di Leonardo Bardazzi
L’idea del presidente della Toscana: sarebbero Giochi diffusi con Roma al centro. Il problema infrastrutture
I Giochi Olimpici in Toscana. Un sogno a cinque cerchi nato anni fa e rilanciato sabato 18 gennaio dal governatore Eugenio Giani: «La prospettiva dell’Olimpiade 2036 potrebbe unire le nostre regioni», ha detto ieri a margine della presentazione della lettera d’intenti firmata con il presidente dell’Emilia Romagna Michele De Pascale.
L’Olimpiade, nel protocollo Toscana-Emilia, in realtà non è mai citata, ma Giani resta convinto che l’idea lanciata dall’allora sindaco di Firenze Dario Nardella e l’ex governatore emiliano Stefano Bonaccini nel 2021 possa prendere forma.
Le «Olimpiadi d’Italia»
«Sarebbero le Olimpiadi dell’Italia — continua Giani — perché per lo stadio Olimpico, per le cerimonie e per l’atletica faremo riferimento a Roma, ma la Toscana potrebbe proporsi per molte altre discipline: penso al tiro con l’arco sotto le mura di Lucca, al tiro a segno a Montecatini dove ci sono tanti nostri campioni, alla vela a Punta Ala e all’isola d’Elba, alla scherma a Pisa o a Livorno, al canottaggio al lago di Bilancino».
Un’Olimpiade diffusa insomma (Nardella ne parlò anche col sindaco di Genova), nella quale il Mugello diventerebbe scenario anche per sport all’aperto come la mountain bike e il golf, mentre Firenze potrebbe accogliere (almeno) maratona e ciclismo, sulla scia della Grand Depart del Tour de France dell’estate scorsa.
Nella partita potrebbe entrare anche lo stadio Franchi ristrutturato e attualmente candidato a ospitare l’Europeo di calcio 2032 e ovviamente lo stadio Ridolfi di atletica, mentre la pallacanestro sarebbe dirottata a Bologna, la «basket city» d’Italia.
Ma c’è «l’ostacolo» dei Giochi invernali del 2026
Utopia? Probabilmente sì, anche perché l’Italia ospiterà già l’Olimpiade invernale 2026 e, come detto, Euro32. Difficile insomma che ottenga un altro sì a stretto giro di posta. Di sicuro da un punto di vista infrastrutturale sarebbe una lotta contro il tempo, se è vero che la candidatura dovrebbe realmente decollare nel giro di pochissimo tempo e che Doha pare già in netto vantaggio sulla concorrenza per organizzare l’evento del ‘36: «Il problema impianti c’è, ma avremmo 11 anni per arrivare pronti all’evento», prosegue Giani, che oltre che degli impianti sportivi dovrebbe preoccuparsi anche di potenziare infrastrutture come la FiPili, l’aeroporto di Peretola e il sistema ferroviario, Alta Velocità compresa.
Da Renzi a Prodi, chi è della partita
Le sponde politiche comunque non mancano, perché in questi anni Matteo Renzi (leader di Italia viva e già sindaco di Firenze), ma anche l’ex premier Romano Prodi e il senatore nonché ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, si sono espressi favorevolmente sull’idea dell’Olimpiade.
Ma prima le elezioni al Coni
A proposito di politica, un passaggio cruciale sarà l’elezione del nuovo presidente del Coni. Giovanni Malagò, in carica da 12 anni, con le attuali regole non potrà ricandidarsi e chi ne prenderà il posto avrà un peso specifico fondamentale per portare avanti un’eventuale candidatura italiana.
L’elezione al Coni dovrebbe tenersi nel prossimo giugno (a marzo per altro ci sarà anche quella del nuovo presidente del Comitato olimpico), ma al vaglio c’è la possibilità di confermare Malagò in deroga almeno fino all’Olimpiade invernale di Milano-Cortina in programma nel febbraio 2026: «Quella dell’Olimpiade non è una boutade — chiude Giani — Possiamo farcela, credo che sarebbe una grande promozione per la nostra regione e per l’Italia».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link