dal luogo in cui vivono.

Istruzione negata per i bambini in conflitto

Circa 103 milioni di bambini, uno su tre, che vivono in 34 dei Paesi classificati dalla Banca Mondiale come in conflitto o fragili non vanno a scuola. 

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I Paesi fragili sono quelli più spesso colpiti da crisi come guerre e disastri climatici. Contesti in cui i governi non hanno un controllo sufficiente su funzioni fondamentali, ad esempio i processi legislativi, l’applicazione delle leggi, la gestione dell’economia e i servizi per far sentire le persone al sicuro, in salute e protette a scuola.

Gli attacchi all’istruzione e l’uso militare degli istituti scolastici sono aumentati di quasi il 20% nel 2022 e nel 2023 rispetto ai due anni precedenti, mentre 62 milioni circa di bambine, bambini e adolescenti in 27 Paesi hanno subito l’interruzione della scuola a causa degli shock climatici dal 2020.

“A troppi bambini viene negato il diritto all’istruzione, poiché le loro scuole sono danneggiate o distrutte da conflitti o disastri meteorologici legati al clima, attacchi all’istruzione o povertà, esacerbata dalla crisi, che impedisce alle famiglie di poter pagare per questi bisogni. Sappiamo che conflitti e crisi aumentano il numero di bambini costretti a matrimoni precoci o al lavoro minorile” ha affermato James Cox, Responsabile Advocacy e delle Politiche per l’Istruzione di Save the Children.

Paesi in conflitto e perdita di apprendimento

Esiste un forte legame tra conflitto o fragilità e perdita di apprendimento:

  • In Sudan, 17,4 milioni di bambini non vanno a scuola a causa del conflitto in corso iniziato nell’aprile 2023.
  • A Gaza, dove il 96% degli edifici scolastici è stato danneggiato o distrutto a causa degli attacchi aerei israeliani, dall’ottobre 2023 tutti i 625.000 bambini in età scolare non hanno ricevuto un’istruzione.
  • La Nigeria, considerata dalla Banca Mondiale come coinvolta in conflitti, ha uno dei più alti numeri al mondo di minori che non possono frequentare la scuola: oltre 18 milioni. Unmix di fattori tra cui povertà, insicurezza e norme socio-culturali allontana i più piccoli dall’istruzione, in particolare le bambine. La situazione è aggravata dai crescenti attacchi alle scuole, in particolare nel nord del Paese e da devastanti disastri climatici come le inondazioni dello scorso settembre, che hanno costretto il governo dello stato di Borno a chiudere tutte le scuole.

Genitori e bambini colpiti da crisi umanitarie ci comunicano ripetutamente che l’educazione rappresenta la loro priorità assoluta. Kyariyam, 12 anni, è dovuta fuggire con la sua famiglia quando le inondazioni a settembre hanno devastato la loro casa nello stato di Borno, nel nord-est della Nigeria. “Sono davvero triste per il fatto di non poter più andare a scuola. Sono molto preoccupata di come riuscirò a recuperare le lezioni. Adoro imparare e le mie materie preferite sono matematica, scienze, economia aziendale ed educazione fisica e sanitaria. Abbiamo bisogno che le nostre case e le nostre scuole vengano ricostruite. Abbiamo bisogno anche di vestiti, uniformi e libri per poter tornare a scuola”.

Gli effetti personali della famiglia, inclusi i libri e le uniformi scolastiche, sono stati spazzati via dall’acqua che ha distrutto anche metà della scuola. Abbiamo sostenuto l’istruzione di Kyariyam con corsi serali per recuperare le lezioni. 

Accesso all’istruzione: il nostro intervento

Sosteniamo le bambine e i bambini in tutto il mondo fornendo spazi di apprendimento sicuri per coloro le cui vite sono devastate dal conflitto, dove i bambini possono anche accedere all’assistenza sanitaria, alle vaccinazioni e al supporto per la salute mentale. Amplifichiamo anche le voci dei bambini che si oppongono al matrimonio precoce e che si battono per un futuro più ecosolidale e più equo. Ci battiamo per e con i bambini per chiedere un’azione urgente sulla crisi climatica e sulle disuguaglianze, per creare un futuro sicuro, sano e felice per i bambini.
 

Per approfondire, leggi il comunicato stampa

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