L’energia prodotta in Sardegna dalle pale eoliche verrà esportata, ai Sardi basterebbe poco per essere autosufficienti

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“Il Tirrenia Link è un grande cavo che va a portare fuori dalla Sardegna l’energia o che dovrà portare fuori dalla Sardegna l’energia che qui viene prodotta”, denuncia l’avv. Francesco Scifo. “Quindi il paradosso, e qui sta l’aspetto coloniale di tutta la situazione, è che praticamente niente di quell’energia rimarrà in Sardegna, ma alla Sardegna rimarranno soltanto questi enormi mostri che ben presto, poi, quando diventeranno desueti, continueranno e rimarranno a inquinare l’ambiente perché producono ad esempio delle polveri sottili, bisfenolo che fondamentalmente è pericolosissimo. Quindi, voglio dire, siamo in una situazione veramente paradossale dove già ci sono due cavi che portano fuori dalla Sardegna l’energia, due cavi marini appunto che portano fuori dalla Sardegna l’energia prodotta.

Tyrrenian Link, di cui si è parlato prima, non sarà l’unico perché sono già previsti diversi cavi, si chiameranno in qualche altro modo, però sono previsti altri diversi cavi che servono per prendere la nostra energia che ci costringono a produrre, a vantaggio sempre di privati, e portarla fuori, non solo in Italia, ma all’estero. Serviranno soprattutto per alimentare i database dell’intelligenza artificiale.

Noi abbiamo bisogno di ben poco, a noi ci basterebbero 3 giga circa e saremmo assolutamente autosufficienti. Allora il discorso è questo: in Italia ci sono sette centrali a combustibili fossili per la produzione di energia elettrica e due centrali a carbone sono in Sardegna. Non è stata certo una nostra scelta: è il governo italiano che ce l’ha imposto, è una delle nostre tante servitù. Che cosa è successo adesso? Già da qualche anno è stato stabilito che cinque di queste centrali italiane verranno chiuse. Perché? Perché dobbiamo andare incontro per step a una decarbonizzazione totale che non avverrà mai, o almeno non avverrà sicuramente per i prossimi decenni, perché consideriamo che in Cina si apre una nuova centrale a carbone ogni due giorni. Però l’Europa ha deciso che per il 2050 noi dobbiamo decarbonizzarci, dobbiamo funzionare soltanto ad energia rinnovabile, che non è pulita, attenzione, perché è molto inquinante, se non altro per l’estrazione dei materiali che servono per costruire questi impianti e non solo.

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Quindi, diciamo, l’Italia ha stabilito che verranno chiuse cinque centrali l’anno prossimo, ma ne resteranno aperte due. Indovinate quali? Le centrali a carbone sarde. Perché devono restare aperte? Perché le energie rinnovabili non sono stabili. Quando noi parliamo di vento sappiamo che il vento soffia quando gli pare. Se noi parliamo di pannelli fotovoltaici, funzionano soltanto quando c’è il sole: d’inverno ce n’è poco, di notte non ce n’è. Quindi è necessario ancora, per le tecnologie che abbiamo, utilizzare le centrali a combustibili fossili per poter garantire la stabilità della rete, per non far mancare insomma la corrente elettrica. Naturalmente si sfrutta la Sardegna anche per questo.

Cosa significa questo? Che noi sappiamo già che mentre in Italia chiuderanno le altre nel 2025, la Sardegna forse se ne riparla nel 2028, se avremo trovato una tecnologia sufficiente a garantirci la stabilità, oppure se saremo abbastanza sommersi da inquinantissime batterie al litio o da altre “schifezze” che ci possono garantire appunto di poter immagazzinare una quantità sufficiente di energia per poter garantire la rete italiana. Soltanto, che cosa causa questo? Il fatto che noi continuiamo a mantenere aperte queste due centrali: nell’immaginario italiano e anche di certi locali sardi che scrivono in mala fede, ma solo perché hanno le mani in pasta nell’ambito dei rinnovabili, la Sardegna viene dipinta come una regione altamente inquinante, addirittura la più inquinante d’Italia.

Stranamente poi i turisti vengono qui a respirare aria buona, ma noi siamo i più inquinanti d’Italia perché continuiamo ad avere queste biocentrali. Ma non basta! Il bello è che di recente è venuta fuori la notizia che, il colosso americano che ha le sue grinfie un po’ su tutto il pianeta, sta facendo affari con Enel con la benedizione del governo Meloni. Perché questi affari? Perché l’Enel sta vendendo, o ha intenzione almeno di vendere, a prezzi stracciati le centrali a carbone italiane a BlackRock. Per cosa le servono? Certamente non per chiuderle, ma per alimentare i suoi database per l’intelligenza artificiale, che poi affitterà ad altri colossi più piccoli come Microsoft, Google, Amazon, eccetera.

Quindi da una parte ci impongono di distruggere completamente il nostro territorio per produrre energia rinnovabile, per ripulirci, per far fronte al cambiamento climatico. Dall’altra però ci prepariamo a mantenere accese tutte le nostre centrali a carbone che naturalmente sono molto più produttive di qualsiasi impianto eolico e fotovoltaico. Perché? Perché le renderemo a BlackRock o a qualunque altro colosso che le userà per l’intelligenza artificiale. Cornuti e mazziati”.



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