Le morti sul lavoro rappresentano una vera e propria piaga, balzata agli onori di cronaca nel 2024, anche con casi davvero eclatanti. In Italia la situazione è abbastanza delicata ma analizzando i dati regionali del 2024, elaborati da Vega Engineering, la regione Umbria ha un altissimo tasso di mortalità sul lavoro, posizionandosi al terzo posto tra le regioni italiane per incidenza di infortuni mortali.
Nei primi 11 mesi del 2024, di fatti, le vittime sul lavoro accertate sono state 17, a fronte di una popolazione occupata di 361.596 persone, per un indice di mortalità di 47 decessi ogni 100.000 lavoratori. A livello provinciale preoccupa un comune in particolare. Il sistema della patente a crediti per le imprese edili può essere un primo passo ma servirà un’accelerata per provare a sovvertire questi numeri.
Morti sul lavoro in Umbria, Filca Cisl: “Questione urgente”
I dati vanno analizzati ma soprattutto devono far riflettere. “Questi numeri – commenta il segretario regionale Filca Cisl Umbria Giuliano Bicchieraro – evidenziano una realtà in cui la sicurezza sul lavoro rimane una questione aperta e urgente, soprattutto in settori ad alto rischio come l’edilizia”.
“Il settore dell’edilizia – rincara il segretario – (uno dei comparti maggiormente coinvolti negli incidenti mortali) richiede un’attenzione specifica. I rischi, spesso legati a cadute dall’alto, crolli strutturali e utilizzo improprio di macchinari, sono aggravati da una gestione non sempre adeguata della sicurezza”.
Quadro provinciale, situazione critica a Terni
Il dato dell’Umbria supera di gran lunga la media nazionale, che si attesta a 31, ed è inferiore soltanto a quello di Basilicata (77,2) e Valle d’Aosta (70,4). A livello provinciale, la situazione è altrettanto drammatica: Terni è l’ottava provincia italiana più pericolosa per lavorare, con 5 morti su 83.000 occupati. Perugia, pur posizionandosi al 30° posto, registra 12 vittime su 278.000 lavoratori, con un indice di mortalità di 43,1.
“È indispensabile – insiste Bicchieraro – che imprese, istituzioni e lavoratori uniscano le forze per costruire un sistema lavorativo sicuro e sostenibile. La partecipazione attiva, la formazione continua e l’informazione capillare devono diventare i pilastri di una strategia che ponga al centro la vita e la dignità delle persone. La sicurezza sul lavoro non è solo un obbligo legale, ma un dovere morale verso chi contribuisce ogni giorno, con il proprio impegno, alla crescita della società”.
Patente a crediti: come funziona?
Se per cercare di prevenire gli incidenti stradali mortali, c’è un nuovo codice della strada, c’è anche una nuova misura introdotta per affrontare il problema dei morti sul lavoro: la patente a crediti per le imprese edili è un sistema che premia le aziende virtuose in termini di sicurezza. Le imprese possono accumulare crediti adottando buone pratiche, investendo in formazione e utilizzando tecnologie per la prevenzione. Comportamenti negligenti, invece, comportano la perdita di crediti e possibili sanzioni.
“Questo meccanismo – prosegue Bicchieraro – non solo incentiva una cultura della sicurezza, ma responsabilizza le aziende nel tutelare i lavoratori. Partecipazione, formazione e informazione per rendere la sicurezza strutturale nell’ambito dell’organizzazione del lavoro, queste a nostro parere le chiavi per invertire la rotta. Affrontare il dramma delle morti sul lavoro richiede un approccio integrato che metta al centro partecipazione, formazione e informazione. I lavoratori devono essere coinvolti nella gestione della sicurezza attraverso strumenti oltre alla designazione di Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), devono poter “partecipare” alle scelte organizzative con riunioni periodiche e consultazioni, possono migliorare la consapevolezza e permettere di identificare e segnalare i rischi”.
Morti sul lavoro, serve formazione continua e fare rete
“La formazione, che nel settore è già obbligatoria, deve essere continua ed estesa ai datori di lavoro e aggiornata periodicamente – il pensiero del segretario regionale Filca Cisl Umbria – Per i lavoratori stranieri o con difficoltà linguistiche, è fondamentale adottare strumenti didattici comprensibili. Devono essere utilizzate tecnologie avanzate che possano anche sostituirsi al lavoratore quando, affaticato perde la concentrazione. Campagne di sensibilizzazione possono contribuire a creare una cultura della sicurezza. L’informazione deve essere chiara, accessibile e multilingue, per raggiungere tutti i lavoratori, soprattutto i più vulnerabili”.
“L’innovazione tecnologica – conclude Bicchieraro – può giocare un ruolo cruciale nella prevenzione degli incidenti. Sistemi di monitoraggio smart: sensori per rilevare condizioni pericolose, droni per ispezionare aree di lavoro e dispositivi di protezione individuale intelligenti. Digitalizzazione delle procedure: l’uso di piattaforme digitali per la gestione della sicurezza facilita l’accesso alle informazioni e garantisce trasparenza. Inoltre, è necessario intensificare i controlli sul rispetto delle normative. Un maggior numero di ispettori del lavoro, unito all’applicazione rigorosa delle sanzioni, può rappresentare un deterrente efficace contro le violazioni. I dati sulle morti sul lavoro in Umbria rappresentano un richiamo forte all’azione”.
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