In Lombardia crescono i consumi legati al Natale

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A Milano si è chiusa in positivo la corsa ai regali natalizi del 2024 con il valore degli acquisti in aumento rispetto allo scorso anno, ma questo è dovuto anche all’aumento dei prezzi. Secondo una stima del Centro Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, il valore complessivo delle spese derivanti dalla tredicesima raggiunge i cinque miliardi di euro, con un incremento del sei per cento rispetto al 2023. Al netto dell’inflazione, i consumi legati al periodo natalizio segnano una crescita del 4,9 per cento rispetto all’anno precedente.

A incidere è una maggiore possibilità di spesa per le famiglie, che tirano un sospiro di sollievo dopo gli ultimi anni dettati dal susseguirsi di crisi economiche. Secondo l’analisi, l’aumento dei consumi è sostenuto da un incremento del 5,3 per cento delle tredicesime nette percepite in Lombardia, che superano i 10 miliardi di euro. Con la tredicesima, la spesa per i beni – a Milano, Lodi, Monza e Brianza – si stima ammonti a 1,23 miliardi di euro, in aumento dell’11,3 per cento rispetto al 2023. Dall’altra parte, ad alimentare di ottimismo e soddisfazione gli esiti delle vendite sono in particolare i turisti che hanno come meta di viaggio Milano.

Resta da sciogliere il nodo sulla chiusura o meno degli esercizi commerciali durante la settimana festiva. “Ci deve essere la libertà di scelta. Chi vuole aprire, apra e chi vuole tenere chiuso, chiuda”: Dice a Nova Gabriel Meghnagi, presidente di Associazione di via “Ascobaires” e vice presidente di Confcommercio Milano. Meghnagi suggerisce di tenere come ultima ora di chiusura le ore 20, “visto che i centri commerciali chiudono alle 22. Le persone non hanno vita se finiscono di lavorare la sera alle 22”. Secondo Meghnagi, invece, chiudere quei sei giorni tra dicembre e gennaio penso sia “una boutade, se fossimo stati sotto elezioni forse l’avrei potuta capire”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Meghnagi infatti ricorda che, durante le festività, si punta tanto al turismo perché porta spesa, “ma così rischiamo di farli andare da un’altra parte e di indirizzare la clientela a comprare online, anche se non si trova bene” ha osservato. Infatti, le vendite online sono in calo rispetto agli acquisti nei negozi fisici in particolare per quanto riguarda il comparto dell’abbigliamento. Il calo dell’online “lo vediamo dai pacchi che fanno i ritiri nei negozi. Da qualche mese c’è stato un ritorno degli acquisti in presenza perché la gente vuole provare, vedere e toccare la qualità e non vuole più solo comprare e poi rendere” spiega il vice presidente di Confcommercio Milano.

L’incremento delle spese per gli acquisti, tuttavia, è influenzato anche dall’aumento del costo dei prodotti. Meghnagi sottolinea che la clientela preferisce prodotti più piccoli ed esce dall’esercizio commerciale con “tre o più bustine”, mentre i prodotti grossi “come i capi spalla, che alzano la cifra, non sono più acquistati per regali o sono regali familiari”. Non “ci sono più tutti quei regali che si facevano prima”, evidenzia. A primeggiare nel 2024 sono “le gift card, perché ciascuno si sceglie quello che vuole”. In leggera diminuzione, invece, le cene e i pranzi fuori casa legati alle festività natalizie: 97 milioni di euro contro i 98 del 2023. In lieve aumento anche la spesa per eventi culturali e sportivi (67 milioni contro 66). Per altri servizi, come pagamenti, spese mediche, manutenzione della casa e del veicolo, estetica e fitness, si prevede un totale di 3,25 miliardi (+ 1,9 per cento).

In ogni caso, in Lombardia il turismo “è in aumento, di conseguenza anche i consumi sono incrementati ribadisce Meghnagi. La stima è che stranieri e italiani spenderanno nel territorio lombardo circa 561 milioni di euro (+14,7 per cento rispetto al 2023), grazie a una crescita delle presenze turistiche nel mese di dicembre del 18,5 per cento. La media di uno scontrino del turista “è molto più alta della media di uno scontrino di un cittadino locale” sottolinea, perché i turisti necessitano di acquistare durante il tempo di permanenza nel capoluogo lombardo, mentre il locale “è a Milano tutti i giorni, quindi compra un pezzo alla volta”. Il turista d’altronde viene in Italia, a Milano, soprattutto “per fare shopping o per andare a mangiare”. A tal proposito, tornando alla discussione circa la chiusura dei negozi durante le feste, per Meghnagi sarebbe impensabile avere ristoranti e bar chiusi e quindi non c’è motivo che lo siano i negozi: “Bisogna lasciare la libertà a ogni commerciante e ogni negoziante di fare quello che vogliono”. “Non vuoi lavorare, tieni chiuso. Hai bisogno di lavorare per bisogno di chiudere i conti a fine anno? Bene. Tieni aperto. Dopodiché è il mercato che premierà uno o l’altro. Non può essere la politica” conclude Meghagi.

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