Ma conviene ancora denunciare? – WordNews

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Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Abbiamo già parlato dei Testimoni di Giustizia e abbiamo pubblicato delle lettere, che ci sono state mandate, che implorano aiuto alle istituzioni preposte e denunciano ciò che non va all’interno del sistema giustizia e all’interno del Servizio Centrale di Protezione.

Oggi ci dedichiamo ad una storia, alquanto particolare, di una vittima di mafia che ha denunciato il pizzo. Questa è la storia dell’ormai ex imprenditore Filippo Misuraca, nella provincia di Palermo.

Filippo era titolare dell’impresa “Misuraca S.R.L.” e nel 2007 riceve le prime richieste di pizzo che, ammette, paga per paura di ritorsioni contro la sua famiglia. Negli anni successivi arrivano altre richieste ma poi decide, coraggiosamente, di denunciare. Dalla sua denuncia scattano due importanti operazioni:

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

  • Nuovo Mandamento” nel 2013
  • Operazione Pizzo” nel 2014.

Tra gli altri vengono messi dietro le sbarre diversi fiancheggiatori e “bracci destri” della famiglia Lo Piccolo, ricordiamo che già padre e figlio Lo Piccolo erano stati arrestati nel novembre del 2007 a Giardinello (paese d’origine pure di Misuraca), e alcuni di Matteo Messina Denaro, ancora latitante. Da lì iniziano le misure di protezione per Misuraca e viene riconosciuto come vittima di mafia, tanto che lo fanno costituire come parte civile nei processi e gli viene riconosciuto un risarcimento per danni psicologici. Però, come nella gran parte degli imprenditori che hanno denunciato, matura dei debiti fino a poco più di un milione di euro, che vengono sospesi fino al 2025 grazie alla sospensione dei termini per le vittime di mafia.

Misuraca, con la sua azienda, lavorava sia nel privato ma poi soprattutto nel pubblico e si occupava, perlopiù, di lavori all’interno di tribunali e stabili delle forze dell’ordine.

Quindi passa il tempo, con il debito maturato, ma non riceve lo status di vittima di mafia per ricevere gli aiuti che lo Stato mette a disposizione di chi denuncia e con i quali avrebbe saldato i debiti. E qui si iniziano a notare le prime storture: riconosciuto vittima di mafia per i processi, e quindi si può costituire parte civile, ma non per lo Stato che non gli riconosce gli aiuti.

Passa il tempo, a causa di questo non gli rinnovano alcuni documenti vitali per continuare a mandare avanti la sua azienda e così inizia a perdere lavori.

Arrivano diverse istanze di fallimento alla sua azienda, alquanto particolari perché sono diversi negli anni e tutti a firma dello stesso pm, istanze di fallimento arrivate nel 2020 e nel 2022. Nel frattempo riesce a fare piccolissimi lavori nel privato ma non sono necessari per far vivere l’azienda. Si arriva alla chiusura definitiva a luglio di quest’anno quando viene perso l’appello.

Nel frattempo, insieme ai suoi legali, cercano di capire del perché gli vengono bloccate le imprese, e per baypassare questo ostacolo crea la “ELMAR S.R.L.”, ha ceduto il ramo aziendale di Misuraca srl a Elimar srl perché aveva le carte macchiate e ogni volta che si aggiudica un appalto gli veniva revocato ed era costretto a fare ricorso al Tar.
La Elmar la intesta alla moglie ma fanno fallire pure questa, e di conseguenza i lavori. Iniziano a fare richiesta di documenti e scrivono PEC a chiunque possa cercare di far capire loro la reale situazione. Ma nessuno risponde. La prefettura di Palermo scrive al Tribunale per spiegare la posizione di Misuraca e il Tribunale gli da tutto il tempo necessario e, a dicembre del 2022, la prefettura risponde al tribunale dicendo che non possono dare il mancato guadagno, e quindi il risarcimento, per “gravi motivi ostativi” senza però fornire gli atti perché sembra che siano segretati.

Da qui, dopo una lunga battaglia, si viene a scoprire che risulta arrestato dal 4 giugno 2009 per un procedimento che riguarda la Procura di Marsala.

Vengono fatti diversi servizi su “Striscia la Notizia” e finalmente la Questura per la prima volta manda una PEC alla Prefettura dove mette nero su bianco che nel 2010 viene riconosciuto come vittima di usura bancaria e viene interpretata male una sentenza. La prefettura, però, non può modificare il provvedimento e lo chiude in un cassetto. Nel frattempo nel 2013 viene riconosciuto come vittima di mafia e la questura avvisa la mancata modifica degli atti nei sistemi nazionali.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Però qui ci sono delle incongruenze perché come può risultare in stato di arresto dal 2009 se successivamente è consigliere comunale, continua a lavorare nel pubblico con il modo della giustizia e denuncia il pizzo?

Ma andiamo avanti. Viene fatta richiesta di questa condanna per capire realmente di cosa si tratta nel 2023, ma non viene fornita; viene richiesta nel 2024 e va a ritirarla il Misuraca in persona. Dalla cancelleria non la forniscono e inviano una PEC al legale dove non risulta nessuna sentenza emessa ai danni del Misuraca. Da lì, come dicevamo, si scopre che il tutto proveniva dalla Procura di Marsala dove il Misuraca risultava condannato per aver usato del cemento depotenziato per una frode di 719,30 euro.

La realtà però è diversa: la posizione di Misuraca in questo procedimento viene archiviata perché il fatto non sussiste.

Quindi vengono fatte fallire due aziende senza dare la possibilità di continuare a lavorare dopo aver denunciato e ad oggi risultano ancora le carte macchiate ad un coraggioso imprenditore per un errore fatto o in Sicilia, nella comunicazione del risultato del processo a Marsala, o a Roma nell’inserimento dei dati all’interno dei casellari giudiziari online del Ministero dell’Interno.

Quindi in stato di arresto dal 2009 ma:

  • nel 2010 viene riconosciuta vittima di usura bancaria;
  • è consigliere comunale e lavora nel pubblico con gli stabili di tribunali e forze dell’ordine;
  • denuncia il pizzo e testimonia nei processi;
  • viene riconosciuta vittima di mafia, solo per i processi, e si costituisce parte civile;
  • viene riconosciuto un risarcimento per danni psicologici;
  • gli danno 10 sospensioni dei termini per un totale di 12 anni, forse caso unico in Italia, ma non possono dare il risarcimento.

Come può essere tutto questo se risulta in stato di arresto dal 2009?

Microcredito

per le aziende

 



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