Dal 22 luglio scorso Davide Nicco è il nuovo presidente del Consiglio regionale del Piemonte. L’approssimarsi della fine dell’anno è l’occasione per un primo bilancio, non solo politico e amministrativo, ma anche personale di questi cinque mesi in un ruolo di
assoluto prestigio (è la seconda carica del Piemonte dopo il presidente della Regione Alberto Cirio) ma anche sicuramente impegnativo e complesso. Ieri Oggi Domani ha incontrato nei giorni scorsi il Presidente, che ringraziamo per l’intervista che ci ha
concesso.
Come si trova a Palazzo Lascaris oggi, negli stessi luoghi che negli anni passati ha frequentato come consigliere?
“Necessariamente è aumentato il tempo che devo dedicare ad ascoltare consiglieri, amministratori locali, associazioni e dipendenti. Inevitabilmente sono aumentate le responsabilità di cui devo farmi carico, ma anche la possibilità di incidere sulle scelte che riguardano i territori della nostra Regione, rappresentando il collegamento con la Giunta”.
Al momento dell’elezione aveva dichiarato: “Il ruolo di presidente del Consiglio regionale è una grande responsabilità che necessita di altrettanto impegno, equilibrio e tempo da dedicare per garantire in modo uguale ogni componente del Consiglio: maggioranza, minoranze e dipendenti. Noi siamo al servizio dei cittadini piemontesi”. Questo compito si sta rivelando più facile o più difficile del previsto?
“Credo che sia sempre fondamentale l’approccio con il quale decidi di affrontare le persone e le questioni. Sto cercando di svolgere il mio ruolo con onestà intellettuale, trattando tutti i consiglieri allo stesso modo, a prescindere dalle opinioni e appartenenze di ognuno. Per questa ragione, in questi primi mesi penso di essere riuscito ad instaurare con tutti, anche con la minoranza, un rapporto di rispetto e di fiducia. Sono convinto che mi abbia aiutato l’ambiente lavorativo da cui provengo, in cui la correttezza professionale tra colleghi è cosa sacra. Ciò ha favorito il dialogo ed un condiviso rispetto delle regole in aula, pur nella libertà di espressione che tutti devono avere”.
La presenza sul territorio richiede molte energie e tempo. Come riesce a conciliare i suoi impegni istituzionali con la sua professione di commercialista?
“Durante la settimana lavoro circa 14 ore al giorno, suddivise tra 5-6 ore in Regione e 8-9 in studio. Inizio alle 6 del mattino, tanto non riesco a dormire di più, e finisco in genere tra le 7 e le 8 di sera, se non ho cene di rappresentanza. Non avete idea di quanto lavoro si ‘sbriga’ in studio dalle 6 alle 9 quando si è soli e senza il telefono che squilla. L’attività come Presidente mi prende poi molto tempo soprattutto nei fine settimana, che passo praticamente costantemente in giro per il Piemonte. Ma non me ne lamento, l’ho scelto io e mi piace e gratifica”.
Quali sono le esigenze maggiormente sentite dagli amministratori locali e dai cittadini?
“Quando ero consigliere semplice mi chiedevano soprattutto di fare da cerniera tra loro e la Regione, sia a livelli di uffici che di assessorati. Da Presidente questa richiesta continua, anche perché attraverso il ruolo che ricopro posso incidere di più su determinate scelte. Un recente esempio su tutti quello che mi ha visto, insieme alla collega Marina Bordese, raccogliere le sollecitazioni di tanti sindaci preoccupati di perdere i contributi per adeguare gli strumenti urbanistici comunali (L.24/1993): abbiamo presentato una proposta di legge per evitare di revocare loro i contributi già deliberati, incassati e spesi, cosa che genererebbe seri problemi di bilanci”.
E’ grande anche l’attenzione verso le associazioni…
“Sì, sono molte le richieste di patrocino a manifestazioni, di competenza del Presidente del Consiglio e dell’Ufficio di Presidenza. Ogni settimana arrivano una media di 40 inviti a manifestazioni ed eventi: cerco di esserci il più possibile, ma garantire la presenza
dappertutto è materialmente e fisicamente impossibile”.
D’altra parte lo ha ribadito spesso che non vuole far sentire soli i sindaci…
“Essendo stato primo cittadino per tanti anni, so quanto sia difficile e impegnativo il compito di amministrare una comunità, e quanto i sindaci rischino di sentirsi soli. Soli con le loro mille responsabilità, soli con i loro problemi quotidiani, soli nel dover spesso prendere decisioni difficili ed a volte impopolari ma necessarie. Vorrei riuscire ad aumentare la consapevolezza ai livelli superiori di quanto sia grande il loro valore”.
