Juan Bernabé licenziato dopo l’intervento per la protesi peniena e la polemica per i video. Il club sospende ma lo lascia in sede: «Sono pentito»
Di fronte a un certificato medico, e alla possibilità che venga rinnovato per settimane, la furia di Claudio Lotito si trasforma in ragionevolezza. Impossibile al momento sfrattare Juan Bernabé dalla foresteria di Formello, un po’ perché «prima di tutto viene la salute», come dicono dall’entourage del presidente della Lazio, ma soprattutto perché si temono azioni legali da parte del falconiere messo alla porta per ora solo a parole.
L’incontro, così, è solo rimandato, scatterà non appena i certificati sanciranno per Bernabé la conclusione del periodo di convalescenza dopo l’intervento per l’impianto della protesi al pene. E lì potrebbero aprirsi scenari nuovi con soluzioni di compromesso, fermo restando che per il 56enne spagnolo responsabile (e proprietario) dell’aquila simbolo del club, l’esperienza nella Lazio può considerarsi conclusa come il presidente ribadisce da giorni.
Invece per Olympia, cioè il rapace, il volo potrebbe continuare dopo una sosta utile a trovare un altro falconiere e un altro braccio sul quale appollaiarsi: dopodomani la Lazio gioca a Verona, e in trasferta l’aquila non vola, quindi la prima verifica è la partita all’Olimpico contro la Real Sociedad, giovedì 23 gennaio.
La BBC posta la storia del licenziamento
Meno di una settimana, insomma. Il che, però, rappresenta una finestra temporale che, secondo quanto stabilito nei contatti tra club e falconiere, dovrà essere sfruttata prima di tutto per far calmare le acque dopo tanto clamore, possibilmente restando tutti in silenzio. Difficile restare lucidi in questa fase visto che la notizia del licenziamento in tronco di Bernabé, reo di aver esibito sui social gli effetti della protesi appena impiantata dall’(ormai ex) urologo della Lazio Gabriele Antonini, continua a girare sul web attirando l’attenzione dei media più importanti del pianeta.
Ieri addirittura la BBC ha rilanciato su Instagram il racconto della storia — titolo: «Falconiere della Lazio licenziato per aver condiviso foto esplicite di protesi peniena» — accompagnandolo con una carrellata di scatti di Bernabé, insieme ad Olympia e in mezzo ai giocatori, e con le parole furiose di Lotito che lo licenzia appellandosi alle regole del codice etico sociale.
Col certificato ancora in sede fino a mercoledì
Intanto, però, lo spagnolo è ancora nella sua stanza dentro il quartier generale della Lazio, a Formello, a nord della Capitale, in virtù del certificato medico che, almeno fino a mercoledì prossimo, lo dichiara «intrasferibile» a causa del decorso post operatorio.
In nuova una intervista alla Zanzara, l’ultima prima della regola del silenzio, Bernabè è tornato a disperarsi, a chiedere scusa a tutti e a implorare il perdono con la voce rotta dai singhiozzi: «La società si sta comportando bene al cento per cento, mercoledì mi hanno chiesto di andare via ma poi, visto il certificato, mi hanno permesso di restare. Sono pentito e mi troverò un altro lavoro, la mia famiglia è con me», le sue parole nel corso di una drammatica diretta che ha fatto temere anche gesti estremi ad alcuni dipendenti del club, alla quale è seguita, stavolta non via radio, la proposta alla Lazio: Bernabè se ne va appena arriva il nullaosta dei medici, ma Olympia resta come sorta di regalo al club. E questo potrebbe essere il compromesso che può rimettere a posto le cose senza aggiungere ulteriori spinte alla bufera mediatica che infuria da giorni.
La sostituzione del falconiere nel 2021
Già a ottobre 2021, quando Bernabè venne sospeso da Lotito dopo i video che lo mostravano sotto la curva laziale con il braccio teso mentre inneggiava al Duce — e poi ribadì in alcune interviste la sua simpatia per Mussolini e il dittatore spagnolo Francisco Franco —, cambiò il falconiere ma Olympia non smise mai di volare prima delle partite della squadra biancoceleste.
Il guanto di cuoio necessario per far appollaiare i rapaci passò al braccio del fratello di Bernabè, Josè Maria, morto a luglio dello scorso anno. E questo permise al club di mantenere il contratto con la società di Bernabè senza rivolgersi ad altri falconieri e senza coinvolgere altre aquile che avrebbero avuto bisogno di un allenamento lungo mesi per prendere confidenza con lo stadio Olimpico e con il chiasso che arriva dagli spalti
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