The Bear di Christopher Storer e Joanna Calo (Golden Globe a Jeremy Allen White come Miglior attore in una serie commedia)

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The Bear è Carmel (Carmy) Berzatto, premio miglior giovane chef emergente, alle prese con il locale che fa panini da asporto lasciatogli in eredità dal fratello suicida, Michael. The bear è l’attore Jeremy Allen White, il suo corpo, le sue pause, il malumore nello sguardo, la disperazione nelle mani. The bear stordisce i sensi, dalle prime inquadrature. Carmen Berzatto detto per gli intimi “Bear”, nella prima scena apre la gabbia ad un orso bruno e lo incoraggia a braccia aperte ad andargli incontro (per fortuna è solo un sogno).

Una serie sul mondo dell’alta cucina è una sfida: The bear l’ha vinta a pieni voti spostando il fulcro nelle relazioni tra i personaggi, nella velocità del botta e risposta recitativo, in una regia che sfida la comprensione dell’overlapping (il parlarsi uno sull’altro) ed è veloce come un fulmine. La tensione ai fornelli è raccontata attraverso lo sporco untuoso ai lati dei tegami, la minuzia dell’ultimo tocco a un piatto, il dettaglio di una mano, di un ortaggio, di un coltello che taglia. Le disfunzioni familiari si riflettono nelle cucine: Carmy è tornato a Chicago, nemmeno in tempo per il funerale, per occuparsi di non far fallire il modesto ristorante dell’amato fratello Mikey. Da brava famiglia con discendenze italiane al ristorante lavora il cugino Richie (Ebon Moss-Bachrach), nevrotico e ciarliero, che vuole avere sempre l’ultima parola sul metodo di lavoro: sono due opposti, uno preciso l’altro approssimativo, uno pragmatico l’altro sognatore, entrambi incasinati dal punto di vista sentimentale, entrambi scottati dalla vita e dai fuochi.

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Sono sommersi di debiti, l’impastatrice è fuori gioco da tempo, non hanno modo di pagare i fornitori che, di conseguenza, danno loro meno merce. La situazione è allo sbando. I due cugini credono entrambi di dover risollevare le sorti del locale ognuno per i fatti propri, Carmy ha chiamato in prova una Sous chef, Sydney (Ayo Edebiri), che conosce la sua fama e lo stima.

Jeremy Allen White

Dal primo giorno raccontato nel primo episodio, nelle successive tre stagioni, è passata tanta acqua: hanno ristrutturato e aperto un nuovo locale, Natalie, detta Sugar (Abby Elliott), sorella di Carmy, contabile del ristorante, è incinta, lo zio Jeremy (il ricco della famiglia, che possiede le mura del posto) si è convinto a buttarsi nella nuova impresa, qualcuno è andato a specializzarsi in pasticceria in Europa, qualcuno è stato contattato da altri chef per posizioni più favorevoli, la barca galleggia ma spesso traballa: lutti, urla, amori, dissapori, celle frigorifere che diventano prigioni, la tensione è sempre altissima. Tina (Liza Colón-Zayas), che lavora lì dai tempi di Michael, invece di dire chef dice Jeff, dalla prima volta che aveva male interpretato e Carmy le aveva spiegato: “Chiamo tutti chef per rispetto”.

Cucinare è un gioco di squadra, ogni elemento porta qualcosa alla ristorazione, al modo in cui il cibo verrà recepito dal palato di chi lo mangia, conta chi fa il pane, chi pulisce per terra, chi taglia la carne, chi prepara il pasto per coloro che stanno in cucina, chi si occupa solo dei dolci, chi fa i conti, chi aggiusta una sedia o il sistema elettrico, tutti contano perché alla fine, a fine giornata, tutti saranno stanchi ma soddisfatti del proprio lavoro. Il grande protagonista è Carmy, un giovane talentuoso e tormentato, figlio minore di una famiglia dall’alto tasso emotivo. Perfezionismo, ossessione, passione e tormento attanagliano i protagonisti.

Scritta e girata in maniera sperimentale, la serie si sofferma per interi episodi, di una mezz’ora circa, sui ristoranti migliori della città, per eterni minuti inquadra pietanze variopinte, ammalianti come odalische orientali, i toni delle voci sono concitati, i volti sono stravolti dalle notti insonni, dall’ansia di prestazione, dai traumi personali e dai nuovi vissuti nel quotidiano: sempre lo spettatore è coinvolto come fosse presente ai fornelli, seduto in attesa dei cavatelli, dei ravioli, della specialità del giorno di un menù che cambia con troppa frequenza, secondo il parere di Richie che ha il ruolo di caposala e conduce ai tavoli la clientela. Si parla, ci si confronta, si litiga tantissimo in cucina.

L’episodio flashback della seconda stagione, intitolato Fishes, che racconta una cena di Natale familiare di cinque anni prima, sembra un film a sé stante: la madre di Carmy, Natalie e Mikey, Donna Berzatto, è interpretata in maniera indimenticabile e potente da Jamie Lee Curtis (in foto). Ottimo cameo anche di Olivia Colman nel ruolo della chef da cui Carmy ha imparato molto.

Su Disney+


The bearShowrunner: Christopher Storer, Joanna Calo; sceneggiatura: Lauren Joseph Adcock, Alex O’Keefe, Joanna Calo, Catherine Schetina, Sofìa Letivsky-Weitz, Christopher Storer, Rene Gube; fotografia: Andrew Wehde, Adam Newport-Berra; montaggio: Joanna Naugle; musica: J.A.Q.; interpreti: Jeremy Allen White, Ebon Moss-Bachrach, Ayo Edebiri, Lionel Boyce, Liza Colón-Zayas, Edwin Lee Gibson, Abby Elliott; produzione: Tyson Bidner, Joanna Calo, Josh Senior, Hiro Murai, Nate Matteson; origine: Usa 2022- in produzione; durata: 3 stagioni, 28 episodi  (al 26 giugno 2024) di 20-66 minuti; distribuzione: Disney+.



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