Il siparietto di Edi Rama in ginocchio da Giorgia Meloni (con il foulard disegnato da lui)

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Monica Guerzoni, inviata ad Abu Dhabi

La premier sorpresa: che personaggio che sei. I 5 Stelle parlano di ennesimo«inciucetto» con l’Albania. Rama:«Ma quale contropartita»

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ABU DHABI – La scenetta di Edi Rama in ginocchio davanti a Giorgia Meloni è uno studiatissimo remake che, dopo Baku sei mesi fa, il primo ministro dell’Albania ha replicato ad Abu Dhabi nel giorno del 48°compleanno della donna che guida il governo italiano. 

Nonostante gli acciacchi dell’ex cestista sessantenne che si innamorò dell’Italia grazie al basket, non era la prima genuflessione pubblica e la premier spera sia stata l’ultima: «Che personaggio che sei!». Battuta che rivela confidenza fraterna (lui la chiama «sorella») e anche un filo di imbarazzo, per essersi ritrovata davanti alle telecamere col «gigante» di Tirana che le accomodava un foulard bianco e nero sulla testa a mo’ di velo islamico.




















































l siparietto conferma un’amicizia solida, umana e politica, rafforzata dalla partita durissima sui centri per il trasferimento dei migranti. Per capire quanto il socialista Rama tenga al rapporto speciale con la leader della destra italiana, basti dire che il foulard che le ha portato in regalo fino ad Abu Dhabi l’ha realizzato lui stesso. Pittore e scultore, per la sua «amica Giorgia» il primo ministro ha fatto stampare su seta alcune immagini d’epoca di Pietro Marubi, pittore e fotografo piacentino naturalizzato albanese morto nel 1903. E lei: «Che bello, grazie Edi, stupendo… Lo hai fatto tu, vero?».

Nel legame tra i due c’è simpatia sincera, ma c’è anche molta politica e ci sono ovviamente reciproci interessi. Sotto le gigantesche volte dell’Adnec Centre, che ha ospitato il summit sulla sostenibilità, ieri aleggiava il sospetto, o quanto meno l’interrogativo, che Rama sia stato coinvolto nell’«affare» con gli emiri sulla produzione e il trasporto di energia rinnovabile anche in segno di gratitudine per il «patto» sui centri migranti sorti tra mille polemiche e inchieste in terra albanese. «Il valore dell’infrastruttura — ha spiegato Rama — va verso un miliardo di euro e sarà operativa al massimo in tre anni». A Roma i 5 Stelle polemizzano contro «l’ennesimo inciucetto» con l’Albania e per il leader di +Europa Riccardo Magi l’accordo è «una contropartita per l’Albania, in termini di lavoro e infrastrutture». Ma Rama ci ride su: «Ma quale contropartita!».

 L’intesa conviene a Tirana, che produce energia pulita, e conviene all’Italia, che la importerà attraverso un cavo sottomarino da impiantare tra le coste pugliesi e quelle albanesi, nel punto dove la distanza è minore. Gli emiratini metteranno l’80% dei fondi e guadagneranno sui diritti di trasmissione, all’Italia, dell’energia rinnovabile prodotta in Albania.

L’album dell’amicizia tra «Edi» e «Giorgia» è pieno di foto simbolo. Lei che s’imbarca a sorpresa dalla Puglia su un traghetto di linea, per raggiungere il suo omologo e trattare sui centri migranti. Lui che, dal palco di Schenjin, tuona contro la stampa italiana e lei che, a un metro di distanza, annuisce in silenzio. Il primo ministro ha bisogno di una alleata forte dentro la Ue, che spinga per l’ingresso di Tirana nell’Unione: «Se tutto va bene, da qui a quattro anni saremo dentro».

Dei centri di Gjader e Schenjin non avrebbe voglia di parlare, visto che le sentenze dei giudici italiani li hanno per ora resi inservibili, per cui la prende alla larga: «Per il momento i migranti li portiamo in bicicletta, con il Giro d’Italia». Pensa che i centri non funzioneranno mai? «Io credo che funzioneranno, vediamo… Hanno già avuto un ruolo di deterrenza».

Ma alla fine, a lei, quel «patto» con Meloni per deportare i naufraghi è convenuto? «A volte ci sono cose difficili da fare, che si devono fare anche se non convengono. Altrimenti perché si parla di amicizia, fraternità, alleanza?».

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