La piattaforma non è una terra promessa e porta con sé gli stessi peccati originali di ogni app cinese. E infatti secondo gli analisi il livello ci censura è alto e spesso vengono bloccati contenuti considerati troppo seri.
“Ciao sono appena arrivato, volevo presentarmi, non so bene il cinese ma mi sto orientando su questa nuova app.” Ora RedNote è piena di questi video. A pubblicarli sono utenti americani che, spaventati dal possibile ban di TikTok, stanno cercando un’alternativa. La migrazione è iniziata da pochi giorni, eppure Rednote ha scalato le classifiche degli Store digitali e alcuni titoli azionari correlati a RedNote sono aumentati fino al 20% all’inizio di questa settimana. Non stupisce. Il 19 gennaio, infatti, la Corte Suprema degli Stati Uniti deciderà se confermare o meno la legge per bandire il social negli Usa, in tal caso ByteDance dovrà decidere se chiudere o cedere la piattaforma.
Con la scadenza sul collo molti utenti stanno cercando alternative. Ma invece di fuggire in terra americana, o investire su social che hanno già attivi, come Instagram, hanno scelto proprio un app di proprietà cinese, con un’interfaccia cinese, utilizzata quasi esclusivamente da persone di madrelingua cinese. E infatti anche se si prova a cambiare la lingua dalle impostazioni parte dell’applicazione rimane in mandarino. Sui social sono già diventati virali video ironici di occidentali che cercano di imparare la lingua o canzoni in cinese.
Non è una migrazione inconsapevole, o per lo meno non del tutto. In molti sono approdati su RedNote scrivendo le proprie dichiarazioni di intenti. Per esempio: “Dal momento che il governo degli Stati Uniti è preoccupato che i nostri dati personali vengano rubati dalla Cina, passiamoli direttamente al governo cinese. Vuoi portarmi via il cellulare?“. Ed ecco che gli Stati Uniti si trovano di fronte al grande paradosso del ban di TikTok. Perché come diceva Milton Friedman, quando qualcosa viene vietato, le alternative sono spesso più pericolose del problema originale.
Come funzione RedNote, l’app per i TikTok refugees
L’app si chiama Xiaohongshu in cinese, tradotto “piccolo libro rosso”, da qui il nome RedNote. È di proprietà della Xingyin Information Technology, società privata con sede a Shanghai. I nuovi utenti americani stanno approdando sull’app portando con sè i balletti di TikTok, ma anche meme sullo spionaggio cinese e c’è chi chiede di lezioni di mandarino. D’altro canto gli utentu cinesi, che hanno battezzato gli americani “TikTok refugees” li stanno accogliendo con brevi tutorial per usare il social e trucchi per tradurre l’app. “Non temere, tutti i tipi di social media cinesi sono qui per offrirti riparo”, dicono.
Inizialmente Xiaohongshu è stata lanciata come piattaforma per lo shoppinh poi è cresciuta diventando una delle app più popolari in Cina, a luglio 2024 contava oltre 300 milioni di utenti. So posiziona a metà tra Instagram, TikTok e Pinterest, in Cina viene utilizzato anche come motore di ricerca.
A faccia a faccia con la censura cinese
Non è però così semplice. A differenza di TikTok, che controlla i contenuti in modo diverso rispetto alla versione cinese di ByteDance, Douyin, RedNote non fa alcuna distinzione. Ci saranno anche problemi per la moderazione, e infatti il social ha già pubblicato un annuncio di lavoro per reclutare urgentemente moderatori di contenuti che conoscano l’inglese, per far fronte alla crescita esponenziale degli utenti americani. Infine l’app non è stata progettata per chi parla inglese, mentre TikTok è stata creata per un pubblico internazionale.
C’è infine da dire che Xiaohongshu non è una terra promessa e porta con sé gli stessi peccati originali di ogni app cinese. E infatti secondo gli analisi il livello ci censura è alto e spesso vengono bloccati contenuti considerati troppo seri. Come ha spiegato Ying Yin, ricercatore presso l’Università di Cyberjaya in Malesia al Washington Post: “Ci sono molti argomenti che sono vietati sulla piattaforma, anche temi importanti come l’assistenza sanitaria e la finanza”. E infatti, al di là dell’accoglienza calorosa gli stessi utenti cinesi stanno ironizzando sull’esodo: “Vediamo quanti americani possono sopportare questo sistema di censura“, scrivono, “dopo un po’, se ne saranno sicuramente andati tutti”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link