Varvaglione 1921: la famiglia di Taranto che rende famosi nel mondo i vitigni pugliesi | Wine Reporter

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Una storia di famiglia e di amore per la terra è quella che da oltre cento anni arde come un fuoco vivo nell’azienda vitivinicola Varvaglione a Leporano, sulla costa orientale ionica a sud di Taranto. Qui, tra paradisiache calette di sabbia bianca e mare cristallino, la Famiglia Varvaglione lavora alla sua personalissima generazione beta del vino. La quarta generazione della famiglia, guidata da Cosimo e Maria Teresa Varvaglione, guarda ad un futuro sostenibile e sociale attraverso collaborazioni con prestigiose università per monitorare i vigneti e rispettare l’ambiente, pronunciando un’unica parola chiave: autenticità.

 

Sono autentiche le pratiche vitivinicole così come lo sono le idee che spingono alla costante ricerca di una modernità etica. Un sentire comune che abbraccia l’intera famiglia e che Cosimo Varvaglione ha trasmesso ai figli Marzia, Angelo e Francesca. Tutti con la stessa irrefrenabile passione che si traduce in studio e lavoro costante per rendere sempre più grande la loro storia, una storia che si innesta nei vitigni autoctoni pugliesi.

Una sostenibilità che va programmata

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“Senza la finanza positiva non c’è sostenibilità. Qui in vigna applichiamo le nuove tecniche agronomiche e tecnologie per contrastare il cambiamento climatico che, in agricoltura, si tocca ancora più da vicino poichè è forte e cambia di anno in anno. Questo per dare la miglior qualità di prodotto.” dice Angelo, che continua citando una frase che suo padre Cosimo Varvaglione ripete come un mantra “L’uva buona si può rovinare in cantina ma l’uva cattiva non si può migliorare in cantina. Tutto parte dalla vigna”.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

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Il loro lavoro di agricoltura di precisione si avvale, con il supporto della tech company Xfarm, di veri e propri droni capaci di raccogliere (in fase di nutrizione) la luce riflessa delle foglie e, in base ai colori, mostrare il loro stress nutrizionale. È proprio qui che possono intervenire senza però spreco di prodotti, carburante e acqua ma anzi centrando precisamente l’area bisognosa di supporto. I vigneti sono così cosparsi di tantissimi sensori che catturano dati come l’umidità dell’aria, la bagnatura fogliare (vero e proprio input per lo sviluppo delle malattie), il vento e la temperatura dell’aria.

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Un sistema decisamente vincente che ha attirato l’attenzione anche dell’Università di Bari la quale, a sua volta, ha accompagnato l’Università della Georgia per mostrare un esempio virtuoso di biotecnologie sul campo. “In un anno nefasto, vittima della peronospora, che ha fatto segnare alla Puglia dati drammatici fino al – 40%, Varvaglione ha segnato +5%” spiega Angelo. Tra le ultime novità c’è anche il lombricompostaggio ovvero l’uso di lombrichi per decomporre la materia organica, producendo un compost di alta qualità che arricchisce il terreno di nutrienti, migliorandone la struttura e la capacità di ritenzione idrica. Questo comporta di conseguenza meno fertilizzanti chimici e una viticoltura più ecologica.

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Taranto e turismo lento

Negli ultimi anni la città di Taranto e, tutta intorno, la costa orientale sono state letteralmente avvolte dal turismo di massa che ha interessato la Puglia. Eppure se della Valle D’Itria e del Salento abbiamo esplorato fino in fondo tradizioni e terre, di questo versante della Puglia forse non si è ancora detto tutto: le chiese rupestri di Mottola, le spiagge paradisiache di Leporano Marina e Marina di Pulsano, la bellezza di Taranto con il maestoso Castello Aragonese e gli antichi palazzi nobiliari del centro così come la città vecchia nata su una vera e propria isola.

