Negli ultimi tempi una narrazione della Calabria completamente fasulla da parte di una stampa sempre più asservita alla politica e ai poteri forti dipinge una Calabria in crescita ed una Calabria in ripresa.
Nulla di più falso, la sanità è allo sfacelo, l’emigrazione giovanile è sempre più accentuata e, soprattutto, crescono le povertà.
Ed in tale contesto provoca grande apprensione la notizia della chiusura del Banco Alimentare della Calabria.
“Con estrema amarezza siamo costretti – afferma il Presidente del Banco Alimentare della Calabria, Franco Falcone – a comunicare la sospensione del servizio e delle attività del Banco Alimentare della Calabria a Cosenza e provincia.
Neppure la pandemia era riuscita a fermarci.
Dal 1996, anno in cui abbiamo iniziato ad operare come Banco Alimentare della Calabria, abbiamo sempre garantito il servizio per tutte le province calabresi.
Ora ci vediamo costretti e molto a malincuore, a sospendere la distribuzione dei beni di prima necessità per le famiglie di tutta la provincia di Cosenza.
Il contratto di locazione sottoscritto con il curatore fallimentare dell’ex Comac di Montalto Uffugo è cessato il 2 dicembre 2024 a seguito dell’aggiudicazione dell’asta di vendita e non ci consente di proseguire le attività avendo la nuova proprietà richiesto il rilascio immediato dei locali.
Siamo consapevoli del grave e doloroso impatto sociale che questo comporterà soprattutto per quelle situazioni di povertà estrema e per questo il nostro impegno, come sempre, sarà quello di fare tutto il possibile per riaprire quanto prima”.
E su tale questione che non può essere certamente sottovalutata è prontamente intervenuto l’Arcivescovo di Cosenza – Bisignano, monsignor Giovanni Checchinato.
Mons. Giovanni Checchinato, Arcivescovo della ArciDiocesi Cosenza – Bisignano
“Il Banco alimentare è un bene che va assolutamente custodito.
In una terra dove le difficoltà economiche sono maggiori, dove la disoccupazione è alta, le famiglie sono monoreddito, ci sono tanti pensionati è quantomai urgente che le Istituzioni comunali e sovracomuali, alle quali rivolgo il mio appello, insieme alla Chiesa e a quanti lo desiderano (privati, enti fondazioni) si siedano attorno ad un tavolo – ha sostenuto Mons. Giovanni Checchinato – per individuare con celerità una soluzione che non è favore della pur meritevole opera del Banco Alimentare ma soprattutto di quanti periodicamente ne beneficiano”.
“L’opera del banco alimentare è sotto gli occhi di tutti. In Calabria il 42,8% della popolazione è a rischio povertà ed esclusione sociale.
La crisi economica e l’inflazione galoppante hanno creato 600 mila nuovi poveri nel Meridione.
Parlando di casa nostra, in Calabria ci sono oltre 800 mila persone che vivono in famiglie a rischio povertà.
Nella sola provincia di Cosenza operano 244 strutture caritative su un totale di 598 accreditate – conclude l’ArciVescovo di Cosenza – su base regionale per un totale di 130mila assistiti a cui sono stati distribuiti beni per un valore economico di circa 20 milioni di euro nel solo 2023″.
E in simile contesto soprattutto il ceto politico è chiamato a ricercare una soluzione.
Una soluzione concreta e reale, altro che le fake news di una Calabria prospera e in crescita, tanto care ad una classe politica tutto fumo e nulla arrosto.
Redazione
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