Come procede la programmazione dei lavori consiliari e delle commissioni?
“Superata la fisiologica fase di insediamento in cui dovevano organizzarsi e partire, adesso in Consiglio il ritmo è molto alto, si viaggia a regime e procediamo a tappe forzate. Qualcuno si è anche lamentato di questo stile, ma penso che i consiglieri regionali debbano lavorare ed essere presenti. Che poi a volte chiamarlo “lavoro” è forse anche eccessivo. Almeno che sia fatto con intensità e serietà. Lo dobbiamo a tutti i cittadini che hanno riposto la fiducia in noi, chiedendoci di rappresentarli”.
Quali sono le questioni cruciali che dovrà affrontare il Consiglio regionale nei prossimi mesi?
“Dovremo, subito dopo le festività, metterci pancia a terra per definire ed approvare il Bilancio di previsione 2025: tenendo ben presente la questione sociale e temi cruciali come la sanità ed il lavoro”.
Ci parli degli impegni che lei e l’Ufficio di presidenza vi siete assunti e quali obiettivi specifici vi siete posti per il prossimo anno e a più lunga scadenza.
“In maniera assolutamente condivisa l’obiettivo dichiarato è quello di ridurre le distanze tra l’istituzione regionale ed i territori. Sarà praticamente naturale lavorare con un occhio di riguardo per i Comuni piemontesi e per le loro amministrazioni locali. Già nel 2024 e ancora di più nel 2025, il Consiglio regionale patrocinerà, attraverso un nuovo regolamento, con più intensità le manifestazioni nei piccoli comuni. Sappiamo quanto siano importanti: le manifestazioni locali testimoniano che il comune è vivo e rappresentano occasioni fondamentali per rafforzarne la vitalità e l’identità. Sappiamo che ogni euro che arriva ai Comuni non è un euro speso, ma è un euro investito, che darà i suoi frutti perché ben investito”.
Qual è stata finora una delle soddisfazioni più grandi?
“Senza dubbio poter essere stato utile a tanti amministratori e associazioni del territorio. E poi aver accolto tanti ragazzi delle nostre scuole in visita a Palazzo Lascaris. Il loro entusiasmo e la loro freschezza è contagiosa”.
Un incontro che l’ha particolarmente colpita?
Di getto potrei dire quelli col Presidente della Repubblica Sergio Mattarella o quelli con qualche ministro. Ma dico invece quello con i genitori di Vito Scafidi, lo studente che 16 anni fa perse la vita tra i banchi di scuola a causa del crollo di un contro soffitto: un dolore vissuto dalla mamma e dal papà con una grande dignità, non c’era rabbia, né sete di vendetta, ma una lucida determinazione perché queste tragedie non si ripetano più. E poi, proprio qualche giorno fa, l’incontro con Irina Karabut, sindaca di Krasnokutsk, cittadina della regione ucraina di Karkiv. Ascoltare il dramma della guerra che stanno vivendo mi ha commosso.
Dal suo nuovo punto di osservazione, come descriverebbe il Piemonte ad un amministratore pubblico straniero?
“Un meraviglioso, attrattivo e ricco territorio con un patrimonio culturale, paesaggistico, enogastronomico, produttivo e architettonico incredibile. E’ una regione di persone e istituzioni serie e laboriose”.
Cosa augura ai piemontesi per Natale e il nuovo anno?
“Che sia un anno di ripresa lavorativa per il Piemonte: restare senza lavoro è uno dei traumi maggiori per una persona, non solo a livello economico ma anche a livello psicologico e di autostima. Senza un impiego l’essere umano perde la propria dignità.
Come Consiglio regionale cercheremo di rilanciare l’occupazione, monitorando attentamente la vicenda che riguarda il futuro di Stellantis . Nel rispetto delle deleghe a me affidate, invece, cercherò di dare continuità alla preziosa attività del Comitato dei Diritti Umani e Civili e agirò per rilanciare l’Osservatorio sui fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento. Sarò riconoscente della fiducia che i cittadini mi hanno dato lasciando la porta aperta: come al solito resterò a disposizione dei cittadini e degli amministratori comunali per occuparmi, per quanto ne sarò capace, dei problemi che mi sottoporranno. Ad ogni piemontese auguro che possa trascorrere questi giorni di festa insieme alle persone a cui più vuole bene”.
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