Venerdì fiaccolata al senato: «Chi protesta non è solo»

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l prossimo appuntamento per chi protesta contro il Ddl sicurezza è fissato per venerdì 17. Su proposta di Amnesty International la mobilitazione arriverà con una fiaccolata fino a piazza Sant’Andrea della Valle, a due passi dal Senato. Dove nel frattempo in questi giorni si decidono le sorti del disegno di legge e la consistenza delle proposte di accelerare i tempi che in questi giorni sulla scia degli allarmi mediatici provengono da destra. Sempre venerdì, in altre città si manifesterà davanti alle prefetture per segnalare il rifiuto di quello che viene definito il «Ddl paura».

IL CLIMA DELLE ultime ore si è acuito in seguito alle proteste che rivendicano giustizia per Ramy Elgaml, il giovane morto al Corvetto, a Milano. Circa una trentina di persone sono state identificate dopo le tensioni di sabato sera al quartiere di San Lorenzo di Roma, quando qualche centinaio di manifestanti, la maggior parte dei quali molto giovani, ha provato a partire in corteo sfidando il divieto della polizia in assetto antisommossa. Nelle stesse ore si scendeva in piazza anche a Bologna. Anche qui ci sono state tensioni tra polizia e manifestanti e anche in questo caso dalla questura fanno sapere di avere individuato trenta persone. In questo caso, l’allarme è stato acuito da alcune ricostruzioni secondo le quali nel corso del parapiglia e subito dopo gli scontri i manifestanti avrebbero assaltato e fatto scritte in difesa della Palestina sui muri della sinagoga di Bologna.

LA NOTIZIA è rimbalzata nei commenti dei politici, soprattutto quelli di destra, e ha suscitato anche la condanna del sindaco del capoluogo emiliano Matteo Lepore. A smentire la circostanza, tra gli altri, un giovane di origine ebraica che si trovava in piazza per chiedere giustizia per Ramy e che ieri ha affidato la sua ricostruzione agli account social del Laboratorio ebraico antirazzista: «Siamo stati ripetutamente caricati, manganellati, ed asfissiati dai lacrimogeni della polizia – si legge tra l’altro nella sua testimonianza – Ma ne è valsa la pena, così come è valsa la pena di spostare qualche transenna, se era necessario per far sentire a tutti che i carabinieri hanno assassinato un ragazzo a Milano, se può servire a far sì che l’omicidio di Ramy non accada mai più. Quella scritta non rappresenta nulla di quel corteo, i manifestati non hanno assaltato la sinagoga, e non c’è stato nessun attacco premeditato».
Insomma, la destra utilizza l’indignazione per la morte di Ramy e alcuni episodi di tensione forse scomposti ma non particolarmente drammatici per rafforzare l’emergenza sicurezza che si traduce nella limitazione del diritto al dissenso. Prova ne è che la Lega oggi presenterà la sua proposta di legge per un patrocinio gratuito riservato per gli uomini in divisa indagati a seguito di atti compiuti in servizio.

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INTANTO IL CAPO della Polizia Vittorio Pisani in una lettera aperta alle donne e agli uomini del Corpo esprime l’apprezzamento per la «compostezza e l’equilibrio» dimostrato sul campo. «La libertà di manifestare è uno dei semi vitali della democrazia, ed abbiamo il dovere di garantirla – osserva Pisani – Nello stesso tempo, i comportamenti violenti ed illegali vanno perseguiti; e ciò va fatto con gli strumenti forniti dal diritto».

MA È PROPRIO lo stato del diritto che genera allarme se, come ha spiegato nel suo intervento Silvia Albano qualche giorno fa parlando alla rete «A Pieno Regime», il Ddl sicurezza punta a ribaltare il rapporto tra norma ed eccezione. Se la norma finora è stata l’espressione del dissenso e il diritto alla protesta e l’eccezione la loro limitazione di fronte a casi straordinari, insomma, il rischio è che la norma diventi l’impossibilità di protestare e l’esercizio di una libertà sia soltanto un’eccezione. «Laddove le autorità tenteranno di imporre divieti o limitazioni, rispondiamo con la forza collettiva della disobbedienza – ribadiscono dalla rete a proposito della fiaccolata di venerdì e delle prossime scadenze – Nessuna piazza verrà abbandonata, nessun divieto resterà incontestato. Costruiamo insieme un fronte popolare che accenda migliaia di luci in ogni angolo del Paese e che trasformi la paura in lotta e il silenzio in ribellione».



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