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Iacci (Eca Italia): l’umorismo come strumento manageriale potente
Università Statale di Milano, affronta un aspetto troppo spesso rifuggito ma che nel mondo complesso di oggi torna ad essere oggetto di riflessione manageriale. Ironia è sinonimo di libertà, nella vita e, soprattutto, nel lavoro. Il volume di Iacci rivoluziona la tradizionale visione del management, che lo vuole triste ed involuto. Qui scoprirai che non esiste contrapposizione tra ironia e lavoro. Al contrario, ironia e umorismo sono alla base della capacità di gestire le risorse umane. Sono caratteristiche chiave per il management moderno. L’ironia dimostra la competenza del manager nel gestire le contraddizioni, ridurre le tensioni, conciliare interessi opposti, rivelare ciò che non viene detto, rendere affrontabili i problemi, proporre soluzioni e affrontare le difficoltà. In questo modo, l’umorismo e l’ironia possono diventare strumenti manageriali potenti ed efficaci. Attraverso esempi divertenti e rivelatori, aneddoti brillanti, riferimenti filosofici e analisi manageriali, questo libro è una guida essenziale per capire come l’ironia possa trasformare le relazioni professionali, migliorare il clima lavorativo e stimolare la creatività. Ovviamente il libro non è solo divertente, è un vero e proprio must per chiunque desideri capire come l’arte dell’ironia possa essere la chiave per un management più efficace e, in ultima analisi, per una vita professionale più soddisfacente.
Da dove nasce l’idea di questo testo?
In tutta la letteratura manageriale vi possono pochissimi testi che collegano il lavoro all’umorismo e all’ironia. Questo perché tradizionalmente il lavoro è stato visto come fatica e oppressione. La felicità sembra essere una meta raggiungibile solo dopo il lavoro, malgrado e nonostante l’attività professionale. Le relazioni sui luoghi di lavoro sembrano poter essere solo il frutto di polarizzazioni conflittuali. La realtà, a mio avviso, è molto lontana da questa vulgata di facile presa populistica. Il lavoro è il primo momento di socialità adulta. Grazie al lavoro l’individuo può esprimere se stesso e avere relazioni produttive al di là dello stretto giro parentale e amicale. L’ironia rappresenta proprio la capacità dell’uomo di rileggere la realtà con leggerezza e con spirito critico. Grazie all’ironia i problemi possono essere sottolineati senza per questo determinare conflitti, con intelligenza e lievità.
Cinematograficamente parlando, quali sono due pellicole emblematiche della relazione esistente tra ironia e lavoro?
Un film ironico di grande successo internazionale è Il diavolo veste Prada, con Meryl Streep e Anne Hathaway. Il mondo patinato della moda diventa uno specchio grottesco di ritmi assurdi, richieste impossibili e rapporti di potere. La leggendaria direttrice Miranda Priestly è un capo tanto temibile quanto involontariamente comico. Per chi non l’avesse mai visto consiglio anche The Menù, una commedia nera satirica ambientata in un ristorante esclusivo su un’isola remota. Il film segue un gruppo di ospiti facoltosi che partecipano a una cena speciale preparata dallo chef visionario interpretato da Ralph Fiennes. L’ironia è palpabile nelle situazioni estreme e nei dialoghi taglienti che criticano l’industria della ristorazione di lusso, evidenziando l’assurdità di certe pratiche lavorative e delle relazioni gerarchiche all’interno di ambienti altamente competitivi.
Potrebbe l’ironia essere materia di studio anche nelle facoltà di management?
La prima cosa che un manager dovrebbe imparare è l’autoironia, purtroppo troppo poco presente nella nostra classe dirigente. La comprensione dei propri limiti umanizza il leader, mostrando che è capace di riconoscere i propri errori e difetti, rendendolo più accessibile e vicino ai membri del suo team. Questo approccio contribuisce a creare un ambiente di lavoro positivo e rilassato, riducendo lo stress e aumentando la soddisfazione e la produttività dei collaboratori. Un leader autoironico promuove relazioni di fiducia reciproca, dimostrando umiltà e sincerità, qualità fondamentali per costruire relazioni solide. In situazioni di conflitto o tensione, l’autoironia può fungere da strumento efficace per alleviare la tensione e facilitare una risoluzione armoniosa dei problemi. L’autoironia arricchisce la leadership rendendola più empatica, efficace e resiliente, migliorando le dinamiche di squadra e la cultura organizzativa.
Chi è più votato all’ironia oggi, i manager o le risorse?
Purtroppo, c’è troppa poca ironia nelle nostre imprese e, più in generale, nella nostra società. L’ironia non è solo una forma retorica, ma è soprattutto una forma mentis, capace di comprendere i propri limiti e le contraddizioni delle situazioni che stiamo vivendo. Per Platone solo chi ha consapevolezza dei propri limiti può aspirare a ruoli direttivi e, più in generale, a una vita felice. Il limite nell’antica Grecia era considerato in modo positivo, oggi, al contrario, il limite ha una valenza solo negativa. Oggi tutti noi abbiamo interiorizzato modelli di successo sempre più stressati, col risultato di avere nelle imprese troppi conflitti inutili e una percezione di malessere diffuso che dovremmo cercare tutti di smorzare. In questo senso l’ironia può essere lo strumento ideale che abbiamo per migliorare noi stessi, le nostre relazioni sociali e la cultura organizzativa delle nostre aziende.
Ci sono, e se sì quali, differenze di genere in tema di ironia e imprese?
Lo stereotipo vorrebbe il genere femminile meno dotato di senso del comico e dell’ironico, forse perché, come diceva Victor Hugo, “la libertà inizia dall’ironia” e per questo nella donna nei secoli passati questa capacità è stata sottaciuta. Ovviamente i fattori culturali, educativi e personali giocano un ruolo fondamentale in questo senso. Alcuni studi, tuttavia, suggeriscono che nella cultura occidentale uomini e donne tendano ad adottare uno stile comunicativo leggermente diverso nelle organizzazioni, più diretto e sarcastico l’uomo, più sottile e relazionale le donne. In questo senso, potremmo dire che l’ironia potrebbe essere uno strumento naturalmente più alla portata del genere femminile, esattamente all’opposto di quello che vorrebbe lo stereotipo tradizionale.
Federico Unnia
Aures Strategie e politiche di comunicazione
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BusinessCommunity.it – Supplemento a G.C. e t. – Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame – Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
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