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Per non parlare del Mar Grande e del Mar Piccolo che qui si incontrano, tra delfini e miticoltura centenaria che regala il simbolo della cucina locale, la cozza tarantina anche detta “gnore”. La famiglia Varvaglione in questo senso è promotrice di un turismo lento, fatto di scoperta delle tradizioni più antiche. Di proprietà della famiglia è Masseria Pizzariello, un’antichissima tenuta fortificata del XVII secolo: qui oggi si possono fare passeggiate tra i vigneti ma anche picnic in vigna, guidare auto d’epoca costeggiando il mare cristallino, passeggiare lungo la Circummarpiccolo e, ovviamente, degustare ottimo vino.

I vini di Varvaglione guardano al futuro

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Il terreno calcareo e ricco di ferro è l’ideale per coltivare i vitigni negli oltre 150 ettari di proprietà. Tra le varietà di uve vi è il Primitivo, la Malvasia nera, il Negroamaro e l’Aglianico, seguiti dalla Verdeca, la Malvasia bianca, la Falanghina e il Fiano. Da queste uve nascono vini che hanno ottenuto grande successo e riconoscimenti in Italia e nel mondo: basti pensare che l’80% dei vini prodotti sono destinati all’estero con un complessivo di 5 milioni di bottiglie prodotte all’anno. C’è la Papale Collection nata per i 90 anni della cantina, la 12eMezzo Collection che fonde passato e futuro con vini a bassa gradazione alcolica, la Family Collection che omaggia ognuno dei componenti della famiglia Varvaglione con vini rossi e bianchi di vitigni autoctoni. Infine, Terra Collection per omaggiare la Puglia con spiccate caratteristiche del terroir locale e poi bollicine con un bianco di Falanghina e un rosé blend di Primitivo, Negroamaro e Verdeca. Tutti con un unico comune denominatore: qualità innovativa riconosciuta anche da numerose e prestigiose certificazioni. Aggiunge Angelo a tal proposito:

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“Equalitas, ad esempio, è un importante riconoscimento che attesta il nostro impegno verso la sostenibilità a 360 gradi. Non solo ambientale, ma anche economica e sociale delle aziende vitivinicole, garantendo un approccio olistico e integrato. L’azienda Varvaglione 1921 è da sempre profondamente legata alla terra e ai valori della sostenibilità ambientale e, nel corso dell’ultimo anno, abbiamo intrapreso una serie di iniziative volte a ridurre il nostro impatto ambientale e a promuovere pratiche più sostenibili”. Varvaglione partecipa infatti al programma RafCycle per il recupero delle bobine, un’iniziativa che consente di riciclare i materiali di scarto derivanti dalle loro etichette. Questo promuove un’economia circolare all’interno della filiera produttiva. La loro partecipazione attiva alla sostenibilità e ad un futuro più vicino all’ambiente si traduce anche in iniziative per proteggere gli oceani. Ciò avviene attraverso l’impiego di Nomacorc Ocean, una linea innovativa di tappi per vino realizzata con materiali riciclati provenienti dai rifiuti plastici oceanici per combattere l’inquinamento marino.

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“Inoltre – prosegue – per tutte le nostre etichette, utilizziamo carta certificata FSC, garantendo così che il legno utilizzato per la produzione delle stesse, provenga da foreste gestite in modo responsabile. Questa certificazione assicura la tracciabilità e la responsabilità ambientale dei materiali che utilizziamo. Un’altra innovazione significativa è stata l’introduzione del tappo in vetro all’interno della nostra gamma prodotti. Questa tipologia di tappo non solo preserva le caratteristiche organolettiche del vino, ma è anche completamente riciclabile, contribuendo a ridurre l’uso della plastica e di altri materiali poco sostenibili.”

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CONTATTI

Contrada Santa Lucia s.n.c. 74020

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

LEPORANO (TA) – Italia | tel. +39 099 5315370

www.varvaglione.cominfo@varvaglione.com





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