Il 2025 inizia con la riforma della Giustizia

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Sta diventando realtà ciò che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva preconizzato alla fine dell’anno scorso. Il 2025 sarà l’anno delle riforme, ossia, nei prossimi mesi vedranno la luce, entrando a pieno regime oppure superando  i passaggi necessari di approvazione parlamentare e popolare, tutte quelle misure di revisione, migliorie bisognerebbe dire, delle Istituzioni e della Costituzione già scritte e delineate nel 2024. Parliamo del premierato, la madre di tutte le riforme, della Autonomia differenziata e della riforma della Giustizia. Infatti, siamo appena a metà gennaio e la Camera dei deputati ha già dato un primo ok al disegno di legge costituzionale relativo alla separazione delle carriere dei magistrati.

La Camera ha approvato il ddl con 174 voti a favore, 92 contrari e 5 astenuti. Hanno votato con la maggioranza di centrodestra +Europa e Azione, una volta tanto coerenti con il loro sbandierato liberalismo. La separazione delle carriere dei magistrati è un punto fondante di ogni democrazia liberale e in particolar modo i rappresentanti di +Europa, che sono in larga parte ex radicali, se si fossero opposti al ddl portato avanti dal Governo avrebbero fatto rivoltare nella tomba Marco Pannella, il quale, fra mille battaglie più o meno condivisibili, ha lottato una vita per la Giustizia giusta. Italia Viva di Matteo Renzi, che pure afferma di essere stato perseguitato da un PM in malafede, si è astenuta e non ha avuto perciò il coraggio di esprimere una posizione.

PD, M5S e AVS, non c’era da aspettarsi altro, hanno votato contro. Il disegno di legge costituzionale approvato a Montecitorio, e che ora è pronto per il vaglio del Senato, va a modificare il titolo IV della Costituzione per separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti. Di conseguenza, viene prevista la formazione di due CSM: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Inoltre, i componenti del CSM verranno estratti a sorte e sarà istituita una Alta Corte disciplinare. Si tratta di una evoluzione che non è esagerato definire storica ed epocale, che era attesa da decenni in Italia, dopo gli innumerevoli scontri fra politica e settori della magistratura e troppi protagonismi di alcune toghe, per così dire, non serene, e che, infine, non comporterà nessun asservimento della figura del Pubblico Ministero ai governi in carica, come invece viene propagandato da chi, in Parlamento e nei palazzi di Giustizia, continua ad abbarbicarsi su chiusure ideologiche e difese corporative.

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Colei o colui che giudica e si avvale, quindi, del potere giudicante deve avere un percorso professionale separato dal collega investito della funzione di accusa, cioè, il PM avente potere requirente, altrimenti, e abbiamo assistito a tante distorsioni in tal senso negli ultimi trent’anni, l’iter dei processi non è mai completamente limpido ed affidabile. La composizione del CSM tramite sorteggio libera l’organo di autogoverno della magistratura dalla piaga correntizia. Come ha osservato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, la magistratura è indipendente dal potere esecutivo e tale rimarrà anche dopo la piena approvazione del ddl del Governo Meloni, ma al momento non è indipendente da sé stessa e la riforma della Giustizia scritta dal centrodestra punta proprio ad aiutare questo fondamentale potere dello Stato a riacquistare le proprie prerogative. Non vi è alcun intento punitivo e vessatorio nei confronti dei magistrati.

Il sorteggio permette a tutti i magistrati di avere la possibilità di sedere al Consiglio superiore ed elimina le nomine preconfezionate frutto di intese preliminari fra i soliti “baroni” di una determinata casta. Quasi tutte le toghe sono iscritte all’Anm, (Associazione nazionale magistrati, il sindacato della categoria), e questa è una circostanza parecchio strana, come rileva anche il Professore Sabino Cassese, insigne giurista che non ha bisogno di presentazioni e soprattutto non ha necessità di intitolarsi posizioni di parte, pro o contro il Governo Meloni. Finora, la brutta consuetudine è stata quella di affiancarsi alle correnti maggioritarie del CSM perché solo loro dettano legge e possono determinare carriere e avanzamenti. L’estrazione a sorte farà venire meno il clima sgradevole di casta e corporazione chiusa in sé stessa.

Un traguardo importantissimo è infine l’istituzione della Alta Corte che avrà ruolo di disciplina sulla magistratura. Chi sbaglia paga, perciò anche coloro i quali indossano una toga devono rispondere delle loro azioni e in particolare dei loro errori, non essendo infallibili come il resto dell’umanità. Tuttora, è il Consiglio superiore della magistratura a disciplinare e a sanzionare eventualmente Giudici e PM, ma esso è composto dai medesimi Giudici e PM, pertanto, caso unico fra tutti i poteri dello Stato, il controllore è il controllato o viceversa, e serve appunto una entità terza come  l’Alta Corte disciplinare prevista dal ddl approvato alla Camera.