La Città 30 salva vite, incentiva la mobilità attiva e riduce lo smog. In sintesi non ha controindicazioni: fa solo del gran bene alle persone e all’ambiente. A confermarlo sono i dati del primo anno di Bologna Città 30 che ci consegna un bilancio decisamente incoraggiante e positivo. Vediamo infatti in forte calo il numero delle persone decedute sulla strada, quasi dimezzate (10, il 49% in meno), toccando su base annua il minimo storico dal 2013 a oggi (salvo il periodo Covid a mobilità limitata). Inoltre, per la prima volta dal 1991 (il dato Istat più vecchio disponibile a livello cittadino), nessuna persona a piedi è stata uccisa sulle strade di Bologna: sono infatti zero i pedoni deceduti, e si riducono del 16% quelli investiti.
Come afferma Alessandro Tursi, presidente FIAB: “La forza dei dati conferma pienamente quello che si è già visto in tutto il mondo: la Città 30 è un modello che salva vite, fluidifica il traffico e riduce l’inquinamento. I dati di oggi sono una pietra miliare per spazzare via il pregiudizio ideologico che ancora frena questa idea di città vivibile, sicura, efficiente. Ricordo la proposta di legge sostenuta anche da FIAB affinché i 30 km orari diventino la regola, anziché l’eccezione, come avviene già in tanti Paesi. Questi dati ci fanno fare un passo in avanti verso un obbiettivo di civiltà”.
In diminuzione incidenti, inquinamento e traffico veicolare
Come vediamo nelle infografiche, calano gli incidenti stradali (-13%) e i feriti (-11%), così come diminuiscono fortemente gli incidenti più gravi (-31%), classificati dal 118 con “codice rosso”. Si rafforza anche il calo del traffico veicolare e si abbassa l’inquinamento più legato al traffico urbano. È un vero e proprio boom per l’utilizzo del bike sharing e del car sharing (+44%) e per i viaggi sul Servizio Ferroviario Metropolitano nell’area urbana di Bologna (+31%) mentre aumentano in modo significativo anche gli spostamenti in bicicletta.
Sono questi i principali indicatori, diretti e di contesto, del primo anno di Bologna Città 30, partita il 16 gennaio 2024 con l’obbiettivo di accrescere la sicurezza stradale e dare impulso alla mobilità sostenibile. Un modello osteggiato dal Governo nei mesi scorsi che, dati alla mano, si conferma invece come l’orizzonte virtuoso a cui tutte le nostre città dovrebbero tendere.
Bologna Città 30, in forte aumento il flusso di bici
Come confermano le Città 30 di tutto il mondo, a Bologna si è registrato un rilevante aumento dei flussi di biciclette: +10%, corrispondente a oltre 140mila transiti su due ruote in più soltanto considerando i 3 punti della città monitorati in modo continuo nel corso del 2024: Tangenziale delle biciclette a porta San Vitale, via San Donato e via Parri. Si tratta di 1,58 milioni di passaggi dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024 rispetto alla media di 1,44 milioni dei due anni precedenti.
Anche l’uso del servizio di bike sharing gestito da RideMovi per la prima volta sfonda il muro di 3 milioni di corse in totale e, nel confronto tra annualità, vede un aumento di oltre due terzi delle corse effettuate con la flotta di e-bike e bici tradizionali disponibili in condivisione: +69%, che equivale in termini assoluti a 1.275.558 corse in più nel 2024, rispetto alla media del 2022 e 2023.
Bologna Città 30: la spinta anche ai viaggi in treno
Molto rilevante è l’incremento dei viaggi sul SFM (Servizio Ferroviario Metropolitano), nel confronto tra il 2024 e il 2023: l’intero sistema fa registrare a livello metropolitano un +17% di viaggi (da 30 a 35,2 milioni, considerando i passeggeri sia saliti che discesi), nell’anno in cui è stato attuato il nuovo accordo fra Regione, Città metropolitana e Comune di Bologna in collaborazione col gestore Trenitalia Tper. La crescita di viaggi raddoppia nelle stazioni urbane di Bologna (al netto di Bologna Centrale), segnale di un aumento dell’uso del treno anche per gli spostamenti fra i quartieri dentro la città, grazie a un’alternativa su ferro più veloce di auto e bus per le medie distanze urbane.
Bologna Città 30, per la tutela dell’ambiente e per l’aria più pulita
A Bologna si registra nel 2024 una significativa riduzione del livello di NO2 (biossido di azoto) nella centralina ARPAE di Porta San Felice: il valore medio orario di 29 µg/m3 registrato nel 2024 (al 30 novembre, ultimo dato disponibile), infatti, è in calo del 29,3% rispetto alla media annuale del 2022-2023 (41 µg/m3). In termini assoluti è il dato più basso degli ultimi 10 anni.
L’inquinante preso in considerazione è il biossido di azoto, perché è tipicamente il “marcatore” dei processi di combustione locali: infatti, a differenza delle polveri sottili, che si caratterizzano per una maggiore varietà di origine e tendenza a diffondersi, l’NO2 invece ha come fonte primaria le emissioni dei veicoli a motore termico e del riscaldamento e resta più concentrato in prossimità delle principali sorgenti di emissione, in particolare le strade ad intenso traffico e il centro abitato.
“Città 30, si può fare!”, la parola al Centro Studi FIAB
I risultati di Bologna e le iniziative di altre città, come Olbia (prima città 30 in Italia) e Lodi, dimostrano concretamente che questa misura, già diffusa in tutt’Europa, funziona anche in Italia, e sono un incoraggiamento per le altre città e amministrazioni a seguire questa strada virtuosa.
Massimo Gaspardo Moro, responsabile del Centro Studi FIAB, spiega che la Direttiva adottata dal Ministero dei Trasporti sulla disciplina dei limiti di velocità nell’ambito urbano, del 1° febbraio 2024, non deve spaventare. “Non è necessario attendere ulteriori decreti attuativi – sottolinea Gaspardo Moro – e i Comuni non devono chiedere alcuna autorizzazione al Ministero per introdurre limiti inferiori ai canonici 50 km/h su ogni singola strada. È sufficiente riportare, nella motivazione degli atti, un’analisi delle condizioni delle strade dove si intende intervenire per migliorare la sicurezza, in base ai parametri indicati dalla Direttiva”.
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